Gli audiolibri sono un prodotto artistico che prende sempre più piede. Sono manufatti cerativi che riescono ad accorpare una storia, un racconto, spesso anche un romanzo intero, con la componente attoriale di una voce che deve suggestionare, insieme a una musica adatta, il che, se tutto è confezionato a dovere, ci regala un’impressionante viaggio nella fantasia, basta sedersi su una comoda poltrona, oppure distendersi nel letto, e farsi trasportare dai suoni e dalle parole. E’ un modo alternativo alla lettura, grazie al quale riusciamo a immedesimarci in una storia con altri sensi, quello dell’udito, spesso corrotto dalle immagini dominanti in una società in cui tutto è immagine, tutto è caos, tutto è frenesia dell’impatto scenografico. Per cui cullati dal ritmo della voce coaudiuvata dall’estro musicale riusciremo a immergerci soavemente, in pieno relax, in un immaginario che potrà essere sorprendente, e come una seduta di pura fantasia assaporare il mantra della storia, a occhi chiusi.
“Midnicht Club” di Giorgio Borroni è un audiolibro accattivante, ben fatto, una storia cyberpunk dalla trama insolita. Mi colpisce il fatto che in 25 minuti Borroni riesce a creare un’ambientazione cyberpunk con poche pennellate, ricostruendo un mondo particolareggiato e caratteristico, con le sue classi e protagonisti ben definiti ma senza sciorinarci spiegazioni che non siamo già insite nella storia, veloce e affascinante. La voce di Edoardo Camponeschi è calda e adatta, riesce a catturare, seppur in certe parti avremmo preferito si staccasse dal suo metro fonetico, magari azzardando un po’ di più sull’espressività.
In un mondo di un futuro cupo e tecnologico gruppi di bande di artisti si affrontano in gare di battaglie virtuali, e tramite un visore interconnesso creano immaginifici ologrammi che attaccano la psiche, seducono o atterriscono. Le bande sono divise in Moderntech e Melancotech, che sono anche la rappresentazione dell’approccio all’esistenza diversa, chi è soggiogato completamente dalle nuove mode e si palesa in livree ultramoderne e chi, dall’altro lato, vive un malinconico spirito dark del presente/futuro. Le bande si scontrano in vere e proprie battaglie psichiche artistiche. Il protagonista, Dez, squattrinato e in una fase calante della sua attività, deve cercare di racimolare qualche soldo oltre che ritornare a vincere qualche gara e gli viene proposto un duello a cui non può dire di no, in uno dei club clandestini più rinomati in fatto di sfide di ologrammi.
Per cui Daz si troverà al Midnight Club per provarsi ancora una volta che non tutto è perduto, che ce la può ancora fare, ma chi è il suo misterioso sfidante? Sarà una sorpresa.
Tutte le caratteristiche del cyberpunk sono ben presenti in questa breve storia, dalle droghe sintetiche, alla fantasia futuristica distopica, alla suburra infestata da gang dagli appetiti malsani, al protagonista noir che dalla sua posizione di sconfitta cerca ancora un modo per risorgere in un mondo di ipertrofia tecnologica in cui tutto sembra risucchiarti in limbi di paura, di paranoia.
Ripeto: il grande pregio di questo audio racconto è di riuscire a creare un’ambientazione con poco, di essere nello stesso tempo ricercata ma dinamica, di mostrarci in nuova luce i topoi del cyberpunk, con intelligenza e fantasia.
Midnight Club lo potete ascoltare cliccando qui.