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Recensione : Nibiru – Caosgon / Netrayoni

Nella musica dei Nibiru vi è qualcosa di totalmente atavico ed esoterico, una parte del nostro essere umano che abbiamo lasciato nascosta nella speranza di non sentirla o di non vederla uscire.

Eccezionale ristampa in casa Argonauta dei primi due dischi dei Nibiru, in attesa del nuovo disco che uscirà sempre per l’etichetta ligure.

I Nibiru sono un gruppo che è per fortuna molto difficile da etichettare, essendo un qualcosa che non esisteva prima in Italia.
La maggior parte dei tre componenti viene da esperienze nell’underground più estremo, anche dai Tronus Abyss, che sono stati uno dei gruppi meno conformi e più creativi del sottobosco italiano.
Queste tre belve primitive, Ardath, RI e Siatris, si sono chiuse nel loro studio, l’Adaya Temple, e hanno dato vita a ciò che loro stessi chiamano improvvisazione ritualizzata, ovvero una musica basata sull’improvvisazione, ma canonizzata negli stilemi del rito.
Per comprendere meglio il tutto dovreste vederli dal vivo, perché è davvero un’esperienza da fare, essendo qualcosa di totalmente diverso dalla solita musica o dalla proposizione del solito concerto.
Nella loro musica vi è qualcosa di totalmente atavico ed esoterico, una parte del nostro essere umano che abbiamo lasciato nascosta nella speranza di non sentirla o di non vederla uscire.
La musica dei Nibiru è un ponte verso un altro mondo, ma non nel senso in cui può essere intesa la musica psichedelica, è proprio un attraversare un fiume a noi sconosciuto, e se si riesce a perdersi dentro questo rito, si possono provare fantastiche emozioni.
Caosgon è il loro debutto del 2013, un disco che potrebbe sembrare sludge, ma che invece è un lungo e sciamanico rito, con pezzi lunghi e visionari, difficile da definire se non attraverso un ascolto personale.
Con questo disco i Nibiru esordiscono e ci portano davvero lontano, in quell’India dove anche lo yoga può assumere una connotazione diversa. Questo lavoro è la nemesi della nostra società dove tutto deve avere un senso, una riconducibilità a qualche dogma o credenza. Qui c’è dolore, morte e rinascita karmica, Kali Yuga e corpi cremati per la salvezza dei vivi, il tutto con una musica che non appartiene a questa terra.
Netrayoni è invece un disco doppio, diviso in Ritual I: The Kaulas Circle e  Ritual II: Tears Of Kali, di cui l’etimologia del titolo è un segreto conservato gelosamente dai musicisti torinesi.
In questo doppio cd ci sono più cose che in cielo, viene stravolto il significato di musica e l’intenzione di fare improvvisazione ritualizzata viene raggiunto totalmente.
Netrayoni è il disco che ha portato i Nibiru fuori dai confini italiani, dove forse sono più apprezzati che in patria, ma anche voi potete fare la vostra parte.
Non c’è molto altro da dire, ma solo da addentrarsi nel cammino della mano sinistra ed entrare in una delle più grosse esperienze della vostra vita, di cui io per primo non riesco a farne a meno.

Tracklist:
Caosgon
1 Smashanam, The Crematorium Ground Of Kaly
2 Aster Argos
3 Invokation IV Heru-Khentan-Maati
4 Umbra Venefica
5 Invokation I The Acid Skull

Netrayoni
First Ritual: The Kaula’s Circle
1. Kshanika Mukta
2. Apsara
3. Sekhet Aahru
4. Qaa Om Sapah
5. Arkashani
Second Ritual: Tears of Kaly
1. Kwaw-Loon
2. Sekhmet
3. Celeste (Samsara Is Broken)
4. Viparita Karani
5. Sothis

Line-Up:
Ri – Basso
Ardath – Voce, Chitarra.
Siatris – Batteria

 

 

 

 

 

 

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