E poteva essere anche così, di aver mancato ogni pertugio ed ogni occasione, piuttosto che vivere nella beneamata soddisfazione morale e tangibile di una vita perfetta, dove l’impegno si tramutava in successo, perché il metodo della regola era incorruttibile per definizione. E allora i frutti grondavano senza far più sforzi; il paese della cuccagna, avresti detto. Eppure gli amici cominciavano ad essere sospettosi; loro sfigati, vessati da quel micro-battere della sfortuna, le avversità della vita, le naturali inconvenienze, si direbbe con sufficienza imbarazzante, lì a veder lacerato il proprio tessuto connettivo, pian piano, come un canchero che ha deciso dove nidificare; null’altro fosse, se non la certa fiducia nel metodo e soprattutto abnegazione alla regola n. 4, adibita al successo ad ogni costo, un classico: vendere l’anima a qualche coach di grido che richiedeva obbedienza cieca e bieca, trascinante locomotiva, proprio eguale a quel motivo dei Motörhead.
Don’t be silly, please (oravano le pecore sanitarie con il pastore legalizzato di turno).