Musica assai interessante e strana, un rotolarsi fuori dal nostro tempo, mettendo assieme elementi in apparenza molto discordanti ma che qui trovano una bella unione.
Vulva de Leyva è la nuova incarnazione sonora del polistrumentista romagnolo Lennard Rubra. L’opera verte sui rapporti affettivi e l’amore che fa i conti con la sua mancanza, con l’assenza e i rapporti tossici, che sono forse la maggior parte di quelli che viviamo. Lennard attraverso una musica che mette assieme elementi anni sessanta, con ritmi da balera e sperimentazioni che fanno capo ai bellissimi anni novanta della musica alternativa, riesce a fondere il tutto anche grazie ad una voce molto sognante e distorta già nel suo nascere.
Il tutto sembra un sogno, un dilatarsi dello spazio tempo, come un acido che prende bene ma che fa ricordare chi se ne è andato e chi rimane a farci del male, in primis noi stessi. Prom è un disco davvero originale, obliquo e straniante, possiede una grande carica innovativa e riesce a scavare dentro, anche grazie alla sua musica fortemente psichedelica e non solo per alcuni rimandi anni sessanta.
Le divagazioni qui sono importanti tanto quanto l’impianto stesso, ci portano a spasso in un mondo che solo a prima vista sembra minimale, che possiede al suo interno una grande capacità di fare musica e di far passare un certo messaggio. In definitiva questo è pop, ma di una caratura e di un’angolatura impossibili da trovare altrove.
Il selling point, come direbbero gli economisti o i cultori della nebbia, è proprio la sua essenza sognante e distorta e la possibilità di andare in un luogo ben diverso durante il suo ascolto.
Tanta malinconia che porta un bellissimo gusto di agrodolce, come un nero miele.
Ep molto interessante, un ballare sopra i nostri rapporti e altre dimensioni, il tutto con grande semplicità.
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