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Recensione : Eversin – Intervista

Intervista con la band siciliana autrice dell'ottimo "Trinity : The Annihilation".

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Ignazio Nicastro e Angelo Ferrante, rispettivamente bassista e vocalist dei devastanti Eversin, thrash metal band autrice del notevole Trinity : The Annihilation.
Ne è scaturita una piacevole panoramica sul passato e presente del gruppo …

iye Ciao a tutti e complimenti per il nuovo album; facciamo un passo indietro, però, e raccontateci la vostra storia!!

Ignazio: Ciao a te e grazie mille per le belle parole che hai speso sul nostro nuovo disco. Gli Eversin nascono nel 2008 dalle ceneri dei Fvoco Fatvo, e nel 2010, per My Kingdom Music, esce il nostro primo disco Divina Distopia, un album molto particolare, sperimentale e lontano dal thrash tecnico e violento che proponiamo oggi. L’album era una sorta di esperimento e presentava sonorità molto atipiche per una band thrash. Ci interessava esordire in maniera piuttosto atipica anche se non mancano le sfuriate che ci contraddistinguono. Diciamo che ce ne stanno meno del solito. Tears on the Face of God del 2012 e sempre per MKM, è il disco che ci riporta alle nostre radici, infatti è un album thrash molto diretto, anche se presenta molte parti piuttosto epicheggianti. Per quanto riguarda il neonato Trinity: the Annihilation, beh, è IL disco degli Eversin. E’ quanto di meglio abbiamo mai composto e pubblicato ed è la perfetta fotografia dell’anima della band.

iye Nonostante la bontà del precedente lavoro a mio parere i passi avanti fatti con “Trinity: The Annihilation”, sono stati esponenziali: avete avuto la stessa percezione e quale è stato il processo compositivo che vi ha portato a questo risultato ?

Angelo: Gli Eversin sono in costante evoluzione e come dici tu la cosa è assolutamente ravvisabile se si paragonano i nostri due ultimi lavori. In fin dei conti sono usciti a poco più di due anni di distanza l’uno dall’altro ma la differenza tra i due è notevole. Trinity: The Annihilation è assolutamente molto più violento rispetto a Tears on the Face of God, ma allo stesso tempo esalta le capacità tecniche di ognuno di noi e porta la nostra musica ad un livello ancora più alto. Il processo compositivo seguito è stato lo stesso usato per gli altri dischi solo che stavolta abbiamo avuto molto meno tempo per comporre e rifinire le canzoni. La cosa ci ha messo davvero sotto pressione ma dal risultato ottenuto posso dire che lavoriamo molto bene sotto pressione.

iye Il vostro album, supportato da un’ottima tecnica, cresce a dismisura con gli ascolti: in questi mi dà l’idea di un lavoro di vecchio stampo, cioè un’opera in cui l’ascoltatore non subisce passivamente la musica ma ne diviene parte attiva nell’elaborarne i contenuti.

I: Ciò che hai notato è esattamente ciò che vogliamo che succeda. L’ascoltatore deve essere catapultato all’interno di ciò che noi narriamo nei testi e deve esserne parte. Per questo i nostri testi devono rispecchiare ciò che suoniamo, proprio per consentire a chi ascolta di calarsi completamente all’interno delle atmosfere del disco. Prova a guardare la copertina e contestualmente ascolta una qualsiasi canzone del cd … ti sembrerà di essere davvero parte di ciò che stai guardando.

iye Il titolo ricorda la prima detonazione nucleare da parte degli U.S.A nel New Mexico del 1945, e la musica segue questo concept risultando apocalittica, a tratti capace di evocare puro terrore: questa scelta fotografa in qualche modo la vostra visione attuale del mondo che ci circonda?

I: Assolutamente sì. Ho scritto io tutti i testi, e non ho problemi a dire che l’umanità mi disgusta. Mi disgusta ciò che ha fatto in passato, ciò che fa e ciò che farà. Il mondo è un bel posto, è l’uomo che fa schifo. Un essere costantemente votato all’autodistruzione ed alla ricerca del bene personale. Ciò che ho voluto mettere in risalto coi testi non è la creazione dell’arma nucleare, bensì l’idea di autodistruzione che sta alla base della creazione della bomba atomica. Se ci pensi un attimo è l’abominio per eccellenza.

iye Ad inizio recensione ho accennato alle illustri collaborazioni che impreziosiscono l’album, ovvero quelle di James Rivera e Glen Alvelais: come siete riusciti a coinvolgere i due musicisti? Tra l’altro sto notando che sempre più i gruppi nostrani, in tutti i generi metallici, accolgono nei loro album graditi ospiti internazionali, segno che all’estero la nostra scena è più che rispettata, mentre in Italia si fatica, anche solo a supportare le band meritevoli; è davvero così anche secondo voi?

A: Li abbiamo contattati via mail ed in seguito, dopo che hanno accettato di collaborare, abbiamo inviato loro i pezzi su cui suonare. Sono due persone squisite e due professionisti davvero in gamba. Il fatto che molte band ospitino guest sui loro dischi è indubbiamente un buon segno e mette in luce, come dicevi tu, che le band italiane vengono ben considerate all’estero, cosa che non succederà mai in Italia, patria dell’invidia e delle maldicenze.

iye Slayer, Forbidden e Testament in un contesto estremo ed apocalittico, supportato da ottima tecnica e grande personalità: questo è ciò che risponderei a chi mi chiedesse una sintetica descrizione della musica degli Eversin: vi ci ritrovate o avete altro da aggiungere?

I: Che bisogno c’è di aggiungere altro? Meglio di così…

iye Oltre i gruppi citati, quali sono i vostri ascolti abituali?

I: Thrash metal in lungo ed in largo, molto death metal, qualcosa di black metal e qualcosa di heavy classico…

A: Testament, Slayer, Annihilator, Kreator, Grip.Inc ed Exodus, poi qualcosa di classico come Maiden, Ozzy o Savatage…

iye Parliamo di concerti, argomento spigoloso specialmente sul suolo nazionale: come vanno le cose in casa Eversin riguardo agli impegni on stage, in particolare per quanto riguarda le opportunità di esibirsi con una certa continuità?

I: Beh guarda, non ci possiamo lamentare … Abbiamo suonato con i Death Angel, con i Destruction per ben due volte, l’anno scorso al Rock Off in Turchia con i Megadeth e quest’anno coi i Korn, sempre l’anno scorso all’Agglutination e ad ottobre suoneremo con gli Annihilator … Inoltre abbiamo già qualcosa in cantiere per il 2016 …

A: Facciamo il possibile per far convivere la band con le nostre vite personali e lavorative, e a volte non è proprio facilissimo. Posso dire però che al momento ci stiamo riuscendo alla grande, e vedrai che nel 2016 saremo molto più presenti sui palchi di mezza Europa.

iye Concludiamo chiedendovi di anticiparci qualcosa riguardo ai vostri progetti a beve e lunga scadenza.

I: Come diceva Angelo, il 2016 ci vedrà sui palchi europei per dei festival ma nel frattempo già a Natale inizieremo a comporre del nuovo materiale. Ci sarà un quarto disco degli Eversin e sarà ancora più devastante. Per adesso c’è Trinity: the Annihilation a spaccare il culo a chiunque provi a mettere in discussione gli Eversin … il resto verrà a suo tempo.

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