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Recensione : Alga Kombu – In Fin Dei Corpi

Ci troviamo di fronte ad un ep che è una tempesta sonora (e ci piace così), però se si lavorasse di più sulla ricerca delle melodie piuttosto che sulla grezza immediatezza, i risultati potrebbero essere ancor più interessanti

A un anno di distanza dalla pubblicazione della loro prima demo, le bolognesi Alga Kombu (quartetto bolognese dalle idee ben chiare), ritornano con i cinque brani di In Fin Dei Corpi, ep pubblicato per Sincope Records.

L’incendiarsi malsano di Grida, guidato da chitarre, basso e batteria, combina i Massimo Volume più rabbiosi con sonorità post punk leggermente opprimenti, mentre lo spigliato procedere di Natura Morta, tra fragori disturbanti e momenti allucinati e violenti, lascia che a seguire sia la tensione generata dalla tormentata La Cultura Dello Stupro. L’espandersi sonoro della più ariosa Clito, invece, guidata dalle chitarre e dal solido procedere di basso, apre allo sfrecciare punk della conclusiva ed energica Bestia Inquieta.
Le tracce proposte dalla band bolognese, incentrate su chiare sonorità in bilico fra post punk, rock e noise, si fanno notare fin dal primo momento grazie alla forza d’impatto che riescono a generare.
Ci troviamo di fronte ad un ep che è una tempesta sonora (e ci piace così), però se si lavorasse di più sulla ricerca delle melodie piuttosto che sulla grezza immediatezza, i risultati potrebbero essere ancor più interessanti.

TRACKLIST
01. Grida
02. Natura Morta
03. La Cultura Dello Stupro
04. Clito
05. Bestia Inquieta

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