Con già due dischi alle spalle, i Satan Is My Brother, quartetto milanese composto da Luca Freddi, Alessandro Midlarz (entrambi già componenti dei YelloW Capra), Stella Riva e Fabio Valesin, ritornano, sempre per Boring Machines, con quello che è il terzo capitolo della loro discografia. L’album, They Made Us Climb Up Here, lungo viaggio sonoro suddiviso in cinque parti, trae linfa vitale dalla viscosa fusione di jazz dilatato e noise fumoso.
Il procedere pastoso e denso di First Path, giocato sul tentare costantemente di affogare sax e trombone in mezzo ad un oceano fatto di scura elettronica (mostrando, per tutta la sua durata, lievi dinamiche in crescendo), introduce l’immenso senso di sospensione generato dal teso galleggiare di Second Path.
Third Path, invece, sorretta da una sezione ritmica scomposta ma costante, lascia spazio al macabro danzare dei fiati e dell’elettronica, mentre la successiva Fourth Path, delineando voragini infernali in cui sax e trombone paiono esser l’unica guida sicura, lascia che a chiudere sia l’uscita dalle tenebre sviluppata da Fifth Path (elettronica più solare, atmosfera più distesa).
I cinque brani di questo They Made Us Climb Up Here, confermano i Satan Is My Brother come una delle più interessanti band italiane in ambito noise/jazz/sperimentale. Il viaggio sonoro sviluppato nei quaranta minuti del disco, infatti, pur rappresentando un ascolto tutt’altro che facile ed immediato, riesce, comunque, ad attirare l’attenzione e a coinvolgere. Se siete amanti della musica che cerca di andare oltre, apprezzerete sicuramente questo lavoro.
Tracklist:
01. First Path
02. Second Path
03. Third Path
04. Fourth Path
05. Fifth Path
Line-up:
Luca Freddi
Alessandro Midlarz
Stella Riva
Fabio Valesin