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Suicide – Punk Music Mass At Midnight

Sono passati + di 40 anni dall'uscita del primo album (dal titolo omonimo) dei SUICIDE, eppure il disco è ancora 1 calcio nei coglioni, ascoltato ora, come nel '77!

Sono passati + di 40 anni dall’uscita del primo album (dal titolo omonimo) dei SUICIDE, eppure il disco è ancora 1 calcio nei coglioni, ascoltato ora, come nel ’77!
La stessa marea di sensazioni ke mi squartava le cervella all’epoca, o quasi (in realtà scoprii questa perla qualke anno dopo) ,mi assale tuttora (nonostante in quegli anni fossi imbottito di pillole magike e adesso invece no) all’ascolto!

Riconosciuti tra i precursori della musica elettronica,industrial,house,techno ecc. (le loro prime esibizioni risalgono al novembre del 1970), MARTIN REV ed ALAN VEGA, dopo essersi fatti una gran cultura musicale (pensate ai concerti ke si potevano vedere a NEW YORK negli anni ’60!) , decisero di unire insieme quel ke erano le proprie passioni: ALAN era rimasto folgorato dai LIVE di IGGY & THE STOOGES, amava i primi VELVET UNDERGROUND ed il ROCK’N’ROLL dei ’50s, mentre MARTIN era innamorato del JAZZ in tutte le sue forme e del DOO-WOP.
Sui volantini dei loro primi concerti si poteva leggere: “PUNK MUSIC BY SUICIDE”!

X la precisione il termine “PUNK” fu usato inizialmente da LESTER BANGS in 1 articolo su CREEM, parlando di IGGY POP, pokissimo tempo prima.
I nosri 2 eroi a quei tempi si presentavano ai conceri vestiti con quello ke trovavano nell’immondizia o, al massimo nei negozi di roba usata, diversi anni prima dell’esplosione della moda PUNK lanciata al CBGB newyorkese. INOLTRE, usando pseudonimi come “NASTY CUT” (VEGA) e “MARTY MANIAC” (REV).

Quindi, non dico ke siano stati i primi PUNKROCKERS in assoluto, ma di sicuro arrivarono prima della massa.
Dopo diversi esperimenti di line-up (da trio a duo) e sonori, con tromba (violentata da ALAN) ,kitarre, rudimentali batterie (pikkiate da MARTIN),la band trovò la propria strada con 1 vekkio WURLITZER collegato ad una serie di effetti comprati usati, a cui in seguito si aggiunse una rozza drum-machine di seconda mano.

Quando i SUICIDE si presentarono in studio x incidere il primo lp, erano già trascorsi 7 anni, quindi la maggior parte dei brani erano stati rimodellati, maturati ed in alcuni pezzi erano cambiati i titoli, a volte addirittura i testi.
Anke la strumentazione era cambiata: ora Mr. REV suonava 1 FARFISA mezzo scassato ed 1 RHYTHM PRINCE SEEBURG collegati ai vari pedali e ad una radio a transistor:
Dice MARTIN ke dopo aver provato la scaletta 1 po’ di volte, incisero i pezzi 1 dietro l’altro ed in circa 30 minuti… il disco fu registrato così, in diretta.

Ed eccoci al famigerato lp “SUICIDE” (RED STAR records -1977)! All’epoca la band fu tacciata dal giornaletto (comelokiamo io) ROLLING STONES di essere una coppia di idioti! Peccato ke nel 2003, lo stesso magazine infilasse il loro disco tra i migliori 500 lp di sempre!
Parte il lato A e “GHOST RIDER” (x me 1 inno generazionale) ti appiccica al muro, col suo ritmo ossessivo, l’organo saturato, la voce ricca di delay… Brano dedicato al supereroe MARVEL, di cui ALAN era appassionato.

“ROCKET USA” non è da meno, ritmo serrato ke non fa prigionieri.
“CHEREE” è 1 DOO-WOP carico di pathos (con quei campanellini ke sanno tanto di “SUNDAY MORNING dei VELVET), con i gemiti di VEGA a metà strada tra LOU REED ed ELVIS.
“JOHNNY” è ROCKABILLY alieno.
Vedo 1 varco nell’inferno dantesco: una foresta di fuoco dove le anime dannate si accoppiano senza tregua, drogate e beate! Questo a è la sensazione ke mi da “GIRL”. Unico pezzo dove si riconosce il FARFISA.
Discorso a parte x “FRANKIE TEARDROP”: VEGA diceva ke secondo lui, LOU REED avrebbe voluto essere l’autore di questa canzone.
Io ricordo ke i miei genitori odiarono da subito i SUICIDE, non appena sentirono “FRANKIE FRANKIE…EEAAAHH….AAAAAAHHHHHHHHHHH!!!!!!”
Quelle urla disumane ke uscivano appalla dalla mia stanza li facevano sclerare dibbrutto ma brutto brutto… 10 minuti cariki di tensione ke raccontavano di 1 qualunque operaio ke 1 bel giorno,di ritorno dalla fabbrica, entrava in casa e sparava a moglie e figli e poi si uccideva anke lui.
“WE’RE ALL FRANKIES, WE’RE ALL LYIN’ IN HELL…”
Kiude in bellezza “CHE” funereamente ossessivo e claustrofobico.

Non so se sono riuscito a rendere l’idea della magnificenza di questo lavoro. Sicuramente molti di voi lo conoscevano già e forse può servire a rinfrescarvi la memoria.
“ALAN VEGA AND MARTIN REV” è il titolo del secondo lp della band. Secondo me è stato sottovalutato, non saprei dire con certezza quale dei 2 preferisco, nonostante, come dice REV, siano agli antipodi. Mi spiego meglio: se “SUICIDE” fu registrato praticamente in diretta e con poki mezzi, “A.V. AND M.R.” nacque in 1 dei + rinomati studi di N.Y., realizzato con fior fiore di attrezzatura, etiketta e produttore. Si possono trovare dei ritmi + danzerecci, daccordo, ma l’atmosfera è tuttaltro ke allegra, il disco (come d’altra parte, anke “SUICIDE”) è permeato di atmosfere malate,disagiate, PUNK nel vero senso del termine, insomma l’atmosfera dell’america dei losers.

Oltre all’influenza della musica ke MARTIN REV aveva sempre amato (FREE-JAZZ e DOO-WOP soprattutto), si aggiungevano i ritmi della DISCO-MUSIC.
Qui il vekkio FARFISA venne sostituito dal PROPHET 5 e la vekkia scatola dei ritmi dal ROLAND CR 78, + 1 sacco di altri giocattoli nuovi.
Ora parlo agli amanti del LO-FI: prima di storcere il naso dateci 1 ascolto a questo cazzo di disco,
xkè è fondamentale come il precedente! Se lo conoscete già e non vi convince, fa lo stesso, non devo vendere nessuna cazzo di enciclopedia…

“ALAN VEGA AND MARTIN REV” (ZE records / ISLAND records -1980):
Una base dance oscura dà inizio all’album: “DIAMONDS,FURCOAT,CHAMPAGNE” ,nonostante il ritmo, non è 1 pezzo DISCO, non ha niente a ke fare con quelle atmosfere gaye di quegli anni (leggi BEE GEES, DONNA SUMMER, ecc.). La voce di VEGA comunica solo il disagio di 1 ragazzo ke vorrebbe offrire qualunque bene di lusso possibile alla sua bella, ma è solo 1 poveraccio ke passa il tempo a fantasticare.
Anke “SHADDAZ” è 1 oscuro brano dal ritmo funkeggiante, brano cazzutamente coinvolgente. Come pure “MR.RAY”,dedicato all’agente (RAY, x l’appunto), ke arrestò i SUICIDE una sera dopo 1 concerto, x dete

nzione di fumo pacco. Trovo una certa corrispondenza a canzoni del LOU REED di “STREET HASSLE” (altro MASTERPIECE, ma questa è un’altra storia).

Il mio preferito, senza dubbio, resta “HARLEM”. La prima volta ke lo ascoltai pensavo ke parlasse di VOODOO, c’è una violenza sotterranea, tenuta in sordina, una tensione ke ti insegue/precede x quasi 7 minuti!

Con “BE BOP KID” i nostri tornano al buon sano ROCK’n’ ROLL , come solo loro sanno fare.
E “SWEETHEART” è il classico SLOW ROCK anni 50 da inserire nella nuova stagione di “HAPPY DAYS”(?!).
“DANCE”, “TOUCH ME” e “FAST MONEY MUSIC”sono altri cavalli di battaglia.
La maggioranza dei brani di questo lp, come già detto, hanno questi ritmi fortemente influenzati dall’esplosione della DISCO-MUSIC, ma sono + vicini alla HOUSE, ke sarebbe nata parekki anni dopo.
Sicuramente se REV riesce a trasformare una musica ke dovrebbe funzionare solo x il ballo sotto acido in qualcosa di straordinariamente psicotico, ALAN riesce a rendere questi pezzi dei veri capolavori di sottocultura americana.

I SUICIDE hanno sempre anticipato i tempi, fino ad arrivare ai rispettivi album solisti ke non sono + solo musica(x quanto discutibile),, ma arte allo stato puro.
Mi sento di consigliare anke: “ATTEMPTED-LIVE AT MAX’S KANSAS CITY 1980” – (SFTRY – 2004), imperdibile x ki volesse conoscere la dimensione live di questo duo.

E se voleste saperne di +, consiglio il libro “DREAM BABY DREAM – SUICIDE” scritto da KRISS NEEDS, edito da SPITTLE ed in italia da GOODFELLAS.

 

 

 

 

 

 

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