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Psycho – Professor Bad Trip

Psycho - Professor Bad Trip: Gianluca Lerici in arte Brad Tip è un mito della cultura/controcultura e l'arte underground a cavallo tra gli anni 80 e ...

Psycho – Professor Bad Trip

Gianluca Lerici in arte Brad Tip è un mito della cultura/controcultura e l’arte underground a cavallo tra gli anni 80 e gli inizi del 2000. Un maestro indiscusso del fumetto come proiezione onirica, come viaggio psichedelico che attacca lo status quo e le basi culturali col suo tratto deciso, sbeffeggiante e lisergico. Un artista dell’immagine, dell’autoproduzione fanzinesca, che riesce a spaziare dalla musica al fumetto, dalla pittura alla produzione di adesivi e magliette, fino al design da arredamento, che diventa di culto perché la sua arte riesce a impersonare tutto il malessere sociale e la visione da trip culturale del movimento antagonista, centrosocialista se vogliamo, evocando nel frattempo cyberspazio e insetti giganti avidi di controllo.

Io sono particolarmente affezionato alla sua trasposizione fumettistica de Il Pasto nudo di Burroughs uscita con la Shake Edizioni, volume ipnotico, nel quale lo stile del Professore si attanaglia fantasticamente nelle spirali gorgheggianti della fantasia dell’Hombre Invisible di Tangeri, il guru della tossicomania, il Prete, lo sciamano della Beat Generation.

Eris Edizioni ha avuto l’illuminante idea di riproporci l’arte del dottore con un albo bellissimo, un cartonato di 30×21 cm, nel quale vengono proposti due racconti per immagini: Psycho (inizialmente autoprodotto nel quarto volume della collana di comix delle edizioni Comicland dello stesso Lerici) e Kathodic Karma (una serie di fantastiche illustrazioni a pagina intera), e impreziosite dalle prefazioni di Vittorio Baroni e Marco Cirillo Pedri e da un’ampia biografia in postfazione.

Un gioiello da avere, questo volume: i lampeggianti, caotici, peyoteschi ed escheriani tratteggi di Bad Trip sono un vero e proprio passaggio iniziatico in un mondo allucinante in cui si mischiano ai cavi intrecciati, gli occhi mesmerizzati di mostri gommosi, astronavi scoreggianti e formidabili giochi geometrici di linee che si intersecano in un caleidoscopio affascinante, da vedere e rivedere perché ogni volta si scopre un nuovo particolare. Una rappresentazione di un mondo controculturale (perché attacca le stesse basi di un costrutto sociale che oscilla tra adempimento di doveri pre-registrati e una stato di catalessi al cospetto di un Potere violento, sbirresco, costantemente videoregistrante e catalogante) tra sciamanesimo, overdose di LSD, disinformazione, cyberpunk, tribalismo, un Dick spremuto al meglio con dosi di Burroughs spiaccicate stilisticamente sulle pareti e iniezioni in vena di Sterling.

Lerici riesce in pieno a trattare i temi della controcultura cyberpunk, come fece nello stesso periodo la rivista Decoder, che insieme ai libri della Shake riuscì per la prima volta in Italia a mostrarci il mondo psicocibernetico del cyberpunk, a disvelarci lo “sprawl”, a contaminare la cultura con tutte quelle logiche di contropotere di cui è intriso il genere che poi, elaborato tra gli altri da Akim Bay, diventa molto di più che un filone letterario, ma pura filosofia di ribellismo.

Bad Trip simboleggia appieno la forza devastante di un arte senza freni, ma con uno scopo, contro la deprivazione sensoriale progettata per un target di massa.

Un libro da avere perché sfogliare queste pagine è un po’ come tastare un quadro multidimensionale, che va oltre la visionarietà illustrata e un periodo storico di autoproduzione ringhiante, che va oltre anche ogni senso o decodificata lettura del testo, perché quello che è certo è che l’immagine artistica di Lerici è istantaneamente rapportata alla sua persona, unica nel panorama artistico, subito riconoscibile, ecco è questo, quello che riempe gli occhi ammirandolo, quello che riempie il cuore a chi con i suoi disegni ci è cresciuto, o a chi per la prima volta ne rimane inesorabilmente stupito.

E per chi non lo conosce assaggiare la sua arte dirompente, bombarola, psichica, con questo volume confezionato alla perfezione non può essere che il miglior sverginamento.

Noi aspettiamo, come nella prefazione ci viene suggerito possa accadere, il prossimo volume del Professore targato Eris Edizioni.

Intanto voi lanciatevi nello spazio struggente, ironico, psichedelico di Psycho, perché anche se è un viaggio senza ritorno, un effettivo bad trip, non ve ne pentirete.

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