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Recensione : La Bestia Carenne – Coriandoli

E' molto forte la presenza della sincerità cantautorale partenopea, e come dicono loro gli piace pisciare un po' ovunque fuori dal cesso e dal seminato, che poi sarebbe la missione della musica, almeno quella che vorrebbe ambire a provarci.

La bestia Carenne sforna un terzo disco spigoloso, cattivo e spietato, composto e suonato in maniera minimale ma ben calcolata. All’inizio del viaggio ci si sente un po’ spavaldi come quasi sempre quando ci si appresta ad ascoltate un disco del cosiddetto alternativo italiano, perchè poi alla fine sono dischi che forniscono ampie zone di conforto. Coriandoli no, è un dito infilato in culo, e ciò avviene grazie all’uso di molti generi, di diversi codici e modi di suonare.

Vengono seguite anche diverse tradizioni e stili musicali, assorbe anche molto dei luoghi dove è stato concepito e suonato, ovvero Cuma, Procida e Napoli, infatti è molto forte la presenza della sincerità cantautorale partenopea, e come dicono loro gli piace pisciare un po’ ovunque fuori dal cesso e dal seminato, che poi sarebbe la missione della musica, almeno quella che vorrebbe ambire a provarci. Non ci si può illudere che sia un disco di facile ascolto, abituati come siamo alla muzak di tutti i gironi, ma è un’esperienza che sebbene non facile è da intraprendere senza indugio alcuno, perché ne vale assai la pena. Non ci sono sentieri o moralismi, bei momenti di gioia o satori, ma minimalismo, una musica quasi teatralizzata e tante parole che esplodono immagini.

Coriandoli è un disco sicuramente fuori dagli schemi per l’alternativo italiano, perché non imita ma innova e mette in crisi le convinzioni, sia musicali che non, quindi non avrà successo, ma non è importante, perché le immagini che ci vengono sfregate sulla faccia, sono davvero importanti ed imponenti.

Scetateve guagliù.

TRACKLIST
1. L’uomo che cammina
2. La quercia
3. Le gambe belle
4. La notte di San Giovanni
5. Il nome di Saffo
6. Carpenteria
7. Il cecchino
8. Polena
9. Le mosche

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