Sono seduto in riva al mare, alle prime luci dell’alba. Il freddo della notte non si è ancora sopito, tremo e batto i denti. Ma il sole non tarda a venire, dal lontano oriente si appresta a portare i primi raggi e, con essi, tutto il calore di cui ho bisogno. Il mio sole, questa mattina, è il disco di debutto di Sun Cutter.
Prima dei 33 anni non aveva mai scritto musica propria. Dopo un infarto, che lo ha quasi stroncato, il nostro decide, come parte del proprio percorso riabilitativo, di iniziare a comporre dei brani.
Seguono tre anni di intenso lavoro compositivo, che culminano con la pubblicazione di questo stupendo disco d’esordio: 11 brani davvero ben scritti, non tutti perfetti, certo, ma con punte di sublime emotività, che garantiscono momenti di intenso godimento.
No, la perfezione non è il punto forte di questo musicista: non ha particolari doti tecniche, non possiede chissà quale voce, eppure ha qualcosa, quel qualcosa che è, alla fine, la cosa più importante di tutte: la capacità di trasmettere la propria interiorità attraverso i suoni.
Dote preziosissima, sulla quale Sun Cutter costruisce interamente il proprio repertorio.
Il nostro predilige la forma canzone, la classica struttura strofa-ritornello, rifacendosi più o meno direttamente e consapevolmente a mostri sacri quali Chris Bell, Bonnie Prince Billy, Micah P. Hinson, Ryan Adams senza però risultare derivativo, né tantomeno monotono: le varie tracce scorrono molto bene, attraversando differenti momenti, corrispondenti ad altrettanti stati emotivi dell’autore, con alti e bassi qualitativi, ma con alcuni passaggi davvero di livello superiore, specie nella seconda metà, che raggiunge apici assoluti in brani quali Trick e la conclusiva Superstars.
Promosso a pieni voti.