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Recensione : Strange Wilds – Subjective Concepts

Disco di debutto dei Strange Wilds di Olympia, stato di Washington, bend che unisce il grunge con il rock indie anni novanta, senza tralasciare una bella dose di furia.

Disco di debutto dei Strange Wilds di Olympia, stato di Washington, band che unisce il grunge con il rock indie anni novanta, senza tralasciare una bella dose di furia.

Subjective Concepts è un disco che stupisce per la capacità di sintesi assolutamente naturale, unendo due traiettorie musicali che sono state parallele ma raramente tangenti come in questo caso.
Certa pigrizia e tossicità del grunge cammina insieme ai giri di chitarra ed alle atmosfere spingenti e respingenti della scena indie americana anni novanta, un certo gusto poi interpretato da etichette come la stessa Sub Pop, la Touch & Go, ed altre.
Gli Strange Wilds sono un gruppo dal tono tipicamente americano, sono gli allievi attenti e selettori degli insegnamenti di Kurt Kobain, che avrebbe benissimo potuto scrivere un disco così, anche se non possedeva assolutamente la leggerezza mostrata in questo Subjective Concepts.
Abbiamo anche l’oscurità in queste tracce, la luce filtra per portare scompiglio ed il tutto è molto interessante.
A causa di facili letture sicuramente gli Strange Wilds si porteranno dietro l’etichetta di epigoni dei Nirvana, ma chi ha voglia di capire e di approfondire potrà facilmente smentire tutto ciò.
Essendo l’esordio su lunga distanza, dopo l’ep “Wet” di quattro tracce del 2014, gli Strange Wilds si prendono impegni importanti, perché la qualità è molto alta e diventeranno uno dei gruppi da seguire, ma più che altro bisognerebbe ascoltarli per bene.
Fulmineo e repentino.

Tracklist:
1. Pronoia
2. Starved For
3. Autothysis
4. Don’t Have To
5. Egophillia
6. Oneirophobe
7. Disdain
8. Pareidolia
9. Terrible
10. Lost and Found
11. Outercourse

Line-up
Steven – Voce, Chitarra
Sean – Basso
Allen – Batteria

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