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Recensione : Filth In My Garage – Songs From The Lowest Floor

Sperimentare, fondere generi, non avere confini nel musicare stati d'animo diversi.

Sperimentare, fondere generi, non avere confini nel musicare stati d’animo diversi.

Questa è la missione dei Filth In My Garage, gruppo bergamasco attivo dal 2007 , con tre ep alle spalle, al debutto su lunga distanza. Per chi è un fan con mente aperta dell’hardcore, i Filth In My Garage saranno una grandissima scoperta, confermando il fatto che questo genere sta spostando molto lontano i propri orizzonti. I riferimenti maggiori, anche se qui più che mai bisogna usare la propria testa, potrebbero essere Poison The Well, Norma Jean e Converge, quanto meno per la struttura. Anche l’emo anni novanta qui lascia fortemente il segno. A differenza di tanti gruppi attuali, il gruppo bergamasco pur avendo un suono che troppi gruppi troppo spesso fanno cadere nel ridicolo, riesce a mantenere una tensione ed un pathos notevoli, energizzando un sentimento post rock. Personalmente al primo ascolto non mi hanno impressionato granché, al secondo, invece, ci si accorge che questo disco ha una potenza immensa, tanto sentimento ed un potenziale gigantesco dal vivo. Vi troverete più volte a volare contro il muro o ad alzare per aria il dito, consapevoli che l’hardcore è provare ad estirpare il male che alberga nel nostro petto, perché vivere pesa quanto le emozioni che proviamo, e i Filth In My Garage ne fanno provare molte di emozioni.

TRACKLIST
1.Stampede
2.Black and Blue
3.Devil’s Shape
4.Greenwitch
5.The Awful Path
6.Red Door
7.The Lowest Floor
8.Owl Feather

LINE-UP
Matteo – Guitar
Stefano – Voice
Giacomo – Guitar
Simone – Bass
Mauro – Drums

FILTH IN MY GARAGE – Facebook

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