Quando si parla di metal e si citano le tre grandi nazioni del nord Europa viene spontaneo associare la Norvegia al black e la Svezia al death, mentre per la Finlandia non si può fare lo stesso, non essendo mai emerso un genere predominante sugli altri, almeno dal punto di vista prettamente numerico.
Soprattutto in ambito death, il paese dei mille laghi non è mai stato certamente tra i più prolifici e se escludiamo i recenti consensi ottenuti dagli Insomnium e gli ormai datati esordi di Amorphis e Sentenced, i quali però raggiunsero il successo solo successivamente virando verso un metal dai tratti più melodici, risulta arduo ricordare di primo acchito il nome di una band finnica in grado di imprimere il proprio marchio sulla scena.
I Vorum irrompono in tale contesto in maniera tutt’altro che timida e senza chiedere permesso ad alcuno, con il loro full-length d’esordio intitolato Poisoned Void ma, chiaramente, non si chiede certo loro di ergersi in qualche modo a salvatori della patria, bensì quello di provare a ritagliarsi un spazio nel sovraffollato panorama death attuale. Peraltro, pur essendo di nazionalità finlandese, il quartetto proviene dalle isole Åland, arcipelago che si trova tra la Finlandia e la Svezia, di etnia e lingua prevalentemente svedese, per cui appare pressoché inevitabile l’assorbimento degli influssi culturali, e di conseguenza musicali, del paese delle Tre Corone.
A fronte dell’ondata revivalistica che ha portato alla ribalta diverse band dedite al cosiddetto death old-school, i nostri provano piuttosto ad amalgamare il meglio delle due scuole principali (svedese e statunitense) senza cercare a tutti costi di fornire al sound un tocco “retrò”, limitando al minimo gli inserti melodici e basando il tutto sull’impatto veemente e privo di compromessi conferito al songwriting.
Del resto, avendo la necessità di dover etichettare tutto in un modo o nell’altro, si rischia di dimenticare che, a prescindere dalle definizioni più fantasiose, esiste un death metal puro e semplice, cioè quel condensato di tecnica e brutalità che è proprio quello proposto dai Vorum.
Se l’opener Impetuous Fires tiene fede al titolo con la sua carica dirompente e la successiva Death´s Stains mostra qualche passaggio più ricercato, sono in definitiva le violente accelerazioni, i letali rallentamenti e l’attitudine complessiva della band a costituire il tratto comune che ci accompagnerà fino alla title-track, posta in chiusura del breve album (35 minuti): il brano in questione mostra uno sviluppo davvero interessante, poiché viene lasciato un maggiore spazio alla chitarra solista e a passaggi avvolgenti che si stemperano in una coda dai tratti piuttosto atmosferici; questa traccia dimostra che i Vorum hanno le potenzialità per esplorare con più continuità territori differenti rispetto a quanto mostrato nella mezz’ora precedente, comunque apprezzabile.
La produzione è “sporca” al punto giusto, nel senso che non penalizza l’album ma neppure ne costituisce un valore aggiunto, mentre a livello vocale, per gusto personale, sarebbe stato preferibile un ricorso più costante al growl rispetto allo scream prevalentemente adottato da Jonatan Johansson.
Quindi si può archiviare positivamente questo album di debutto, restando comunque in attesa di ulteriori sviluppi, perché se per un verso i Vorum, con Poisoned Void, mostrano le stimmate della band di valore, dall’altro per emergere nel panorama attuale tutto ciò potrebbe non essere ancora sufficiente, anche se la strada intrapresa è senz’altro quella giusta.
Per ora promossi a pieni voti, per un’eventuale lode attendiamo le prossime mosse.
Tracklist:
1. Impetuous Fires
2. Death´s Stains
3. Rabid Blood
4. Thriving Darkness
5. Evil Seed
6. In Obscurity Revealed
7. Dance of Heresy
8. Poisoned Void
Line-up :
John Finne – Bass
Mikko Josefsson – Drums
Matti Jalava – Guitars
Jonatan Johansson – Guitars, Vocals