Esordio sulla lunga distanza per il combo ceco Keep On Rotting, attivo da più di dieci anni, ma avaro di uscite discografiche, avendo solo all’attivo un Ep risalente al 2011 dal titolo “The Beginning”.
Unforeseen Consequences è un esempio di death metal che viaggia tra parti brutal dettati dal growl, ed una predisposizione per i suoni estremi moderni, con l’inserimento, a tratti, di parti atmosferiche, il tutto sempre all’insegna di una tensione altissima.
I musicisti coinvolti ci sanno fare eccome con il loro strumento, creando all’interno dei brani sia momenti di death tecnico molto ben eseguito sia parti in cui le ritmiche si avvicinano al thrash.
Grande è il lavoro delle due asce, che elaborano intricati solos e parti leggermente più melodiche, ottime quando cavalcano ritmiche potenti e veloci con gran piglio (Stepi e Ladin, quest’ultimo anche al microfono), e tecnicissima la sezione ritmica, molto varia nel creare strutture su cui si poggia il sound della band (Otho al basso e Hanzz al drumkit).
Poco più di mezzora nella quale il gruppo si disimpegna con disinvoltura tra i generi elencati, ricordano band diverse, a conferma della varietà delle composizioni, passando così dal brutal dei Cannibal Corpse al death/thrash degli At The Gates, per arrivare molto vicino a band dal sound moderno come Shadow’s Fall, e all’hardcore, con un brani come Lethe.
Bravissimi a livello tecnico, i Keep On Rotting, senza far gridare al miracolo, confezionano un lavoro che potrebbe piacere a diversi fan del metal estremo senza paraocchi e con buon orecchio per far proprie le varie sfumature racchiuse in Unforeseen Consequences.
Tracklist:
1. Introitus
2. Beneath the Grandma’s Stroke
3. Freud’s Secret Desire
4. Ones and Noughts Pool
5. Rewarded with Extinction
6. To Die on Time
7. Lethe
8. Unforeseen Consequences
9. Rucník, který nikdy neuschne
Line-up:
Otho – Bass
Hanzz – Drums
Štepi – Guitars
Ládin – Guitars, Vocals