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Recensione : Caravanserai – Feral

Come unico rischio, quello di risultare troppo pomposo ed eccessivo

I veneti Caravanserai, formazione a tre composta da Luca Lunardi, Jacopo Mazzer e Loris Lunardi, maturata una notevole esperienza nei primi sette anni di vita (si sono formati nel 2008), debuttano sulla lunga distanza con il barocco avvolgere di Feral. Il disco, pubblicato da Garage Records, si compone di undici brani, muovendosi prevalentemente su un riuscito mix di pop e psichedelia.

L’apertura d’archi dell’introduttiva Echoes From The Theatre, introduce il cantato filtrato (accompagnato da pianoforte, chitarra elettrica e molto altro) di Transmission e il morbido avvolgere di A Man And His Burden (organo, basso e violini in primo piano).
Il procedere pacato e rilassato di Walkaround, lascia carta bianca all’arioso espandersi di Idi, mentre il delicato sognare di Arabesque (tastiera a far da colonna portante), apre al dilatarsi lievemente pomposo di The Day Is One.
Memorial Day, invece, avvolta da organo, synth e atmosfere sognanti, lascia che a seguire sia l’emotivamente coinvolgente Beirut.
La voragine sonora che si sviluppa all’interno dell’altrimenti più che lineare Paris Again, infine, cede la parola all’affascinante coda di Castaways.

Il debutto dei Caravanserai, decisamente corposo, strutturato e coinvolgente, riduce al minimo le sbavature, concedendosi, come unico rischio, quello di risultare troppo pomposo ed eccessivo. Effettivamente ciò accade, ma si tratta di momenti piuttosto circoscritti e ben delimitati. Nel complesso il risultato è più che soddisfacente, grazie anche all’ottimo lavoro di arrangiamento e ricerca della melodia.

Tracklist:
01. Echoes From The Theatre
02. Transmission
03. A Man And His Burden
04. Walkaround
05. Idi
06. Arabesque
07. The Day Is One
08. Memorial Day
09. Beirut
10. Paris Again
11. Castaways

Line-up:
Luca Lunardi
Jacopo Mazzer
Loris Lunardi

CARAVANSERAI – Facebook

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