Torna King Tuff, re del rock and roll in quota power pop, e lo fa con un gran disco.
Tanti dicono che King Tuff sia garage rock, ma a me pare che la produzione sia troppo pulita per essere definita tale la sua musica.
In sostanza è un buon disco, con momenti buoni e altri meno, sempre comunque al di sopra della media.
Kyle Thomas, aka King Tuff, è un musicista che sa dove portare l’ascoltatore, ed in fondo fa rock and roll con dolcezza. Rispetto agli altri suoi dischi qui la produzione è più precisa e si possono cogliere anche elementi che tendono allo shoegaze.
Tra gli aspetti più intriganti di King Tuff c’è l’immaginario horror di serie b, che si va ad aggiungere alla fedeltà alla vecchia scuola del rock and roll.
La sua etichetta d’esordio fu, nel 2006 con “Was Dead”, la Colonel Records, sussidiaria della Tee-Pee Records, che ha nel suo dna sia il garage che lo stoner: King Tuff va però oltre le sue origini, arrivando ad un suono personale e molto equilibrato, che include svariati elementi.
Un ottimo disco, per chi ama queste sonorità che non smettono mai di produrre buone vibrazioni.
Tracklist:
01 Black Moon Spell
02 Sick Mind
03 Rainbow’s Run
04 Headbanger
05 Beautiful Thing
06 I Love You Ugly
07 Magic Mirror
08 Madness
09 Demon From Hell
10 Black Holes in Stereo
11 Radiation
12 Eyes of the Muse
13 Staircase of Diamonds
14 Eddie’s Song