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Recensione : Sottoscala Pandemico #12-Il Box Set dei Klasse Kriminale

Il Box Set dei Klasse Kriminale : quando ho iniziato a muovere i miei primi passi nel punk avevo 15 anni ed era il 1994. Avevo già ascoltato i Sex Pistols, i Clash, i Ramones e i Damned, grazie a quel contenitore di meraviglie che, purtroppo per poco tempo, era stato VideoMusic.

Quando ho iniziato a muovere i miei primi passi nel punk avevo 15 anni ed era il 1994. Avevo già ascoltato i Sex Pistols, i Clash, i Ramones e i Damned, grazie a quel contenitore di meraviglie che, purtroppo per poco tempo, era stato VideoMusic.

La cosa che, tuttavia, mi diede la definitiva spinta fu “The Spaghetti Incident?” dei Guns ‘n’Roses, una raccolta di vecchi pezzi Punk Rock tra i quali figuravano gli UK Subs, i Damned, i Fear, i Dead Boys e anche qualche esperienza Proto Punk come niente di meno che New York Dolls, Stooges e T.Rex (questi ultimi venivano omaggiati in un medley tra la loro Buick Makane e la splendida Big Dumb Sex dei Soundgarden).

Senza stare a perdere troppo tempo dietro ad una valutazione del disco dei GNR, posso solo dirvi che, quell’ascolto, mi aiutò a capire in forma definitiva cosa volevo ascoltare da quel punto in poi: Punk Rock.

Da lì a poco esplosero Green Day ed Offspring guidando un’ondata di gruppi che, fino a quel momento, avevano condiviso con loro i piccoli palchi dell’Underground americano a cavallo tra gli anni ’80 e ’90:

NOFX, Rancid, Bad Religion, Lag Wagon, Vandals, SNFU…tutti questi nomi iniziarono a riempire i grandi palchi dell’Arena Parco Nord di Bologna e del Forum di Assago a Milano e a divenire, appunto, famosi.

Tutto questo successo del nuovo Punk Rock, o Punk Revival come titolavano diverse riviste del periodo, poteva depistarmi e indurmi a pensare che in fin dei conti il Punk Rock fosse un genere come un altro, una tendenza passeggera che poteva, eventualmente, offrire chance verso soldi, macchine di lusso e top model come fidanzate.

Così però non fu: a salvarmi ci fu una rivista che usciva con cadenza mensile, una rivista che parlava di Punk e di quello che era stato prima del Punk, di quello sarebbe potuto essere del Punk; una rivista che non ti spiegava cos’era il Punk ma ti induceva a pensare perché qualcosa o qualcuno fosse punk; come i migliori maestri non ti informava ma ti formava, insegnandoti solo ad avere un tuo metro di giudizio.

Questa rivista si chiamava Dynamo e, se ho sempre avuto voglia di scrivere di musica, lo devo solo a lei.

Tra le varie figure che contribuirono a questo grande mensile ne voglio ricordare due: Giampiero Capra e Marco Balestrino.

Il primo suonava nei Kina ed era parte attiva nella storica Blu Bus; il secondo era, ed è tutt’ora, il cantante dei Klasse Kriminale.

Entrambi raccontavano le loro avventure e vicissitudini nel mondo del Punk, quello vero, quello fatto di intoppi, legato e compromesso, nel suo divenire, alla vita di tutti i giorni che, incurante, pone un Punk di fronte a mille contraddizioni, compromessi e, duole dirlo, sconfitte.

Perché il Punk è una missione, un obbiettivo, un andare avanti a fronte di un’esistenza modellata su stilemi che sono la cosa più lontana dal Punk e, in quanto tali, costringono a scelte difficili, rinunce e, ebbene sì, riducono tutto ad un percorso fatto di sangue, sudore e lacrime…niente di più lontano ed estraneo dai palchi dell’Arena Parco Nord.

Capra, nel 1998, con Dynamo ormai chiusa da due anni, manderà tutto a monte sciogliendo i Kina e tirandosi fuori dal sodalizio Blu Bus.

Balestrino invece no.

Balestrino è rimasto uno Skinhead fino ad oggi e i suoi Klasse Kriminale son rimasti con lui, in lui: il loro ultimo disco “Vico dei ragazzi” è stato uno dei migliori dischi Punk Rock usciti nel 2020 confermando, nel suo ottimo stato di salute compositiva, anche il livello di convinzione del nostro:

sempre voglia di esserci, di raccontare, di rappresentare la realtà di chi non ha futuro ed è costretto a scendere a patti con una realtà ideologicamente estranea alla propria pur di poter sopravvivere.

Marco Balestrino è una figura necessaria: un uomo che viene da lontano e, con le sue parole e le bellissime canzoni del suo gruppo, vuole andare lontano; va da sé, quindi, che Balestrino si conferma come una figura di primo riferimento per il Punk Rock e quanto, il suo, sia un percorso da seguire.

Per seguirlo è un dovere, quindi, informarsi su quanto è successo nei Klasse Kriminale sin dai loro primi vagiti. Flamingo Records di Genova, opportuna come poche, licenzia quindi questo Box Set di 5CD dove viene raccolta la produzione del gruppo dal 1988 (anno di uscita della prima Demo “Odiati e Fieri”) fino al 1998.

Nel ricco booklet contenuto all’interno, Balestrino racconta una storia fatta di difficoltà, concerti tirati su dal nulla, dischi registrati con pochi soldi e tanti debiti, una passione inestinguibile per la strada come teatro di vita vera, vissuta tra disoccupazione, scazzottate, odio e amore.

Forse però, tuttavia, si potrebbe anche non leggere questa storia e abbandonarsi al semplice ascolto dei 5 CD per capire, immaginarsi, immedesimarsi, sentirsi coinvolti: la musica dei Klasse Kriminale non ha filtri, non esagera e non minimizza; la vita dei Klasse Kriminale è la loro musica stessa: pulsa lo stesso sangue, parla la stessa lingua, respira la stessa aria.

Una musica che diventa una strada con dei ragazzi seduti sul marciapiede in attesa di una svolta, la svolta non arriva e questi decidono di provocarla da soli, coi loro pochi ed insufficienti mezzi. Un fallimento, un passo falso, un litigio, qualcuno si perde per strada e i pochi rimasti riniziano da capo: tra fabbriche dismesse, sale prove polverose, sbornie a birra, un disco dei Cock Sparrer e uno degli Specials, un turno infinito di lavoro, la volontà di guardare sempre e comunque avanti col sorriso…niente di più lontano ed estraneo dai palchi dell’Arena Parco Nord.

In questo Box, che non è un Box ma uno scrigno di meraviglie neo-realiste (Neo -Realiste per linguaggio e volontà rappresentativa), è racchiuso tutto questo e per capirlo non occorre una laurea in sociologia o in filosofia; per capirlo tocca vivere e comprendere chi si è davvero e da quale parte della barricata ci si trova a combattere ogni giorno:

i Klasse Kriminale sono un gruppo divisivo e in questo, ben esser chiari, non c’è nulla di male, anzi! Il gruppo di Savona parla la lingua degli oppressi, degli esclusi degli sfruttati, dei margini e li vuole uniti, solidali fra loro ed esclude per forza di cose chi pratica certi ambienti solo perché la Fred Perry e i Doc Martens son di moda e “Uh che che carino che è quel disco dei Redskins!”.

Puoi capire dischi così solo se vivi davvero in dischi così.

La Flamingo Records ha avuto l’indubbio merito di raccogliere, con opportuno senso cronologico, la prima produzione di una delle più importanti realtà italiane attualmente in attività, darle un formato ed un prezzo veramente accessibile a chiunque. Cose così si fanno per amore di causa, perché si ama il Punk e si crede fermamente nelle sue potenzialità creative, politiche e comunicative. Un bellissimo gesto che va al di là del prezzo e del pezzo da collezione.

Questa è Resistenza, non commercio.

Acquista qui :

https://www.flamingorecords.it/prodotto/klasse-kriminale-restored-remixed-remastered-box-set-5cd/

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