Con velocità, irriverenza e speed maximum rock’n’roll in guisa punk, ci becchiamo sul pancione il discaccio “ブラック魔王 – Burakku Demon King”, escalation di inni punk+rock+hardcore – e quanto tanto suona dirty’n’roll?! – accreditato quale opera prima ai Dick Dastardly’s, vieppiù colorato da una copertina che sfascia i canoni di detta musica, gettando lo sguardo su un’immagine quadro in nippon style, pacata ed edulcorata, incaricata di farci crescere in testa l’erbavoglio; il punto critico!
Chiaro che ‘sti ragazzi, residenti nell’East Coast italiana (PU), di testa ne hanno e pure affilata come grosse matite, in modo da permettergli di disegnare piani oscuri su cui battere cassa e grancassa a ritmi da Velociraptor.
Impossibile star lontano dal materiale esplosivo generato e tanto vale farsi avanti sottopalco lasciandosi afferrare dall’energia che soppianta e spianta in pianta live wire.
BURAKKU DEMON KING scrolla polveri di stelle da dosso, neutralizza le cellule snob di altri generi e le getta con fervore, e col favore della corrente ventosa, al mare: ceneri che tornano alla natura. E chi s’è visto s’è visto.
Ormai riprogrammati al senso vitale del fast & furious, o del live fast and dying prest, ci si sbrindella al suono mitragliatore che sfavilla dalle acciaierie a corda, che fuoriesce dalle bacchette orientali che portano tempesta sulle domestiche porcellane della regione di Aichi, e che erompe dall’incurvatura della voce che ci fa gridare a più non posso: long live rock’n’roll!!!
Ma stiamo girando con piacere attorno al vulcano da cui eruttano i dieci pezzi che finalizzano il disco; cellule impazzite che partono dalla bocca di fuoco di PUNK – Vocals// MENGO – Guitar & Backing Vocals// ANDREA – Guitar & Backing Vocals// STEVE – Guitar & Backing Vocals// POCH – Bass (non erutta)// BACO – Drums & Backing Vocals.
E’ tanto bello che un gruppo di giovani italiani tinga le proprie giornate di suoni primitivi e grezzi, predisponendoli a sviscerare filosofie di vita pure e destinate al viaggio anticonformista, comunque wild, nel nome del sempiterno genere (il rock!).
E’ quello che accade in England con i Suicide Generation, che accadde nei nineties con i Teengenerate, e prima ancora con quei gruppi punk’n’roll venati di hardcore, il motore per ogni evoluzione di rapidità e concretezza, nonché usato per annunciare che la rivoluzione culturare ha origine da molteplici versi ‘off’!
Così in “Overthinking” si offre una soluzione temporanea alla paranoia:
“paranoia rule your mind that’s not a piece of cake/ no, there’s nothing you can do/ your mind can’t stay in phase/ to be cool and normal/you just gotta smoke some haze”;
in “All My Friends “ viene scaraventata l’urgenza di esserci qui e adesso:
“this is the life we’re living/ cause we may have no future/ and if you live today/ it’s better you live today”;
in “Let The Old Man Work” il rimprovero alle vuote generazioni passate, oggi in pensione, lobotomizzate dalle ex-professioni svolte:
“they got nothing left/ except for regrets/ desiring to feel useful/ no one givs a shit, no more”;
e ancora in “Watch Me Go” l’anticonformismo dichiarato verso l’establishment:
“Hypocrisy is what just I see/ but everybody keeps pushin’on me/ decent people, authorities/don’t like the way I choosed to be/ when I see those people/ready and packed to go/what can I do?”…
e poi riferimenti a insoddisfazioni, droghe, sesso, sballo e rock’n’roll, con un punto di vista non esclusivamente nichilista, ma accusatorio e ben definito nelle menti, operante un distacco aperto dall’imposizione.
Aspri, corrosivi, provocanti; generazione frutto del NO-FUTURE, che continua ad essere il richiamo aggregante di una società globale decisa a chiedere troppo, restituendo poco e niente, ai giovani.
E’ tutta qui l’esternazione della propria controcultura, la quale deve pure attecchire da qualche parte, tesa a conglobare il godimento estremo che si ripercuote dalla testa ai piedi negli avventori, urlando ‘party’ durante i live.
Eppure al Fanfulla (live club di Roma) di recente ho assistito ad un concertino dove la musica in oggetto, suonata dai Frown e dagli ancora più schizzati The Innocent…, per quanto incendiaria e al soldo della ritmica più schietta e foriera di motilità, non colpiva le gambe degli astanti, la gente non ballava, non si percuoteva e dimenava, né si contorceva come suggeriscono invece le tracce dei Dick Dastardly’s.
C’è da chiedersi come si fa a non subire una metamorfosi, neppure momentanea, sotto simili sfrenate sollecitazioni?
C’mon boyz, l’Italia ha bisogno di gente come voi, terroristi che le bombe le mettono nei cervelli e, speriamo, anche nei culi pesanti di chi viene ai vostri concerti.
WATCH OUT!!!
Track List
1) All My Friend
2) Let the Old Men Work
3) Hard Drugs
4) Watch Me Go
5) Fucked Up Ronnie
6) Metal Fundamentalist
7) Peepshow
8) Overthinking
9) Nuclear Korean Girl
10) No Satisfaction
ブラック魔王 – Burakku Demon King by The Dick Dastardly’s
Etichetta Label
Slack Record, S.F.A. Records
Una risposta
E. C. “…suonata dai The Innocent e dagli ancora più schizzati The Female Troubles…”.