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Recensione : Kollwitz – Dissonance

I Kollwitz si ritagliano uno spazio di tutto rilievo all'interno dell'ampio scenario post metal europeo.

I norvegesi Kollwitz (Stian Hansen, Torbjorn Hafnor, Thomas Hanssen, Endre Njos, Jorgen Rist Holmen e Frederik Hillestad), band proveniente dalla fredda Bodo (città vicina al circolo polare artico), ritornano a schiaffeggiarci con la forza tellurica del loro energico post metal. Il nuovo lavoro, Dissonance, esce per Fysisk Format Records e si compone di nove intensi brani.

L’aria si surriscalda fin da subito per mezzo della fulminante e incontenibile Reign che, tra chitarre, voce gridata e ritmo piuttosto spedito, si polverizza di fronte alle verticalizzazioni affilate della tempestosa Impending.
Il crescere inarrestabile di Horizon, acquistando sempre più forza e vigore, apre al lento mordere della più meditativa e cerebrale Vanish (la componente post metal prende il sopravvento), mentre Diminish, ingannando con il suo finto eclissarsi, impatta con forza con i nostri padiglioni auricolari, lasciando che a seguire sia il procedere sostenuto di Corrosion.
Bend Or Break, infine, affondando gli artigli con i suoi muri di chitarra e batteria, introduce il pesante correre di Never Unleashed e l’immenso affogare sonico della gigantesca The Monarch Analyst.

Con questo nuovo lavoro i Kollwitz si ritagliano uno spazio di tutto rilievo all’interno dell’ampio scenario post metal europeo. Il sound proposto dalla band, infatti, energico e compatto, riesce a mettere in luce una propria personalità, rendendo l’intero lavoro omogeneo e ben definito. Manca ancora lo sviluppo di melodie e soluzioni sonore che rendano effettivamente memorabili i singoli pezzi, ma la speranza è che, continuando su questa strada, la band riesca a fare quel passo in più che ancora serve.

Tracklist:
01. Reign
02. Impending
03. Horizon
04. Vanish
05. Diminish
06. Corrosion
07. Bend Or Break
08. Never Unleashed
09. The Monarch Analyst

Line-up:
Stian Hansen
Torbjorn Hafnor
Thomas Hanssen
Endre Njos
Jorgen Rist Holmen
Frederik Hillestad

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