Unite pop, swing ed elettronica e avrete i The Lemon Squeezers. La formazione bresciana, composta da Laura Bonomi, Dario Acerboni, Davide Albrici, Gabriele Bonometti, Francesco Mazzolari, Angelo Ferraboschi e Marco Rossi, ritorna, a sei anni di distanza dall’ultimo lavoro, con le undici canzoni di Pop Hurt. Il disco, frizzante e trascinante, coinvolge in ogni sua parte, grazie alla sua innata vitalità.
Il ritmo serrato di Miss Butterfly, guidato da fiati, voce e basso, apre l’album coinvolgendo con il suo spirito festante, lasciando che a proseguire siano il pulsare lievemente tamarro di Pop (ampio spazio viene lasciato all’elettronica) e l’energico esplodere di Reload.
I timpani di The Dreamers marciano rigorosi in mezzo ad atmosfere swing/elettroniche fresche e ariose, mentre i tempi serrati (ma meno fitti) di Love Love Love, concedendo momenti più intensi ed emotivi, introducono l’elettronica da “Gangnam Style” di Mr. Sullivan (si ascolti la seconda parte) e l’animo rock, celato sotto svariati strati sonori, di Low Shelf Frequency.
Mei’s Day, invece, andando dritta con il suo pulsare di cassa e un ampio dialogare di strumenti, fa da apripista alle incursioni brostep di The Line. Il procedere spedito di I’m Your Dad, infine, chiude il disco cedendo la parola allo squillare di Monkey.
Il sound e il genere proposto dai The Lemon Squeezers devo ammettere che a me piace pochissimo. Nonostante ciò, non posso nascondere il fatto che il disco sia curato in ogni sua parte e che i vari pezzi, farebbero ballare anche il più impalato degli asociali. Undici brani che fanno dei ritmi serrati, delle melodie accattivanti e del combinare fiati ed elettronica, la loro formula magica. A me non piace, ma sono sicuro di far parte di una netta minoranza.
TRACKLIST
01. Miss Butterfly
02. Pop
03. Reload
04. The Dreamers
05. Love Love Love
06. Mr. Sullivan
07. Low Shelf Frequency
08. Mei’s Day
09. The Line
10. I’m Your Dad
11. Monkey
LINE-UP
Laura Bonomi
Dario Acerboni
Davide Albrici
Gabriele Bonometti
Francesco Mazzolari
Angelo Ferraboschi
Marco Rossi