Il bello di muoversi nel variegato mondo dell’underground, in tutti i generi e, nello specifico, in quello metallico è il ritrovarsi, fortunatamente spesso, davanti a band ed opere sorprendenti, magari poco appetibili al grande pubblico ma di assoluta qualità e per questo ancora più affascinanti.
Nei generi estremi, in un paese da sempre poco ricettivo a tali sonorità come il nostro ma colmo di ottime realtà, non è poi così difficile impattare in album e band fino a poco tempo prima sconosciuti che, con la loro musica entrano nelle viscere dell’ascoltatore, stupito, affascinato e rapito da queste opere.
Un’altro esempio di tutto ciò è Life Belongs To Death dei salernitani Oylokon, esordio autoprodotto messo nelle sapienti mani del Mazzarella Press Office per la gestione e divulgazione del prodotto ai media.
Death metal oscuro e maligno, ritmiche thrash ed un originalissimo sentore di Industrial, conferito dalla drum machine, mai così ben assemblata tra i solchi di questa raccolta di brani che, partendo da una forte impronta tipicamente death, viene appunto contaminata e resa attuale da sonorità marziali, rendendo il sound un macigno di musica estrema potentissima.
Si alternano in questo lavoro brani dall’andamento classico a bellissime canzoni dalle atmosfere oscure, drammatiche, sofferte e apocalittiche con picchi davvero entusiasmanti: il duo composto da Reinblood alla voce e Runes, alle prese con chitarra e basso, viaggia toccando un bel po’ di generi, tutti racchiusi sotto la bandiera del death/thrash, ma non solo.
Le sorprese in Life Belong To Death sono dietro l’angolo e tra brani di veloce thrash oscuro come Perpetual Prayer o la seguente Mass Perfection, ed altri cadenzati e marziali (No One Turns Back) troviamo capolavori come Next Death e Thornless, dalle sonorità death/dark che ricordano i primi Tiamat, orchestrazioni e sinfonie di oscuro metallo dove il vocalist lascia il growl vero e proprio per avvicinarsi alla stile dell’immenso Johan Edlund.
Album bellissimo, Life Belongs To Death riesce nell’impresa di essere estremamente originale nel suo andamento: il death/thrash di scuola europea (Morgoth e Kreator), le orchestrazioni oscure dei Tiamat e la marzialità ritmica che, oltre ad accenni industrial, mi ha ricordato i Satyricon di “Now, Diabolical”, compongono e impreziosiscono il sound personalissimo creato dal duo.
Una band del genere deve assolutamente trovare un’etichetta che la supporti, l’autoproduzione di un album di questa qualità è peccato mortale.
Tracklist:
01- Cenotaph
02- Against Worms
03- Perpetual Prayer
04- Mass Perfection
05- No One Turns Back
06- Dry The Sea
07- The Black At My Back
08- Pick Up Your Head
09- Next Death
10- Between My Teeth
11- Thornless
12- Godfree
Line up:
Runes . guitar, bass
Reinblood – vocals