Su Facebook si sa si conoscono persone con gusti musicali, ma non solo, affini al nostro: nel mio caso si parla sopratutto di punk-rock, di garage o più in generale di suoni sixties-oriented.
E’ in questo modo che, chiacchierando con un mio nuovo contatto, ho scoperto che egli fosse il batterista in più di una band: ovviamente ho colto l’occasione per chiedergli se fosse interessato alla possibilità che ne parlassi sulla nostra webzine.
Ora Facebook sarà certamente una (mezza) boiata ma il fatto che possa esserci uno scambio di idee e di materiale così rapido è l’unico motivo per il quale non rimpiango le fanzine cartacee e i demo inascoltabili che arrivavano, con molta calma, tramite poste italiane una decina di anni fa.
Ma stop agli indugi e parliamo di questo bel singoletto, che merita tutte le attenzioni di chi, come me, adora il surf strumentale.
Sul lato A si trova Theme for Topdrop, una bella cavalcata di poco meno di 2 minuti che, oltre ad essere molto ma molto groovie, è suonata con la competenza di chi abbina alla tecnica (in certi casi tutto fuorché fondamentale) un’attitudine ed una passione che deborda da ogni solco.
Sul lato B, invece, si ascolta la versione surf del tema (splendido) dell’altrettanto splendida serie di stra-culto “Ai confini della realtà”, che denota la ricchezza e la vicinanza dei contatti culturali fra chi guarda al passato con spirito modernista.
Tornando al discorso delle prime righe, il sopracitato contatto mi aveva avvisato, mettendo le mani ben in avanti, di non aspettarmi molto da questo 7″.
Bene a questo punto mi sorge un dubbio: si tratta di spropositata modestia o di cronica insoddisfazione?
Eh già, perché questo singolo è davvero molto bello, ben suonato e coinvolgente e, se come dettomi, il prossimo sarà ancora meglio, i Topdrop sono davvero un gruppo da seguire con grande attenzione.