Anche in questo 2023 appena iniziato, purtroppo, non sembra arrestarsi la spirale di decessi di musicisti che, nei decenni scorsi, hanno contribuito allo sviluppo di una fitta e solida mappa del circuito del rock ‘n’ roll indipendente, e sono stati, con le loro band, tra i principali pionieri e protagonisti dello sdoganamento della scena underground dell’indie rock, esplosa e poi affermatasi anche nei media mainstream a livello mondiale agli inizi degli anni Novanta.
Il 17 gennaio, infatti, ci ha lasciati anche Van Conner, universalmente noto per essere stato, dal 1984 al 2000, bassista, seconda voce/backing vocals e uno dei membri fondatori degli Screaming Trees. Aveva 55 anni ed era malato da tempo. L’annuncio è stato dal suo fratello maggiore, Gary Lee Conner, in un post apparso sui suoi profili social nelle scorse ore, e l’ultimo aggiornamento sulle sue condizioni di salute, pubblicato sul profilo ufficiale dei Trees, risaliva a inizio anno. La dipartita di Van fa seguito, a distanza di soli undici mesi, a quella, altrettanto dolorosa, dell’ex frontman degli Alberi Urlanti, il cantautore Mark Lanegan, morto nel febbraio 2022.
Nato a Ellensburg, nello stato di Washington, il 17 marzo 1967, Van Conner formò nel 1984, insieme al fratello Gary Lee e a Mark Lanegan, gli Screaming Trees, band che proponeva un’originale miscela di punk, hard rock e psichedelia che li fece inizialmente esordire (sulla piccola Velvetone Records) e poi imporre come una delle realtà più interessanti della scena del rock indipendente nazionale, grazie alla firma nel 1987 per la SST Records, l’etichetta di Greg Ginn dei Black Flag, per la quale il gruppo incise tre album (“Even If And Especially When“, “Invisible Lantern” e “Buzz Factory“) per poi fare il grande salto (dopo un epocale Ep, “Change Has Come“, registrato per la Sub Pop nel 1990) nel mondo mainstream, firmando per la Epic Records, che lanciò Lanegan e soci verso un moderato successo di massa, negli anni in cui il movimento grunge era esploso e del quale gli Screaming Trees venivano inevitabilmente considerati dei precursori e associati al “Seattle sound” (anche per ragioni di vicinanza geografica) come traino commerciale per promuovere gli album “Uncle Anesthesia” (1991) e “Sweet Oblivion” (1992) ma senza raggiungere gli stessi picchi di fama e popolarità dei loro colleghi più in voga come Nirvana, Pearl Jam, Alice In Chains e Soundgarden. Anni di conflitti interiori, demoni, dipendenze da alcool e droghe e screzi personali, a lungo andare, lacerarono i rapporti tra membri della band e fecero terminare l’avventura nel 2000, dopo un ultimo Lp insieme (“Dust“) nel 1996 (dove nel relativo tour aggregarono anche l’amico Josh Homme, appena reduce dalla fine dei Kyuss e all’epoca in procinto di fondare i Queens Of The Stone Age) e un disco uscito postumo nel 2011 (“Last Words: The Final Recordings“).
Van, oltre a essere stato una colonna portante degli Screaming Trees, creò anche il side project indie/psych Solomon Grundy (che ebbe breve durata e produsse un solo album, omonimo, uscito nel 1990) nel quale suonava la chitarra ed era al canto. A fine anni Novanta diede vita a un altro side project alternative/indie chiamato Gardener, che nel 1999 fruttò un Lp, e agli albori del nuovo millennio, dopo lo scioglimento della band madre, si lanciò nell’avventura VALIS (insieme al fratello minore Patrick Conner) sorta di supergruppo hard/space/stoner rock (che vantava la partecipazione del batterista Dan Peters, del bassista Kurt Danielson e il batterista Sean Hollister, con la produzione di Jack Endino) con cui registrò quattro long playing. Ha anche collaborato, in veste di session man, coi Dinosaur Jr. (coi quali ha suonato, dal vivo, per un brevissimo periodo a inizio anni Novanta) con la prima versione embrionale dei Queens of The Stone Age dell’ex compagno di band Homme (quando usavano il monicker Gamma Ray, poi abbandonato dopo minaccia di azioni legali da parte dell’omonimo gruppo power metal tedesco) e in due volumi delle famigerate Desert Sessions nel 1999.
Gary Lee Conner, in queste ore, ha pubblicato una canzone dedicata alla memoria del fratello Van, che potete ascoltare qui sopra.