Disco solitario per Enrico Bosio, eiaculato momentaneamente dai Bosio.
I territori sono quelli abbastanza contigui ai possedimenti sonori dei Bosio, ma qui Enrico Bosio esplora soluzioni più ironiche ed iperrealiste ( ho sempre voluto scrivere questa parola, che con la mia totale assenza di erre parlata sarebbe impossibile da pronunciare). Scusate, torniamo da Enrico. Quest’ultimo è un musicista che scrive molto bene e compone musica parca di orpelli ma molto potente.
Enrico Bosio dal nulla ti tira fuori cose che altri musicisti ci metterebbero quattro dischi di merda e uno mezzo decente. Già come gruppo i Bosio sono unici e fanno un genere a sé stante e qui Enrico compie la stessa operazione con mezzi differenti.
La sensazione è quella di sospensione delle normali attività cerebrali, volendo unicamente il fiore delle canzoni di Enrico, che ridendo e scherzando essendo dotato di notevole ironia soprattutto auto, ha sfornato un disco pienissimo e molto bello.
La sua bravura è la semplicità di dire cose importanti e uniche, senza cadere in luoghi comuni, certamente appartenendo alla natura della scuola genovese, ma sviluppando una musica tutta sua. Segaligno si potrebbe definire una costola della poetica dei Bosio, ma non è propriamente così. Luci ed ombre ma non nella qualità della vita, ma solo nelle storie narrate.
Ascoltandolo mi viene in mente di pigri pomeriggi nei brevi prati liguri, con case immote fresche e duramente accoglienti, ed una musica viene su dalla nostra anima, ed è quella di segaligno. Aiuta moltissimo l’immaginazione anche il groove, questo suono continuo, basso e bello che scaturisce dalle musiche di Enrico. Questo è blues ligure, magnifico e piacevolissimo.
TRACKLIST
1.Marciapiede
2.Amore vero
3.In contemporanea
4.Jamboree
5.La falsa primavera
6.Lucifero
7.Le strade distanti
8.L’ascensore del Castellaccio
9.Estate
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