Cammino per strade di periferia e penso a come rendere giustizia, tramite pensieri e parole nero su bianco, ad un disco praticamente perfetto:
cesellato con cura, arrangiato con un’esperienza (da non darsi per scontata se si pensa che i La Piena sono alla loro prima prova sulla lunga), animato da uno spirito di sincera ed onesta avversione verso l’esistente:
schegge impazzite da un minuto e rotti secondi, parole che feriscono, pensieri che, in un esercizio di estrema empatia, mi lacerano profondamente e ancora più lo fanno adesso che cammino per strade di periferia:
un posto che un tempo era mio e che adesso è svilito tra recinzioni intorno a parchi pubblici e frontespizi mascherati dietro impalcature fortemente volute dal Bonus-Casa:
non mi riconosco in questo posto, non è il posto dove sono nato
“Scappa via di qua” cantano i La Piena in “Squali”. Ottimo suggerimento.
“Chissà se anche i La Piena, nel loro quotidiano, camminano come me per strade di periferia e, sempre come me, non riconoscono più i luoghi dove sono cresciuti.
I luoghi che li hanno visti evolversi da comuni esseri umani, predestinati ad una vita casa-lavoro-riposo-casa-lavoro-riposo-pensione-sepoltura, a punk consapevoli, politici, senza compromessi?”
Me lo chiedo proprio perché questo disco mi pare proprio fatto di strada, consapevolezza, senso di appartenenza e cattiveria (cattiveria di quella sana, quella che spinge verso il cambiamento, verso l’evoluzione):
16 perle e nemmeno mezza fuori posto, in un disco perfettamente in bilico tra Hardcore all’italiana, affondi Grind e aperture Oi!, un’opera che, nella sua volontà di rappresentare un mondo perso e distrutto, è una sfera senza difetti, forgiata con cura del minimo dettaglio.
L’attacco è micidiale: Respiro, Amici Scordati, Uomo in Mare, Condannato e la stupenda Squali sono 5 pugni in faccia al fulmicotone, dotati di ritornelli indimenticabili e che sbatterebbero al tappeto anche l’orecchio più allenato.
A poco servono le soluzioni melodiche di Nella Testa, nel suo linguaggio a metà strada tra l’hardcore New Yorkese e i cori Oi! di Nabat e Klasse Kriminale, la tensione e l’aggressività sono sempre palpabili e stringenti.
Difatti si riattacca alla grande con False Pretese e L’attesa, Masticato: astio, pericolo, alto rischio di ripercussioni psicologiche…
Working Class, in perfetto Nomen Omen, è un inno Oi! bellissimo, degno dei migliori numeri di questo (sottogenere).
Si sentono rumori di bicchieri, un chiacchiericcio da osteria e, difatti, è subito rissa: Tormenta riassesta tutto su violenza, attacco, tensione e sfogo. La Mia Scelta è un bell’hardcore antemico incorniciato da dei riff di chitarra veramente indimenticabili: come l’idea di un Oi! alla Erode, quel punk rock tecnico, aggressivo ma melodico, di impatto ma ben studiato.
Debito Pagato è un Grind da manifestazione contro l’ennesimo sopruso dello stato (che non siamo noi, ma un’elite che si avvale della delega a mezzo voto per portare avanti gli interessi di chiunque, eccezione per chi, quella delega, gli ha dato) e carica degli sbirri a concludere: a questo giro il morto non è tra i manifestanti ma tra i celerini. Il debito è pagato davvero.
Le fughe scellerate di Spirito Stremato si schiantano contro muri di silenzio borghese: un pezzo veramente di Hardcore Punk con la H, la C e la P maiuscole, una vera reazione al quietismo borghese di quartieri spenti nel silenzio soffocante di un perbenismo accidioso: un urlo, uno sfogo che lacera il velo di falsi valori e certezze preconfezionate.
Prima Pensa è, dopo tanta denuncia, il gesto propositivo, la spinta, a ritmo HC, verso qualcosa di diverso, di comune: migliorarsi per migliorare gli altri.
Mi pare un bel gesto, e mi pare ancora più bello che si riesca a farlo in un pezzo così breve:
a volte basta veramente poco per motivare gli altri e incoraggiarli, distoglierli dalla logorante routine di tutti i giorni e farli riconoscere in qualcosa di vero e di migliore.
Sembra passato un secondo quando Nel Buio attacca, coi suoi giochi tra Street-Oi-Punk, Hardcore Punk e Grind (brano posto in chiusura e che riassume in sé l’intero svolgimento stilistico dell’Album), eppure siamo già al sedicesimo pezzo; in questo percorso si impara, si cresce, si matura tanto quanto i La Piena hanno imparato, sono cresciuti e sono maturati nel comporlo (di questo ne sono certo).
Un disco uscito mesi fa, quando ancora eravamo nel 2021, e che ho amato dal primo momento ma, per una serie di infelici coincidenze e drammatici rimandi, non son mai riuscito a render noti i miei entusiasmi;
l’uscita della versione in musicassetta, ad opera di Spaccio Dischi (https://www.facebook.com/SpaccioDischi/ ) , mi spinge finalmente a farlo!
Comprate, ascoltate ed amate questo disco; se lo merita ampiamente.