Puntate precedenti:
Puntata 1 – Uscita B42
Puntata 2 – Cosa Essere tu
Puntata 3 – Macondo
Puntata 4 – Siguiendo la luna
Non cosa sia realmente vivere in Argentina. So cos’è stata per me, come mi è dentro. Quando ero bambino, l’Argentina per me era la fotografia di Diego, un altro bambino, aveva la maglia albiceleste e un pallone di cuoio. L’ho conosciuto vent’anni dopo, nel mio primo viaggio, ricordo con lui la notte in un boliche di Buenos Aires, sorgeva il sole e ballavamo e cantavamo una canzone dei Los Auténticos Decadentes… “Como me voy a olvidar…Fué lo mejor que me pasó en la vida”…
Ritorno in Argentina dopo altri vent’anni e la prima immagine a rapire il mio sguardo è nuovamente un bambino, che emula il balletto di Fortnite davanti alla porta di casa… Balla come i miei figli… il ballo di un videogioco… Io non danzo oggi, non sento ancora di aver toccato terra… Sto cercando qualcosa di intangibile in questa terra che odora di carne… E assaporo.. e aspetto… E un altro aereo mi porta via… In Patagonia… Dove la notte tarda ad arrivare… A Ushuaia alle 10 di sera siamo immersi nella luce…
Nella bellezza… Nel freddo… Siamo vicini al cinquantacinquesimo parallelo, nella città più australe del mondo… L’indomani solchiamo le acque nel canale di Beagle e questa apologia della fine del mondo mi ricorda che non sono così distante dalle acque turbolente di Capo Horn, il “cimitero di navi”. È vicino, lo sento come polo di attrazione magnetico. C’era un tempo in cui lavoravo a Capo Horn, ma era il nome evocativo di una comunità per ragazzi di Varazze. C’era un tempo in cui ascoltavo i racconti fantastici per mare di mio padre…
Tra i racconti, spiccavano la sua esperienza in una nave mercantile alla deriva nell’Oceano Indiano e il vanto di aver doppiato Capo Horn.
Nei suoi racconti, anche la paura diventava surreale e tragicomica e si finiva spesso a sbellicarsi dalle risate, una roba da farsi venire i crampi allo stomaco…
E avrei voluto esserci stato con lui, anche nella tempesta… Dannazione… Essere a un passo e non arrivare, ma immerso in una nuova suggestione… Accompagnato da mia madre, con i miei bambini… e attraverso i loro occhi, sentire l’emozione nel punto più australe della terra di guardare i cormorani, i leoni marini, i pinguini… Non avrei mai sognato di poter essere qui con loro ora, nel canale di Beagle, dove confluiscono l’oceano Atlantico e l’oceano Pacifico, dove assistiamo insieme alla meraviglia del faro in capo al mondo di Jules Verne e intravediamo Puerto Williams,
ultimo avamposto abitato a sud in terra cilena, e ci fermiamo per un attimo davanti alla tenuta più antica della Terra del Fuoco, la estancia Harberton…
Immersi in un vento gelido arriviamo nella pingüinera dell’isla Martillo ed è, finalmente, il momento sublime…
Ridiamo nel trovarci davanti ai pinguini di Magellano e sento che qui e ora è il momento che rimarrà impresso per sempre nella memoria dei miei bambini… Felici, giocheranno nel vento lasciandosi svolazzare sul ponte del traghetto e io mi sentirò leggero, senza peso, verso il polo magnetico dell’estremo sud…
Una risposta
Bravo Leo, ci hai portato con te, leggendo del tuo viaggio, ci hai fatto immergere nel nostro viaggio, leggère atmosfere ed eterne malinconie alla ricerca di noi stessi e di qualcosa di più.
Un abbraccio da un compagno di Capo Horn