Claudio Spinosa legge Guido Tracanna
Nella notte di Roma
non spira vento
che non sia tramontana
scompiglia le chiome
sono tutti meduse
tranne noi che le teniamo rase
cercando l’essenza delle cose
e le punte di basette
sono lingue d’elmetti
barbe incolte, saggezze accennate
i nostri monaci legionari
il segreto dei templari
il coraggio di nascondersi
siamo uomini d’altri tempi
e ci chiediamo
se qui quando crollò l’impero
era lo stesso il vento
o più leggero…
O mia cara, mia cara
notte di Roma
tu sei la libertà tabula rasa
sulla complanare dagli alberi spogli
sul guard-rail che scavalco
in un ossequio slancio vitale
baci di antropofagi
agli angoli delle strade
il parlo solo lo sguardo
aleggia la brama
io controvento
leggo al contrario
Amor…
mi spira.
Guido Tracanna
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