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Ideogram – Cerbero, Rozzano – 31/01/2015

Il report della serata dedicata alla presentazione del disco d'esordio degli Ideogram

Ideogram – Cerbero, Rozzano – 31/01/2015

La serata di Alberto:

Sabato 31 Gennaio l’anima metallica di In Your Eyes ha avuto il piacere di partecipare al release party indetto per celebrare l’uscita di Life Mimics Theatre, debutto capolavoro dei milanesi Ideogram; la location scelta è il Cerbero (ex-Theatre) di Rozzano, dove verrà consumato il rito ufficiale di presentazione di questa straordinaria band capitanata dal poliedrico Kabuki.

Arrivati sul posto, abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere col musicista lombardo, davvero gentilissimo ed affabile, nonché visibilmente elettrizzato per l’imminente inizio di una serata che prende il via offrendo ai presenti l’ascolto dell’intero album.
Le note di Life Mimics Theatre riempiono il locale, mentre tutta la band si rende disponibile per foto di rito e per assecondare gli appassionati giunti in buon numero per partecipare a questa serata che possiede tutti i crismi dell’evento.

Terminato l’ascolto, è la volta della presentazione del lyrics video di The Art Of Bleeding, uno dei brani trainanti dell’album, che lascia poi spazio alla particolare esibizione di danza butoh, una forma espressiva molto teatrale originaria del sol levante, la cui cultura è molto radicata nel concept della band, come è facile intuire dallo stesso monicker e dal nome d’arte adottato dal chitarrista e cantante.
Molto misteriosa e affascinante, la danza vede un ballerino completamente dipinto di bianco intrattenere il pubblico con movimenti lentissimi intervallati da sprazzi di frenesia, il tutto accompagnato da una base musicale elettro/ambient.
Dopo aver eseguito le proprie ardite figure a stretto contatto con il pubblico, il danzatore sale sul palco, la musica lentamente scema, mentre la band lo raggiunge per dar vita a quello che è il momento clou della serata, la riproposizione dal vivo dell’intero disco.
Life Mimics Theatre esplode in tutta la sua dirompente forza, anche in sede live, travolgendo ed esaltando i presenti grazie ad una prestazione perfetta da parte della band. Kabuki si dimostra non solo ottimo chitarrista, ma anche in possesso di un convincente growl, Absurd al basso svolge il suo compito con buon piglio, mentre Grand Guignol alle tastiere orchestra il suono e, con il suo scream, completa un trio vocale stratosferico.
E veniamo ad Opera: la vocalist si dimostra, anche dal vivo, cantante dall’enorme talento, non perdendo un colpo in tutta la durata del concerto e tenendo il palco in maniera impeccabile, ammaliando ed affascinando non poco e confermandosi come un’artista a tutto tondo, bravissima con la voce e dalla grande presenza scenica.
Il danzatore butoh sale più volte sul palco, divenendo una sorta di quinto membro della band e rendendo così la performance ancor più teatrale: tutto ciò contribuisce a strappare più volte i meritati applausi da parte dei presenti.
Gli Ideogram hanno dimostrato tutta la loro bravura ed originalità; forti di un debutto strepitoso (essendo stato recensito già nel 2014, è risultato uno degli album dell’anno per In Your Eye, nonché nella playlist del sottoscritto), non deludono le attese, confermandosi band di categoria superiore; se non lo avete ancora fatto procuratevi assolutamente il loro capolavoro, dal canto mio sono già in attesa del suo successore.

La serata di Stefano:

Alberto ha ben descritto ciò a cui abbiamo assistito, così come aveva esaustivamente raccontato ciò che era racchiuso in un album come Life Mimics Theatre in sede di recensione.
Queste righe sono dedicate, quindi, in gran parte alle impressioni extra musicali legate all’evento, a partire dal fatto che la nostra webzine, nonostante abbia alle spalle una storia già consistente, solo da qualche anno si dedica con convinzione anche al metal, ed essere entrati definitivamente nei radar delle etichette e delle band di settore non può che essere per noi un motivo di grande soddisfazione.
Un release party come quello organizzato dagli Ideogram è uno strumento promozionale certo non nuovo, ma sicuramente non convenzionale nei modi prescelti, assolutamente in linea con la proposta musicale e l’immaginario visivo che rendono la band milanese una realtà tra le più fresche ed originali del momento.
La stessa esibizione di danza butoh, che potrà anche non essere piaciuta a diversi dei presenti, in virtù di un certa distacco dal punto di vista estetico rispetto alle abitudini di noi occidentali, si è rivelata in realtà l’ideale introduzione al concerto vero e proprio, nel suo intento d’essere un allegoria della morte collocata prima della rappresentazione del “teatro della vita”.
Però, anche se mi ero ripromesso di non farlo, dedico lo stesso due parole all’aspetto musicale: anche dal vivo gli Ideogram si confermano una band di grande spessore, ma l’assenza di un batterista umano è un aspetto che, soprattutto dal vivo, tende leggermente ad appiattire un sound comunque energico e vario, che va ben oltre le semplici etichette di symphonic metal che ho sentito affibbiare a Kabuki e soci.
Non posso del resto fare a meno di trasalire leggendo di accostamenti ai Nightwish (non perché sia un disonore, sia chiaro), con i quali l’unico vero tratto comune è la presenza di una grande cantante dall’impostazione lirica: Opera, infatti, ha ben poco da invidiare ad una Tarja e chi ha potuto ascoltarla dal vivo sa che questa non è un’esagerazione. Per il resto, fine delle somiglianze, incluso il fatto che la tastiera di Grand Guignol svolge senz’altro un ruolo importante nell’economia del sound, ma non appare mai dominante come avviene nella band finnica.
In realtà i fatti ci dicono che la cifra stilistica degli Ideogram è del tutto personale, costituendo la punta dell’iceberg del movimento prodotto dall’interessante gruppo di musicisti che vi gravitano attorno.
Alberto ed io siamo abbastanza vecchi (purtroppo) per aver visto all’opera più di una band prima della sua definitiva esplosione (una su tutte, i Fear Factory nel ’93 a Valenza Po, in un piccolo locale chiamato Palomar),  ed entrambi abbiamo riscontrato anche stavolta tutti i prodromi di un ascesa che però, come tutti sanno, non dipende solo dalla bravura o dalla volontà dei musicisti, ma necessita di tutta una serie di tasselli che vadano ad incastrarsi in maniera perfetta.

Insomma, aspettiamo ulteriori sviluppi, ma il primo passo compiuto è già stato decisamente lungo ed importante.

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