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Recensione : Blackdahlia – Fragments

Ottimo esordio per i Blackdahlia che con "Fragments" ipnotizzano ed ammaliano.

Ecco un album destinato a far discutere, uno di quei lavori che, nella sua bellezza, porta inevitabilmente a scegliere da che parte stare, con una band che, fosse straniera, potrebbe tormentarci (in positivo) con ripetuti passaggi sui canali satellitari oppure, magari, essere considerata troppo leggera per i circuiti metal tradizionali, bocciata dai tanti fruitori con paraocchi ed apertura mentale uguale a zero.

Chiariamolo subito allora, i foggiani Blackdahlia hanno licenziato uno stupendo affresco di dark moderno, influenzato dalla new wave ottantiana e amalgamato con il gothic dei giorni nostri, fatto di nove splendidi brani nei quali poesia, eleganza ed una raffinata oscurità la fanno da padrone, musica che entra nell’anima dell’ascoltatore dalla porta principale, lasciando che una splendida voce femminile ci apra un mondo di dolci note e ci emozioni.
Fondata nel 2008 da Samuela Fuiani (voce e piano) e Ruggero Doronzo (chitarra ed effetti), la band inizia l’attività come duo, completando poco dopo la line-up con Gianluca Raio (chitarra), Antonio Petito (basso) e Ludovico Massariello (batteria) rilasciando un demo omonimo nel 2009; il resto è storia di questi ultimi tempi: la firma per Areasonica Records e l’uscita di Fragments.
Il disco, già dall’opener Falling Down entra subito nel vivo, la voce, bellissima e ricca di pathos della bravissima Samuela, autentica sorpresa, da subito ammalia, ipnotizza, ci avvolge, trasportandoci come fosse un corso d’acqua sul quale noi galleggiamo, trovando ed esplorando emozioni sopite in un susseguirsi di ritmi, ora dal flavour elettronico, ora resi più drammatici dalla ritmica a tratti sostenuta,ma mai invadente delle chitarre.
Il piano ricama accordi nella splendida No Regrets, hit da rotazione perenne su MTV, prima che Eclipse ci travolga raggiungendo picchi di pathos altissimi, stupendo manifesto della musica della band e per il sottoscritto brano top del lavoro.
Ancora Wounds e Alice convincono prima che Lost in the Daylight torni a calcare vette d’eccellenza, grazie ad un finale da brividi, con il piano che fa da base ad un solo della sei corde travolgente per la quantità di emozione che riesce a trasmettere.
Fly è la song più dura di tutto l’album, le chitarre si fanno pesanti e la ritmica si avvicina al nu-metal,ma Goodnight ritorna a farci sognare con solo voce e piano a regalare una stupenda ballad.
Band dalla personalità debordante, i Blackdahlia convincono e sorprendono per l’ottimo debutto; lascio ad altri nominare band e artisti ai quali i ragazzi pugliesi potrebbero avvicinarsi, proprio per sottolineare il valore di questa band, consigliata non solo ai fan dei generi sopra elencati, ma anche a chi apprezza la buona musica senza barriere tra generi, ostacoli che, davanti ad un lavoro del genere, si ergono solo a simboli di ottusità.

Tracklist:
1.Falling down
2.No regrets
3.Eclipse
4.Wounds
5.Alice
6.Lost in the daylight
7.Fly
8.Goodnight
9.Falling Down (radio edit)

Line-up:
Samuela Fuiani – Vocals,piano
Ruggero Doronzo – Guitars,FX
Gianlica Raio – Guitars
Antonio Petito – Bass
Ludovico Massariello – Drums

BLACKDAHLIA – Facebook

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