Marcinelle è una località tristemente nota. Troppo nota per una cittadina belga di poco più di ventiduemila anime. Sono due gli eventi che ne hanno segnato in negativo la storia. Delle due la più recente racconta le infami gesta di Marc Dutroux, il famigerato “mostro di Marcinelle” e della sua rete internazionale di pedofili che a cavallo tra gli anni ottanta e novanta si è resa responsabilie di violenze, rapimenti e omicidi di numerosi bambini.
Ma non è di questo che gli OSS ci vogliono parlare. “Quota 1035 tutti cadaveri” recentemente uscito per Hellbones Records, descrive una vicenda che i più giovani sicuramente ignorano. La mattina dell’otto agosto del 1956 alle 08.11 ora locale scoppia un incendio in un pozzo di una miniera di carbone in cui perdono la vita 262 dei 275 minatori al lavoro in quel momento.
Di loro 136 sono italiani e sono lì in virtù dell’accordo del 1946, quel “Protocollo Italo-Belga” che garantisce un tot di carbone al nostro paese in rapporto a quanto ne viene estratto in loco, vale a dire 200 kg al giorno per ogni minatore.
Diego Spinelli e Nadir Persegona, al secolo OSS appunto, partono da qui, da questa triste vicenda che ha segnato i primi anni del secondo dopoguerra.
E lo fanno con un concept album che pur se ridotto ad una sola traccia di circa venti minuti, riesce perfettamente a centrare il proprio obiettivo, “rendere tangibile l’angoscia e la disperazione della tragedia di Marcinelle”.
OSS (termine veneto che sta ad indicare l’osso, la singola parte dello scheletro e quindi la struttura portante ridotta al minimo) è un progetto che si muove a cavallo tra industrial, noise e drone ambient, riuscendo pur nella brevità di cui sopra, a farci percepire la disperata ricerca di una via di fuga, ma ancora prima di aria respirabile, da parte dei minatori che ad oltre mille metri di profondità stanno per essere sopraffatti dal fumo denso che si insinua nei cunicoli del pozzo.
Il senso di claustrofobia sonora si fonde alla perfezione con l’elemento concettuale dei tragici eventi di quel giorno ed evidenzia, laddove ce ne fosse ancora bisogno, come stratificazioni sonore “di nicchia” come questa degli OSS siano perfettamente in grado di guadagnarsi un proprio spazio, una propria identità ed una propria dignità all’interno di un mondo musicale troppo spesso votato al consenso facile ed immediato.
E lo fa descrivendo le sensazioni di quei momenti disperati, in cui persero la vita tutte quelle persone, indipendentemente dalla loro provenienza. Erano tutti uguali là sotto, come al tempo stesso non riusciamo ad essere tutti uguali noi oggi in superficie.
“Quota 1035 tutti cadaveri” non lascia spazio alla speranza. Non lascia intravedere alcun futuro. Non è nato per questo, non ne ha l’ambizione. È un disco che racconta una storia drammatica e lo fa in modo consapevole e diretto. Discordante e disturbante. Ostico ma affascinante.
Complimenti davvero per la scelta stilistica e per la tematica. Con un esordio di questo calibro viene da chiedersi dove vogliano e possano arrivare con il prossimo disco.
Nel frattempo, mentre loro ci pensano, noi ci riascoltiamo questo…
OSS “QUOTA 1035 TUTTI CADAVERI”
HELLBONES RECORDS