Puntata tutta ligure o quasi con due gruppi che vi faranno aprire le sinapsi all’inverosimile. Si comincia con i FuFaZ Quartet e si sa dove si comincia ma non dove si va a finire. A seguire il duo dei Gotho, due personaggi ben noti nel sottobosco pesante italiano per un disco molto molto interessante.
FUFAZ QUARTET.
I Fufaz Quartet arrivano da Savona e dintorni, e con questo “This is Fufaz Quartet” autoprodotto e uscito in fisico e in digitale per Taxi Driver Records, fanno il loro debutto discografico e che debutto.
Capitanati da Fulvio Giglio già bassista dei Cardosanto che con il loro unico disco “Pneuma” spezzarono ben più di un cuore facendo un capolavoro, i FuFaZ Quartet suonano con due bassisti Fulvio appunto e Andrea Avalli ( Gli Altri e Mangiatutto), e con la batteria di Nicolas Gargini ( La Fine di Settembre).
Con questa formazione minimale i FuFaZ Quartet inventano mondi ed universi attraverso la creazione di linee musicali inedite e mai ovvie, sovvertendo totalmente la concezione di musica che abbiamo, o che abbiamo creduto di avere.
Il loro suono arriva da direzioni differenti e si congiunge per un attimo per creare qualcosa nel cervello di chi ascolta e poi ricomincia il suo viaggio.
Musica inusuale, che si avvicina molto al free jazz e al prog più rarefatto, che riporta nell’alveo del ritmo la propria musica.
Qui non c’è nessuna distrazione, vi sono strumenti che creano e che in una progressione continua portano avanti un certo discorso musicale, quello che per stessa ammissione di Fulvio è assai simile a quello che era propugnato dai Cardosanto, qui forse in forma maggiormente pura.
I rimandi alla nouvelle vague dei Don Caballero sono molti ma qui si va oltre, cercando un ritmo ancora più puro, addentrandosi nel lavorio della sezione ritmica dei due bassi con una batteria. Questi strumenti sono in continuo dialogo e la creazione è senza fine, in un rimando eterno, come un fiume che scorre mai uguale a sé stesso.
Si potrebbe discutere molto a lungo, e forse sarebbe giusto farlo ma non ho le competenze adatte, a quale gruppo assomigliano di più ma mi pare un esercizio davvero sterile quando si è davanti a tale magia, ad un disco dove ogni secondo non è mai uguale all’altro, dove la linea scorre come in certi quadri cubisti e ogni impressione è differente, non esiste una nota uguale all’altra, non c’è un ascolto come un altro in questo disco.
Risentendo questo disco si troveranno sempre cose differenti, non c’è fine, non c’è inizio c’è solo il suono. Un disco interessantissimo che arriva dall’unione e dalla voglia di sperimentare di tre musicisti con tanto talento e tanta voglia di fare musica, cosa ancora più feconda vista anche la differenza di età abbastanza importante fra Fulvio e Andrea e Nicolas.
Lavoro molto denso e che stupisce e invoglia alla diversità musicale.
GOTHO
Altro disco di debutto per un duo formato da musicisti che si congiungono musicalmente nei Gotho e che esordiscono in maniera sonicamente prepotente con “Mindblowing” pubblicato da Cave Canem DIY e Controcanti Produzioni.
Il disco è proprio come recita il titolo, ovvero ti porta via la mente con una cascata di suoni math, noise, elettronica decadente e tantissima ricerca musicale. Il tutto è strumentale, quattro pezzi molto densi e vibranti, che come per il disco dei FuFaZ Quartet di cui sopra non sai mai cosa aspettarti, e questa è una delle cose migliori che possano accadere nella musica.
D’altra parte non ci sarebbe potuto aspettare nulla di meno da due musicisti come Fabio Cuomo che abbiamo già incontrato su queste pagine con le sue varie incarnazioni sonore e che abbiamo già visto negli Eremite, Liquido di Morte ed Elder, e come Andrea Peracchia dei Tons e dei Dogs For Breakfast.
Fabio è uno dei pochi geni musicali italiani, genio nel senso che riesce a far scaturire musica dal nulla come pochissimi altri, e dove passa lui è tutto un suono strano, una musica suonata sugli asteroidi e negli acidi dei millenni passati, e Andrea il suo socio non è da meno con la sua concezione rumorista, ed insieme fanno nascere qualcosa di realmente nuovo partendo da concezioni musicali già conosciute.
Tutto il disco è difficile da descrivere senza ascoltarlo, ma “Miami weiss” è forse la spiegazione sonora migliore che si possa avere, traccia progressiva al massimo, tutta in divenire, non ci sono ritornelli od orpelli, c’è un organo fantastico, sintetizzatori che sono la colonna portante e un modo di intendere il prog davvero unico, spaziando in ogni dove, arrivando davvero alla musica cosmica in oltre tredici minuti.
I Gotho sono un gruppo che fa musica senza pensare alle ispirazioni o alle pose da prendere, fanno musica in primis per loro poi per tutti quelli che la vogliono ascoltare e che vogliono lanciare la loro mente nello spazio.
Anche il singolo “Gatta de blanc” è assai indicativo su cosa vogliono fare, e anche qui le tastiere di Cuomo spaziano sul tappeto sonoro imbastito da Peracchia, ed il tutto funziona benissimo anche con reminiscenze anni ottanta che flashano qui e là.
Un lavoro totale e totalmente coinvolgente, fatto da due musicisti underground che ascoltano tantissima musica e che hanno moltissima musica in testa, riuscendo a fare un disco che è un appunto musicale verso l’infinito.