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Recensione : The Thinglers – Omonimo

La scuola garage punk italiana propone un gruppo stupefacente, al quale si fa presto ad affezionarsi morbosamente

E’ cosa oziosa ne sono perfettamente conscio ma spesso una mia insanabile curiosità riguarda l’origine dei detti o dei proverbi.

Uno fra quelli che preferisco recita all’incirca “da un albero di mele non può nascere una pera”, o il contrario fate voi. Un mio caro amico ne reclama la paternità da parte del suo genitore di parte maschile ma io su tale certezza ho sempre nutrito seri dubbi.

Resta il fatto che da qualsiasi parte derivi questo motto risulti praticamente sempre azzeccato, esempio ne sia questa nuova formidabile band che prende il nome di Thinglers e che vede fra i propri componenti membri di Seuss (se non li conoscete andatevi a rileggervi la mia recensione – pubblicata su queste stesse pagine – del loro omonimo ep del 2016 e sopratutto fate di tutto per farlo vostro), Running Stream e Woody Peakers.

Per i più “scafati” direi che bastano i nomi appena citati per rendersi immediatamente conto di quanto il metaforico albero del gruppo non potesse che produrre frutti deliziosi, per chi invece fosse più profano sappia che stiamo parlando della crema della scena garage pordenonese, una scena che ha sempre garantito agli appassionati brividi e soddisfazioni. Il passo d’esordio del combo friulano non poteva che essere un 7″, oggetto di culto ed adattissimo per un certo tipo di sound, contenente quattro canzoni due originali e due covers.

Ad aprire le danze ci pensa la versione di Hangin’Out dei Blox che i nostri rendono un pezzo di teso garage-punk donandogli altresì un’orecchiabilità insospettabile ed ingentilendo il tutto con un tocco di classe che solo chi conosce la materia a menadito possiede, segue Leave Me Alone un pezzo pieno di pathos che un tappeto di tastiere rende esplosivo e che contiene un ritornello killer che entra in testa al primo ascolto e dal quale è complicatissimo staccarsi.

Il lato b si apre invece con la rilettura di Come On degli Atlantics che, contrariamente alla cover presente sull’altro lato, viene qui rivisitata in una versione più “muscolare” tesa e tagliente, a ruota si ascolta Without You una canzone di grandissimo garage-revival e vi posso assicurare che siamo ai livelli di band quali Miracle Workers o Lyres, d’altronde noi italiani quando suoniamo garage (o hardcore) non temiamo confronti né concorrenza.

Se amate la musica più elettrizzante che mente umana abbia partorito, se cercate un disco che risvegli il lato più selvaggio che c’è in voi senza però dover rinunciare a fornirvi sussulti di puro piacere uditivo beh, lo avete trovato!

ETICHETTA: Area Pirata Records

TRACKLIST
Lato A : Hangin’Out, Leave Me Alone
Lato B : Come On, Without You

LINE-UP
Matteo de Cicco – Basso,
Denis Pinese – Chitarra,
Michele Tonus – Voce,
Ugly – Organo,
Heino Vetriolo – Batteria e Voce

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