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Recensione : Anacleto Vitolo Gianluca Favaron – Overgrowth

Anacleto Vitolo \ Gianluca Favaron - Overgrowth: Produzione eccelsa come sempre, suoni spettacolari e il tutto rasenta la perfezione. Un disco oltre.

Nuovo lavoro in edizione limitata di 220 cd e digitale per Anacleto Vitolo, uno dei musicisti italiani elettronici migliori che abbiamo in Italia. Per questo ultimo lavoro si è messo nuovamente in collaborazione con Gianluca Favaron, dopo Zolfo del 2016, disco assai notevole.

Overgrowth è un disco di elettronica disossata e destrutturata, si potrebbe dire che è ambient, ma nel senso che crea un universo che possiede leggi proprie e nel quale entriamo grazie a queste sonorità.

Qui lo spazio fisico non esiste, è un non luogo etereo e che si crea nella nostra mente perciò parlare di musica è assai difficile e desueto anche, poiché qui c’è l’avanguardia di qualcosa che è ma che soprattutto sarà. Anacleto Vitolo ci ha abituato a queste altezze, e quando è con Favaron vola ancora più alto.

Entrambi hanno detto, come possiamo leggere nel loro Bandcamp :
“ We consider technology as a tool at our disposal, while it has become the environment around us and takes only care of efficiency. So, nowadays, the technical apparatus became more important than men and their needs.
It has no purpose, or a vision for a better mankind future. It only “works”.

Questa affermazione, se collegata alla loro musica, è fonte di molte riflessioni. L’apparato tecnico, ovvero la tecnologia, che era un mezzo è diventato l’ambiente nel quale siamo immersi, e che ha aumentato a dismisura la nostra corsa all’efficienza, che è poi la tirannia del risultato, e non è certamente un risultato che giova a noi.
L’intenzione di Overgrowth, almeno questa è la mia idea ed in musica è tutto opinabile e soggettivo, è che Favaron e Vitolo abbiano fatto un’opera di reverse engineering, usando il mezzo tecnologico per riportare al centro del discorso e dell’attenzione la vita animale e non solo.

In un mondo di carbosilicio, dove le macchine ci guidano e i chips governano le nostre vite supportando fisicamente gli algoritmi, e dove ci affidiamo alle predizioni elettroniche per sopravvivere, Overgrowth è una testimonianza di vita e di meccanicismo animale. Si potrebbero fare molti esempi, forse la traccia Hybrid ( To Cathy Berberian ), con una splendida voce lirica femminile che guizza in mezzo a bordate elettroniche, è quella che sintetizza meglio la fusione umana con la tecnologia che ci circonda. Siamo molto oltre il punto di rottura, e Overgrowth è un qualcosa di molto simile ad una pietra miliare, un segnare dove siamo, e lo fa con logiche totalmente avulse da quelle alle quali ci hanno abituato.

Può anche essere considerata come una tradizionale opera musicale, ma c’è molto di più e sta ad ognugno scoprirlo. In certi momenti è come essere proiettati in un futuro, che è molto più presente di quando crediamo.

Produzione eccelsa come sempre, suoni spettacolari e il tutto rasenta la perfezione.
Un disco oltre.

Track List
1.Roots and wires
2.Carbosilicon machines
3.Hybrid (to Cathy Berberian)
4.Concept of nature
5.Simulacra
6.Reel of ruins
7.Wind map
8.Plastiglomerate

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