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Recensione : V/a – Czech Up! Volume 2

Quanti mascalzoni oltre cortina!

Correva l’anno 1997, fra i tanti sbagli madornali fatti in vita mia in quel periodo avevo avuto l’ardire di aprire un negozio di dischi, il mitico Distorsioni che ancora fa versare qualche lacrimuccia a chi lo ha vissuto, e chi lo ha vissuto ha fatto molto di più che frequentarlo.

Allora le uscite discografiche non arrivavano via mail ma bensì via fax; su uno di quegli infiniti lenzuoloni di carta chimica fra le varie proposte ne scorsi una che accese la mia fantasia, si trattava di Surfbeat Behind the Iron Curtain, ovviamente ne presi una per il negozio – ricordo ancora a chi la vendetti – ed una per la mia collezione. Su quel disco erano presenti ventiquattro band che dimostravano quanto il rock’n’roll del decadente occidente avesse, malgrado la censura, attecchito sulle menti deviate di un buon numero di giovinastri figli illegittimi di Lenin e della dittatura del proletariato.

Oggi, a ventun’anni da quel giorno, mi ritrovo a parlare di un’altra compila che documenta quanto fosse fertile la scena al di là della cortina di ferro. Questo secondo volume di Czech Up è, come esplicitato dal titolo, incentrato su quella che fu la scena dell’allora ancora unita Cecoslovacchia. Ascoltandolo posso asserire con certezza che i giovani cechi e slovacchi dell’epoca ci sapevano davvero fare vista la qualità davvero elevata dei ventidue pezzi in scaletta. Il disco si apre con una quaterna di pezzi davvero notevole, il primo Blaznivej Kiki degli Olympic è un esercizio davvero notevole di soffice psychedelia beatelsiana, a ruota si possono gustare A Co Ma Bejt di Hana Ulrychova un brano beat assolutamente lodevole cantato da una voce femminile davvero interessante, Pramene Poznani dei Mahagon un funky ispiratissimo tanto da poterlo accostare a quelli che i nostri maestri del genere componevano per i film poliziotteschi e la cover più che riuscita del classico di Sam & Dave Hold On I’m Coming reinterpretata dai Framus Five.

Ma le delizie non si fermano qui basti ascoltare il beat riempi pista We’d Be Happy dei Beatings, l’hammond-beat sinuoso della strumentale Vobore degli SHQ, il soul all’ennesima potenza It’s Always Ever The Same di Martha and Tena and Vulkan, il funky da paura – con voce femminile – Tvuj Priltel Vitr di Marie Rottrova and Flamingo, il garage ante litteram alla Kinks/Small Faces I Wish I Wear dei Soulmen e la soffice dolcezza di Rokle di Hana Zagorova. I

l tutto corredato da una bellissima copertina, come per altro era stato per il suo predecessore di due anni or sono, e da esaurienti note sui gruppi presenti.

Forse non ci sarebbe neppure motivo per aggiungerlo ma questo è l’ennesimo centro della mai abbastanza lodata VampiSoul records.

Come avrebbe detto Sofia Loren: Accattatevillo!

ETICHETTA: Vampi Soul Records

TRACKLIST
1) Olympic – Blaznivej Kiki,
2) Hana Ulrychova – A Co Ma Bejt,
3) Mahagon – Pramene Poznani,
4) Framus Five – Hold On I’m Coming,
5) Yvonne Prenosilova and Apollobeat – Nocni Moditba,
6) Beatings – We’d Be Happy,
7) Valeria Cizmarova – Byls Mo Boj,
8) Milan Cernohouz and Gustav Biom Orchestra – Pisu Kridou zpravu,
9) Blue Effect – Snakes,
10) SHQ – Vobore,
11) Metronom – Divny Pan,
12) Synkppy 61 – Bytost Podivna,
13) Jazz Q – The Wizard,
14) Martha and Tena and Vulkan – It’s Always Ever The Same,
15) George and Beatovens – Zahrada Za Domen,
16) Flamingo – Jsem Lasku,
17) Eva Pilarova – Padni Na Kolena,
18) Marie Rottrova and Flamingo – Tvuj Pritel Vitr,
19) Soulmen – I Wish I Wear,
20) Bornodag – Dzungle,
21) Hana Zagorova – Rokle,
22) Karel Cernoch – Trznice Sveta

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