Fela Kuti (1938/1997) fu attivista politico, musicista e pioniere del genere Afrobeat.
L’ensemble Fehler Kuti – in esplicita citazione “germanizzata” di Fela Kuti – in Professional People, (rilascio il 25 giugno’21), punta i riflettori su vecchi temi sociali che tutt’ora strisciano nel presente. Esaustivo lo scritto – firmato Fehler Kuti – con lucide e pragmatiche riflessioni dirette all’ascoltatore, preparandolo al “cosa NON ascolterà”. Plauso per l’approccio tipicamente indeterministico applicato ad una forma d’arte: contrariamente, il pretendere di conoscere e descrivere oggettivamente il proprio operato sarebbe al limite dell’ arroganza.
L’onestà e la trasparenza nell’ esporre ciò’ che non è, almeno, ne delimita i confini.
Professional People, 19 brani di circa 2 minuti e mezzo ciascuno – mediamente corti – se utilizzassi come unità di misura la Billboard Hot 100, che analizza brani mandati in radio.
Julian Wamer ha composto (interamente) il contenuto di Professional People, partecipando all’esecuzione con altri 9 musicisti decisamente preparati; l’ensemble esegue un elettro pop, indie, (per definire a spanne lo scenario) inserti di arpeggi Hammond non quantizzati ma chirurgicamente posati e molto gradevoli. Sottolineo che nulla è stato lasciato all’improvvisazione, nota qualitativa in questo contesto, poiché preclude una difficile composizione orchestrata, per 10 elementi.
Non si fanno attendere “le citazioni“ che ammetto attendevo, per comprendere tra le righe ulteriori dettagli del meticoloso operato dei Fehler Kuti.
Chiari riferimenti anni dance pop 80,campioni di scrosci di vinile rovinati dagli innumerevoli ascolti e loop urbani squisitamente rap; non solo, cori ripetitivi e matrici stile Beck, spruzzate del Dio Bowie e temi anni ’60 “sottratti” dai fumosi club di Orleans, posizionati in modo maturo, fioriscono ordinatamente dai temi lineari e semplici spesso utilizzati – con maturità – per rendere più friendly l’ascolto; forse una delle poche costanti che si nota già dal primi minuti.
Progressioni armoniche squisitamente jazz standard (Autumn Leave Ndr) suonate con synth e talora riprese da strumenti a fiato. Interessante voce maschile (parlata) che rimanda immediatamente al sound urbano; misurati cori femminili che virano il mood a reminiscenze Sinti e Klezmer.
Nulla fuori posto, l’unica stonatura percepita (del tutto personale, assolutamente tralasciabile) in merito ai volumi della batteria a tratti troppo cristallini e carenti di armonici; una scelta di sonorità non sempre aderente alle copiose citazioni armonico-melodiche inserite. Dettagli che certo non offuscano il professionale lavoro di registrazione e mixing (e molto probabilmente post-editing) di Tobias Siegert che troviamo anche nell’esecutivo (basso, sintetizzatori, cori, percussioni).
Maturità sulla scelta dell’ordinamento dei brani, per metà lavoro, volano senza pause: si fiuta ovunque trattarsi di concept album, un lavoro di Warmer e Siegert di indiscussa esperienza su più livelli.
Non è un album da “spensierata compagnia” ma più affine al dedicato ascolto, magari serale. Un personale invito a prestare attenzione ai dettagli e ai temi di denuncia ereditati da Fela Kuti, la diaspora Africana, la ghetizzazione, la tristemente attuale esclusione sociale che le comunità minori vivono nel quotidiano. Quindi PC acceso per una rapida ricerca mirata e informazione consapevole, anche solo per pura curiosità: non sono solo canzonette; qui messaggi che trascendono la musica , il pentagramma.
Professional People: TUTTI siamo responsabili del sistema, ognuno è partecipe: nessuno escluso.
