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Recensione : Embryo – Embryo

Embyo si colloca tra la scuola nord europea e quella americana del death melodico, regalando quaranta minuti di emozionante metallo estremista ed elegante.

I ragazzi della Logic(II)logic Records pubblicano l’album che non ti aspetti.

Abituati a parlare di hard rock e metal, genere di cui si occupa principalmente l’etichetta nostrana, questo lavoro sposta decisamente il tiro sul metal estremo e lo fa con un’opera molto interessante ed una band gagliarda come i cremonesi Embryo.
Attiva dall’alba del nuovo millennio, la band arriva al terzo full length, dopo “Chaotic Age” del 2006 e “No God Slave” di cinque anni fa, parliamo quindi di musicisti che sanno il fatto loro ed hanno ben delineata la strada che deve seguire la loro proposta.
Siamo nei meandri del death metal melodico, caratterizzato e strutturato su sinfonie oscure e industrialoidi, atmosfere dark che creano un alone di pesantezza sonora notevole, per niente ruffiana come in molte delle band di ultima generazione, lasciando da parte voci pulite e soluzioni core da MTV, per un approccio più in linea con i gruppi degli anni novanta.
Prodotto da Simone Mularoni, il nostro Dan Swanö per l’alta qualità dei lavori su cui mette lo zampino e ormai perfetto in ogni genere, dal prog all’heavy classico e (come in questo caso) nei suoni estremi, Embryo è un lavoro perfettamente riuscito, nel quale le tastiere sono protagoniste del sound senza per questo far diminuire l’impatto straordinario dei brani proposti.
Una sapiente miscela di melodic death scandinavo ed estremismo americano fanno di questo lavoro una perfetta alchimia tra Dark Tranquillity e Fear Factory, mantenendo la tensione altissima e non mollando mai in quanto a violenza ritmica, esaltata dal lavoro di Simone Solla ai tasti d’avorio e all’impressionante prova di Roberto Pasolini al microfono.
Embryo vive di questo e anche di più, con un songwriting che deborda, musicisti preparatissimi (Eugenio “Uge” Sambasile alla sei corde, Nicola Iazzi al basso e Enea Passarella alle pelli completano la line-up) ed una maturità artistica che,,al terzo lavoro, non può che essere completa.
Accelerazioni che spaccano, tappeti tastieristici dall’animo symphonic/dark, ritmiche cyber e chitarre metalliche, in un’orgia di suoni estremi su cui il growl brutal del vocalist (solo in parte affiancato da uno scream di pura disperazione) ci scaraventa nel bel mezzo della battaglia tra la scuola nord europea e quella americana, glorificandole tutte e due e regalando quaranta minuti di emozionante metallo estremista ed elegante.
La brutalità dell’industrial death dei Fear Factory e l’eleganza dei Dark Tranquillity di “Projector” sono il segreto per elevare brani del calibro di The Pursuit of Silence, Insane Lucidity, The End of the Beginning e My Pounding Void a piccole gemme estreme di rara bellezza.
Altro gruppo notevole in ambito estremo nato ed evolutosi nel nostro paese, ed ennesimo bellissimo lavoro che i fans del genere sono assolutamente obbligati a far proprio.

Tracklist:
1. An Awkward Attempt
2. The Pursuit of Silence
3. Manipulate My Consciousness
4. Insane Lucidity
5. The End of the Beginning
6. Embryo
7. The Touch of Emptiness
8. The Door to the Abyss
9. My Pounding Void
10. Fragments of Utopia
11. I Am Pure Hate

Line-up:
Eugenio “Uge” Sambasile – Guitars
Roberto Pasolini – Vocals
Nicola Iazzi – Bass
Enea Passarella – Drums
Simone Solla – Keyboards

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