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Recensione : Primitiv – Immortal & Vile

Candlemass, Black Sabbath, Obituary, Morbid Angel, Cathedral e tanto talento, fanno parte del dna di questo notevole gruppo indiano, ed il loro album un disco da avere assolutamente, specialmente se siete amanti di queste sonorità.

Other bands are old school, we are Primitiv.

Così si definiscono i Primitiv, gruppo heavy/doom/death metal di Mumbai, India, altro gruppo che arriva a noi tramite la Transcending Obscurity, meritevole di molta attenzione da parte dei fans dei suoni old school di matrice estrema.
Composti da membri dei fenomenali Albatross, i Primitiv licenziano questo monolitico esordio, dal titolo Immortal & Vile, massiccio, cadenzato e potentissimo esempio di metal estremo dai rimandi doom classici, con chitarroni ultra heavy, presi in prestito dal metal ottantiano e la maligna e brutale atmosfera death metal che rende il tutto, un molosso di suoni metallici fusi nell’acciaio.
Accompagnato da una copertina old school epicissima, Immortal & Vile non può che conquistare, forte di brani notevoli a livello atmosferico, ottimamente suonati ed originali nel saper amalgamare i generi descritti, costruendo un sound, ruvido, aggressivo, a tratti altalenate tra i suoni hard & heavy dai rimandi settantiani, e l’heavy metal del decennio successivo, dove la band, non contenta, ammanta il tutto con l’elemento estremo, quell’aura death che fa dell’album un gioiellino metallico.
Nei solchi di questo primitivo lavoro, spicca il growl guerresco di Nitin Rajan, leggendario vocalist della scena indiana (Sledge, Morticide), dall’enorme vocione che ricorda un’antica e maligna divinità di qualche imprecisata leggenda epica, accompagnato da una sezione ritmica che non può non essere monolitica (Riju Dasgupta al basso e Pushkar Joshi alle pelli) e le due asce che incendiano, devastano, lanciano fulmini e saette, tra solos heavy, ritmiche dal lento incedere doom e attimi di bombardamenti death, molto più americani di quanto si evince ad un primo ascolto (Rajarshi Bhattacharya e Kiron Kumar).
Clash Of The Gods e World War Zero aprono il lavoro nel segno del doom/death, ma da The Demon Science in poi l’esplosivo sound del combo esce in tutta la sua natura e Lake Rancid regala una song doom classica, dove il riff nasce da qualche montagna settantiana e sfocia in una valle di suoni hard & heavy da stropicciarsi gli occhi.
Bellissima Taurus, doom death psychedelico e lisergico, così come la storica Lords Of Primitiv che chiude il lavoro, ancora metal old school, dall’incedere settantiano e dalla forza di un carro armato death metal.
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TRACKLIST
1.Clash of the Gods
2.World War Zero
3.The Demon of Science
4.Lake Rancid
5.Dead Man’s Desert
6.Taurus
7.Lords of Primitiv

LINE-UP
Rajarshi Bhattacharya – Guitars
Riju Dasgupta – Bass Guitar
Pushkar Joshi – Drums
Nitin Rajan – Vocals
Kiron Kumar – Guitars

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