Un battito nuovo per una musica mai scontata.
Mattia Coletti stupisce per l’innovazione pur rimanendo fedele a certi schemi; le coordinate, che non sono comunque esaurienti, lo collocano tra blues e rock, ma c’è anche del country e tanto altro.
Il disco è pervaso da un sentimento di pace anche quando sembra essere più spigoloso; Coletti è un musicista molto bravo ed ha ottime idee, lo si sente ovunque ascoltando Moon.
Sicuramente non è un disco ovvio e, come accede ormai raramente, ascoltandolo si ha il piacere di non sapere cosa succeda dopo.
Nonostante sia legato al giro della Wallace Records, tanto che nel 2004 ha fondato con Xabier Iriondo il duo Polvere, incidendo il solo disco omonimo del 2010, non va nella direzione rumorista e nemmeno in quella sperimentale: il suo è un suono dalle radici forti, che proviene certamente dall’America rurale, ma si va ben oltre questo.
Moon non è un disco facile da descrivere, in quanto ogni ascoltatore si farà la sua idea; addirittura in certi momenti, per le atmosfere, sembra un disco trip hop.
Da sentire per meravigliarsi ancora: per me uno dei dischi italiani più belli dell’anno.
Tracklist:
1. Molko
2. On the Moon
3. Big Eye
4. Marte
5. Coma
6. Speakers From A Picture