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I Selvaggi – A Colori

Se siete depressi o anche più semplicemente tristi o giù di corda, provate a dare un ascolto a questo album: dentro c'è gioia, rabbia, melodia e tanta attitudine positiva.

L’età, si sa, fa brutti scherzi. Uno fra questi è quello di ripetere le cose, tipo “quanto mi piacciono le band con articolo e sostantivo in italiano: Le Carogne, Le Muffe, I Mitomani … i Selvaggi“.

Oltretutto Selvaggi mi ricorda il mitico Franco Selvaggi, unico giocatore lucano (raggiunto solo ultimamente da Simone Zaza) a vestire la maglia della nazionale italiana di calcio, e lui lo fece, sia pur senza giocare neppure un minuto, al vittorioso mondiale di Spagna ’82.
Ma torniamo ai Selvaggi come entità musicale; i nostri ci spediscono il loro album autoprodotto con un codice a barre fittizio con su scritto beat e punk, e già mi risultano parecchio simpatici.
Ma cosa vien fuori dall’unione di due genere a me così cari? Pop-punk? Power-pop? Un po’ di tutti e due?
Andiamolo a scoprire ascoltando questo godibilissimo A Colori.
Ci sono i brani tipicamente beat (A colori e Hey baby), quelli più pop-punk tipici della miglior tradizione italica di Derozer, Fichissimi, Ignoranti, Monelli  (Nella testa di Giovanni e Oggi no), quello quasi ’77 (Sono stato io), la coda semi-acustica (Che notte) e poi c’è il mio pezzo preferito, Renata, in cui c’è tutto e tutto funziona alla perfezione.
Se siete depressi o anche più semplicemente tristi o giù di corda, provate a dare un ascolto a questo album: dentro c’è gioia, rabbia, melodia e tanta attitudine positiva; altro che medicinali, i dottori dovrebbero prescrivere A Colori a badilate: il mondo, nel suo piccolo, sarebbe certamente un posto migliore.

Tracklist:
1.A colori
2.Nella testa di Giovanni
3.Resto sveglio
4.Nessuna speranza
5.Sono stato io
6.C’era un ragazzo
7.Renata
8.Stanco
9.Hey baby
10.Oggi no
11.Il vento dentro
12.Che notte

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