Attenzione questo film è diretto da uno fra i miei registi preferiti di tutti i tempi: signore e signori colui che fu soprannominato il terrorista dei generi, il Maestro Lucio Fulci.
Solo un genio di tale portata avrebbe infatti potuto portare la coppia Franchi/Ingrassia a così alti livelli come in questa pellicola,anche se i due ad essere proprio sincero sono già in formissima di per sé stessi.
Il tutto ha inizio nella base cosmonautica di Tallin (ora Estonia ma allora Unione Sovietica) dove sta per partire alla volta dello spazio la navicella Popov 1 con ai comandi i sosia sovietici Franco e Ciccio.
I nostri invece riportati nella loro patria adottiva sono solo due piccoli ladruncoli pasticcioni.
Nella prima scena in terra italica i due sono impegnati in un furto ad un negozio di elettrodomestici; questo spezzone è completamente muto con in sottofondo un magnifico tappeto di musica jazz.
L’atmosfera che si coglie è quella che solo un fenomeno come Fulci, o come Russ Meyer, sa creare,e la gestualità dei comici siciliani rende il tutto indimenticabile.
Il furto però non riesce a causa del fare maldestro dei due malviventi e, oltre a fallire nel colpo, ai nostri viene pure rubato il furgoncino con il quale erano arrivati al negozio.
Ma Franco e Ciccio nonostante non si siano appropriati di alcunché vengono lo stesso arrestati per il tentato furto soprattutto grazie, o per colpa, del solerte intervento di un metronotte, un fenomenale Lino Banfi, la cui parlata è ancor più geniale del solito.
La scena si sposta quindi in un salone di bellezza che altro non è se non una copertura in suolo occidentale dei servizi segreti russi.
Visti i visi degli arrestati sui giornali i sovietici decidono di rapirli così da poter mostrare alla stampa internazionale loro anziché i loro sosia cosmonauti dispersi, la cosa eviterà al colosso d’oltrecortina l’onta per la mancata riuscita dell’impresa spaziale.
Effettuato il rapimento i nostri vengono sottoposti alle sollecitazioni dei viaggi spaziali dalle quali escono evidentemente scombussolati.
Nel solito modo rocambolesco Franchi ed Ingrassia riescono a fuggire e arrivano a camuffarsi da donne piuttosto che finire di nuovo nelle grinfie del kgb.
Franco, in una spettacolare versione con parrucca bionda, viene anche trasformato in una donna a causa di numerose punture di ormoni, l’effetto però per sua fortuna durerà solo dodici ore.
Dopo numerose peripezie i due vengono catturati, addormentati e spediti in Russia.
Arrivati a destinazione i nostri sono spediti nello spazio ancora in stato di incoscienza, i russi devono infatti mostrarli al mondo come i loro sosia ma ancora in vita.
Appena riprendono conoscenza e capiscono la situazione i due sono colti dal panico, ”Ciccio nell’infinito siamo!”.
Mentre si trovano sulla navicella spaziale inoltre saltano i contatti con la terra, i nostri finiscono così per essere ancor più spaventati e certo non aiuta a rassicurarli una lettera con su scritto (in italiano?!?) “In caso di pericolo, suicidatevi!”.
E’ a questo punto del film che si svolge un’altra scena epica che vede la coppia cucinarsi una cena in pillole come se avessero a che fare con dei cibi veri e propri.
Escono addirittura dall’astronave e lo fanno aprendo una porta esattamente come farebbero in un’abitazione, mentre fluttuano nello spazio Ciccio afferma “Manca la forza di gravidanza”.
Un’altra battuta di assoluta rilevanza e quella nella quale Franco esclama “Io mi butto a sinistra” ed il socio gli risponde “Ora non fare politica”.
Finalmente i contatti vengono ristabiliti ed il duo risale sulla navicella, viene spiegato loro come rientrare sulla terra e l’atterraggio riesce perfettamente.
Appena rientrati i nostri vengono presi in consegna dagli agenti sovietici che, pistola in pugno, li conducono dalle loro presunte mogli, due fanciulle più che notevoli.
Ma anche i veri astronauti sono vivi e riescono anch’essi a rientrare alla base,a questo punto però sono diventati quasi un peso e le autorità russe li trattengono in una caserma,ma questi,nonostante tutto,riescono a fuggire.
Giunti a casa le due mogli tentano di interloquire con i due italiani ma ovviamente senza risultato, anzi,al momento di accoppiarsi, i due puntano la donna sbagliata creando fra le due signore ulteriore sgomento.
Le donne russe per Franco sono “Troike” mentre per Ciccio si chiamano “Balalaike”.
I veri astronauti nel frattempo arrivano anch’essi a casa ed ovviamente qualcosa alle ragazze riescono a dirlo, concludono il dialogo dicendo loro di volersi mettere in libertà ma poco dopo ricompaiono i due eroi italici in pigiama e ricominciano con la loro solita parlata, le due completamente disorientate si sentono mancare e svengono.
Solo quando, dopo una serie di innumerevoli equivoci, Franco, Ciccio, i sosia e le ragazze finiscono nello stesso letto questi si rendono conto di essere stati rimpiazzati con delle copie.
Comincia una lotta davvero esilarante nella quale i quattro fanno davvero fatica a riconoscere i loro reali rivali.
Nel frattempo alla base spaziale, data per assodata la fuga dei due cosmonauti, tentano di rimpatriare i due italiani ma l’ennesimo errore fa si che in direzione Roma vengano spediti i due sovietici.
I nostri rimasti nella patria del socialismo reale non possono che tornare a fare i ladri.
Come ampiamente dettovi in apertura il binomio Fulci / Franchi & Ingrassia funziona alla stragrande e questo fa del film una godibilissima visione.
Un’ultima piccola ma sostanziale perla l’aggiunge la canzone che la coppia di comici siciliani canta a due voci all’inizio ed alla fine della pellicola, a mio avviso splendida.
Regia di L.Fulci
con F.Franchi,C.Ingrassia,L.Simi,L.Banfi
Italia,1965