Un’altra orrenda notizia arriva a funestare questi primi sprazzi di 2023 in termini di perdite musicali. In queste ultime ore ci ha lasciati infatti, dopo una breve malattia, anche il cantante, chitarrista e songwriter statunitense Tom Verlaine. Aveva 73 anni e l’annuncio della sua dipartita è stato dato da Jesse Paris Smith, figlia di Patti Smith, che è stata una delle partner di Verlaine negli anni Settanta, agli inizi dell’avventura musicale di entrambi.
Nato come Thomas Joseph Miller a Denville (New Jersey) il 13 dicembre 1949, presto assunse lo stage name Tom Verlaine come omaggio al poeta francese Paul Verlaine, che fu di grande ispirazione lirica per il giovane Miller che, cresciuto con una educazione musicale poliedrica (assorbendo influenze da Miles Davis al free jazz di John Coltrane al rhythm ‘n’ blues elettrico di Yardbirds e Rolling Stones) ha iniziato a suonare insieme a un compagno di scuola (nel Delaware) di nome Richard Meyers, poi universalmente noto come Richard Hell. Trasferitisi a New York nel 1972, i due amici, ispirati dai New York Dolls, avrebbero posto le basi per la nascita di una band, il cui moniker fu inizialmente Neon Boys, ma nel 1973 cambiò nome, scegliendo il definitivo Television, quartetto che comprendeva, oltre a Hell al basso e Verlaine alla voce e chitarra, Billy Ficca alla batteria e Richard Lloyd alla seconda chitarra, ma ben presto i problemi di dipendenza di Richard Hell dalle droghe pesanti, unito a un conflitto di personalità con Verlaine su chi dovesse assumere la leadership artistica del gruppo, portarono a una frattura insanabile che determinò l’uscita dalla formazione dello stesso Hell (che prima co-fondò gli Heartbreakers con Jerry Nolan e Johnny Thunders, per poi andare a formare i Voidoids) in seguito sostituito da Fred Smith al basso.
Leggenda narra che i Television di Tom Verlaine siano stati il primo combo a essere ingaggiato regolarmente da Hilly Kristal per dei concerti nel suo locale appena aperto sulla Bowery, a Manhattan, nel malfamato (all’epoca) quartiere del Lower East Side, ossia il mitico CBGB (dove la band fece il suo esordio ufficiale e completò la gavetta suonando in altri club newyorchesi, elogiata da David Bowie, prima di costruirsi uno stabile seguito di pubblico al CB’s dal 1975 in avanti) che in breve tempo sarebbe diventato il tempio del rinascimento del rock ‘n’ roll più ruspante e degli impulsi più stravaganti, che tra le mura di quel luogo si sarebbe sublimato nella nascita della prima scena ufficialmente etichettata come “punk” (ma, in realtà, multidimensionale) che annoverava, assieme ai Television, altre band diverse tra loro come sonorità proposte, ma accomunate da una urgenza espressiva, senza fronzoli, e una spiccata attitudine diretta e senza compromessi (Ramones, Dead Boys, Johnny Thunders and the Heartbreakers, Suicide, Wayne County, The Dictators, Richard Hell and the Voidoids, Talking Heads, Blondie, Patti Smith Group e altri) volta ad epurare il rock ‘n’ roll dal superfluo e dai pomposi barocchismi che avevano caratterizzato la scena progressive rock e il divismo dello star system musicale. La caratteristica principale che distingueva i Television dagli altri gruppi risiedeva proprio nel modo di suonare di Tom Verlaine, che conferiva alla sua chitarra un sound angolare, melodico, cristallino e asciutto, che non disdegnava le opportunità di sperimentare con lo strumento per improvvisazioni ed esplorazioni di nuove formule, un suono che spesso si incastrava con la chitarra di Lloyd (in modo da non rendere più distinguibile il ruolo dominante della “lead guitar“, fondendola con la “rhythm guitar“) non catalogabile e in contrasto con lo stile essenziale e in-your-face del punk rock, ma ugualmente importante e decisivo per lo sviluppo del movimento post-punk, con Verlaine spesso citato come influenza fondamentale per la crescita dei movimenti indie rock, no wave, shoegaze e Paisley Underground. La musica dei Television, minimalista e profonda allo stesso tempo (influenzata dai Velvet Underground, dal surf di band strumentali come i Ventures e Dick Dale, ma anche da Love e Buffalo Springfield e dal garage rock dei Sixties) troverà il suo massimo compimento nell’album di debutto, “Marquee Moon“, uscito nel 1977 e, col passare dei decenni, rivalutato e considerato unanimamente una pietra miliare della storia del rock, sebbene Verlaine e compagni non abbiano mai raggiunto un notevole successo di pubblico e di massa, restando sempre nel limbo dello status di cult band molto stimata dalla critica musicale e da tanti colleghi musicisti. Il percorso dei quattro musicisti si interruppe nel 1978, dopo il secondo Lp ufficiale, “Adventure“, per poi riprendere nel 1992, con la reunion che portò alla pubblicazione di un terzo disco, omonimo, e sporadiche apparizioni per concerti dal vivo, che hanno condotto i Television nel nuovo millennio (tra i progetti in cantiere c’era la possibilità di realizzare un quarto long playing composto da dieci brani, la cui uscita è stata al momento sospesa) proprio fino al decesso del suo principale esponente e songwriter, Tom Verlaine, avvenuta il 28 gennaio 2023.
Parallela all’attività con la sua creatura, Verlaine sviluppò anche una carriera solista che lo vide debuttare nel 1979 con un full length omonimo, e poi protrattasi lungo nove dischi, l’ultimo dei quali è stato “Songs and other things” nel 2006. Note anche le sue collaborazioni, in particolare quella come co-produttore del secondo album di Jeff Buckley, uscito postumo nel 1998 a causa della morte del giovane cantautore nel maggio 1997; tra le altre partecipazioni, si segnalano le incisioni per Patti Smith nella cover di “Hey Joe” sul debutto della Smith, “Horses” e sul singolo “Break it up”; inoltre ha suonato, sempre per la cantautrice, nella canzone “Fireflies”, tratta dall’album “Gone again” del 1996, e nel 2000 ha contribuito a “Glitter in their eyes”, brano contenuto nell’Lp “Gung Ho“. Verlaine ha anche preso parte alle registrazioni del disco “Penthouse” dei Luna (1995) ed è stato tra i protagonisti del supergruppo Million Dollar Bashers che ha inciso la soundtrack del documentario su Bob Dylan “I’m not there” del 2007, anno in cui ha anche musicato (insieme a Jimmy Rip) la colonna sonora per i film muti raccolti in “Music for experimental film“. Nel 2012 collaborò al secondo album solista del chitarrista degli Smashing Pumpkins, James Iha.
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