Scrivere dei misteri Eleusini significa abbracciare i lati meno ovvi e moderni dell’uomo, vuol dire penetrare antichi segreti, insegnamenti che hanno forgiato l’umanità in tempi antichissimi e che si sono riaffacciati ciclicamente alla ribalta della storia, per poi essere battuti dal materialismo, dalla scienza e dalla modernità.
Questo incredibile libro edito da Piano B Edizioni di Prato è forse la migliore introduzione a questi culti. Il libro ci porta per mano all’interno della complessa religiosità di questi rituali che si compivano nel santuario della dea Demetra nella città di Eleusi. I riti, le cerimonie e le credenze furono tenuti segreti e costantemente preservati dall’antichità. Per gli iniziati, la rinascita di Persefone simboleggiava l’eternità della vita che scorre di generazione in generazione, e credevano che avrebbero avuto una ricompensa nell’aldilà.
Viste le particolari credenze e le ancora più particolari modalità di questi riti molti studiosi dell’argomento pensano che le persone coinvolte nei riti facessero uso di stupefacenti psichedelici,. Sì proprio i greci, quelli delle statue di marmo precise, delle frasi famose e della filosofia facevano uso di adulteratori della coscienza che gli permettevano di vedere cose al di là della realtà. Questo significa che quello che si studia comunemente a scuola è quantomeno monco, ovvero manca la parte delle droghe che sono sempre esistite nella storia dell’umanità e non solo, viste spesso come medium per raggiungere luoghi altri.
Questo libro tratta dei misteri eleusini da un’angolazione non comune, fondendo insieme storia e ricerca psichedelica, cercando di tracciare delle traiettorie possibili. L’edizione originale del libro usci nel 1978 scritto da tre pesi massimi dei loro campi : il padre dell’etnomicologia moderna Robert Gordon Wasson, il chimico svizzero scopritore dell’LSD Albert Hofmann e il classicista statunitense Carl A.P. Ruck.
Questo scritto è stato molto importante per la riscoperta de funghi psichedelici dopo il boom degli anni sessanta. Come scrive benissimo Giorgio Somarini nella sua introduzione in questo libro c’è l’ipotesi di uso di funghi allucinogeni nei riti misterici e anche la possibile identificazione di questi ultimi nell’agarico muscario aka l’Amanita Muscaria conosciuto fin dagli albori della storia umana. Inoltre Wasson ipotizza anche che l’agarico muscario sia anche il famoso Soma della religione vedica indiana. In realtà, come scrive Somarini nella fondamentale prefazione, fu già il classicista Robert Graves a proporre la spiegazione dell’uso di allucinogeni nei culti misterici. In questo volume ci sono contributi di ognuno dei tre autori che padroneggiano molto bene la propria materia e riescono insieme a darci una visione molto esaustiva dell’argomento corale.
La questione è assai complessa e affonda le sue origini in popoli precedenti ai greci, forse quei Micenei di cui sappiamo ancora così poco. “ La strada per Eleusi “ ci riporta come meglio non si potrebbe la questione di questi culti così affascinanti, di queste visioni collettive che facevano vibrare la nostra mentre come se fosse alveare e molto più potente rispetto a quella singola che tanto decantiamo ora. Questi culti sono stati definiti pagani nell’ottica dominatrice e violenta del cristianesimo, che oltre che aver raso al suolo l’antico tempio di Demetra a Eleusi ha imposto lo stop all’avvicinamento diretto del fedele o meglio del discepolo alla materia divina per lasciarci come conclude Samorini nella sua prefazione citando Silvio Pagani dal libro “ Funghetti “, con un’insipida ostia consacrata per duemila anni.
Rimettiamoci allora sulla strada per Eleusi leggendo le bellissime e dotte considerazioni di Ruck, Hofmann e Wasson per un libro sempre molto piacevole e completissimo che ci porta dentro le nostre origini più antiche.
Allora Metanira, riempita una coppa di vino dolce come il miele,
a lei la porgeva; ma la dea la respinse: disse che in verità le era vietato
bere il rosso vino, e comandò che le offrisse come bevanda
acqua, con farina d’orzo, mescolandovi la menta delicata.
La donna preparò il ciceone, e lo porse alla dea come ella aveva ordinato:
Demetra, la molto venerata, accettandolo inaugurò il rito.»
(A Demetra, Inni omerici, II, 206 e segg. Traduzione di Filippo Càssola. Milano, Mondadori-Fondazione Lorenzo Valla, 2006, p. 55)