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Recensione : I Carbonara Blues – Proibizionismo

I Carbonara Blues iniziano il loro percorso musicale con l'album di debutto "Proibizionismo", le cui tematiche centrano l'attenzione sull'amore fatto anche di tradimenti, perchè per amore si può anche tradire.

I Carbonara Blues iniziano il loro percorso musicale con l’album di debutto “Proibizionismo”, le cui tematiche centrano l’attenzione sull’amore fatto anche di tradimenti, perchè per amore si può anche tradire.

“Proibizionismo” (Revubs Record), segue il singolo dall’omonimo titolo, un condensato perfetto dell’atmosfera rinvenibile nel disco. Da una parte il tango per mantenere alto l’erotismo, dall’altra le parole giuste, precise, dosate, quelle del Don Giovanni di provincia, profeta di un amore imperfetto che vuole sfuggire dall’eros preconfezionato del giorno d’oggi.

L’album è caratterizzato da un blues, che nel percorso del disco abbraccia diversi generi, su tutti il cantautorato italiano, rotola lento e richiama sensazioni e atmosfere che traspirano nostalgia. Chi ascolta “Proibizionismo” probabilmente si ferma a pensare e sicuramente si è già ritrovato in qualche modo in almeno una
delle storie che vengono raccontate. Ovviamente, senza dirlo a nessuno.

Otto brani che trasudano leggerezza e abilità nel trasmettere vibrazioni positive con il semplice utilizzo di strumenti musicali abbinati ad una voce carica di energia già dalla Open Track “Male di Femmina”. Un sound che sprofonda in qualcosa di più soft e d’atmosfera con l’abilità di rendere l’ambiente caldo “Suonatore”. Un viaggio che continua verso sonorità ancora minimali, ma il cui efficace impatto sonoro rendono “Proibizionismo” qualcosa di davvero originale unico nel suo genere “Agrodolce”, con punte melanconiche e richiami melodici su tracce come “La Festa del Mosto che nasce” o se preferite “Stu mare”.

I Carbonara Blues, evitano di rendere l’album troppo piatto e privo di dinamismo, regalando riff e innesti leggermente più ritmici entrando quasi in una dimensione funky con il brano “Vecchio Locale” e la ballata ricca di intensità grazie anche al buon contributo di una sezione di fiati “Proibizionismo”.

Il disco si chiude con il brano “Una Storia”, dove la band torna alle origini proponendo un sound leggero arricchito da una fisarmonica a bocca che fà calare il sipario su un disco, bello, forse troppo piatto nella prima parte, ma che sicuramente regala, emozioni a profusione, complice un spessore tecnico e un bagaglio di idee a disposizione della band, che non teme confronti.

Track List
1. Male di Femmina
2. Suonatore
3. Agrodolce
4. La Festa del Mosto che Nasce
5. Stu Mare
6. Vecchio Locale
7. Proibizionismo
8. Una Storia

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