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Iyelab

Il nostro laboratorio Artistico !!

Haiku N.33

Haiku N.33: Blu elementare
il dio del cielo nudo
ma quale libertà…

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Il Vicariato Di Bot (un’avventura Del Detective Newton – Ep.05)

Il Vicariato di Bot (Un’avventura del Detective Newton) Di Pietro Rotelli   – Cordone di smistamento per l’orlo esterno. Bretella E25. Continuo a pensare che non sia una grande idea – fu il commento laconico di Osm (Organismo Senziente di Monitoraggio), con lo sguardo perso verso l’alto mentre guardava il fascio di luce nel tubo di acrilico trasparente che correva in alto perdendosi oltre il tappeto di nuvole soprastante. Dentro il tubo migliaia di ombre sfocate che correvano verso l’alto. Erano i viaggiatori: perlopiù devoti e pellegrini che si recavano al Santuario del Vicariato di Bot. – Il Camino del Santuario… Ora dobbiamo solo trovare il modo per non essere rilevati e riuscire a prendere un raggio per l’orlo esterno e siamo a un buon punto. Il nostro contatto su E25 è già stato allertato. Curtis stava rovistandosi nelle tasche del giaccone (giaccone da civile, dopotutto erano in incognito) in cerca del multipass genetico contraffatto che era riuscito a procurarsi tramite un informatore del distretto nord. Non lo trovava e stava quindi maledicendo il nome di sua madre (che non conosceva, peraltro) e di tutte le divinità che gli saltavano in mente quando una Guardia Vicariale, vestita con la tenuta d’ordinanza bianca e rossa con una sobria striscia dorata centrale tutta tempestata di pietre preziose gli chiese: – Ippurrà a te Pellegrino. Sei diretto al Santuario? Osm si nascose in una tasca del giubbotto di Curtis. Curtis, invece, restò un attimo congelato indeciso su quel che doveva fare, poi decise di correre il rischio. – Ippurrà a lei, Guardia Vicariale. Certo, sono diretto al Santuario: dove altro sennò? Ippurrà. Ecco. Ippurrà era il saluto sacro che i devoti del Vicariato si scambiavano fra loro. Curtis lo sapeva perché sua nonna era Devota. E lui l’aveva odiata per questo e per quello che il Vicariato le aveva fatto. – E, se posso Pellegrino, motivo della visita al Santuario? – Devozione e Punizione. Era la risposta classica del pellegrino. Il Vicariato prendeva e ti Puniva. Qualcosa tanto dovevi avere fatto in quanto essere fallibile. E tu gli dovevi solo Devozione. E soldi. – Allora Ippurrà. – Sempre Ippurrà. La Guardia Vicariale si allontanò, in cerca di altri viandanti da interrogare. Curtis allora si rivolse a Osm che stava uscendo dalla tasca in cui si era nascosto. – Dobbiamo darci da fare e riuscire a prendere il prossimo sifone per l’orlo, altrimenti rischiamo di dover rispondere a questo tipo di domande continuamente. E sinceramente ne farei volentieri a meno. – Agghiacciante e del tutto privo di una qualche utilità – convenne Osm. – Andiamo. – Un attimo, non trovo il mio multipass genetico. Senza quell’aggeggio contraffatto rischiamo di farci fermare ancor prima di partire. – Tu e la tua paranoia: spiegami come mai secondo te il Grande Occhio Disciplinante o qualcuno al dipartimento dovrebbe essere interessato a te e a un gruppetto di sicari di Big Boss Bungarumba XII. – Più di una sensazione paranoide, direi: intanto non sei tu quello a cui è apparso il G.O.D. in casa in piena notte durante una discussione con il frigorifero, e non sei tu ad aver ricevuto un droide insetto killer consegnato da un sergente che nessuno ha mai visto o ad avere in corpo una nanosonda a orologeria casuale. Quindi signor Jung grazie dell’analisi ma parliamo di cose serie. È evidente che esiste qualcosa che connette tutti questi fatti, e l’unica pista che abbiamo è il Vicariato di Bot. Ma dobbiamo agire in incognito. E così dicendo tirò fuori di tasca il multipara che finalmente aveva trovato, e si incamminò verso la porta di imbarco del sifone. – Si ma stai calmo – fu la risposta di Osm, che proseguiva svolazzandogli di fianco. – Che lavoro di merda che mi è toccato. Si misero in fila, una fila enorme che tutto sommato scorreva anche abbastanza veloce. Anche perché mentre le Guardie Vicariali assegnate al controllo d’imbarco controllavano i multipare dei devoti quando erano sempre in fila, questi piano piano si avvicinavano all’imbocco del sifone che funzionava come un aspirapolvere: risucchiava in una sorta di sottovuoto (che sottovuoto non era) le persone trascinandole in alto. – Preparatevi ad ascendere al Primo Cielo. Centro di raccolta e smistamento e prima accoglienza del Vicariato di Bot. Sono vietati malati contagiosi, animali organici e inorganici umanoidi. Per tutti gli altri Ippurrà. La fila era piena anche di queste persone: gente con campanelli e ventagli e ammennicoli che lanciava ogni sorta di augurio e benedizione a chi si apprestava a salire, e che coglieva l’occasione per ricordare cosa si poteva o non poteva fare. Mentre avanzavano Curtis continuava a guardarsi intorno con circospezione. poteva essere che qualcuno lo avesse seguito, acne lì, anche se stava agendo sotto copertura e senza aver avvertito nessuno. – Multipass, per favore. – La guardia aveva in mano la pistola scanner per il codice genetico e la sua comparazione. – Eccolo! – Curtis sfoderò il migliore dei suoi sorrisi e porse la tessera in pvc per il controllo. Era terrorizzato. Magari poteva essere che la tessera fosse fatta male o sbagliata, che l’informatore avesse preso i suoi soldi per una dose di cybermeth e gli avesse portato il multipass di un qualche malcapitato a cui avevano rifilato una scarica elettrica. Magari anche l’informatore era in combutta il G.O.D. o con il Papa Vuoto e lo aveva incastrato. – Grazie mille Signor Hamilton. Vada pure, buona permanenza. Ippurrà. – Ippurrà a lei. E quindi il multipara genetico taroccato funzionava. Questa era un’ottima notizia. – Signor Hamilton? – Chiese Osm che era di nuovo sorto dalla tasca in cui ormai stava nascosto per non essere confiscato (gli Organismi Senzienti di Monitoraggio non erano ben visti dai religiosi in generale). – Si, dovendo scegliere ho scelto il nome di uno scrittore di secoli fa. Edmond Hamilton. Cerca nel database, vedrai che lo trovi. – Non me ne frega nulla. Shhh. Stiamo arrivando all’entrata della bretella, io torno in tasca. Divertiti. – Vaffanculo, vai, limone. Era il prossimo. Le persone venivano accompagnate più o meno energicamente dentro il sifone da una spinta dell’Operatore di Viaggio, perché una volta arrivati sull’orlo di quell’abisso al contrario lo spirito di sopravvivenza di molti pellegrini aveva la meglio e titubavano. Allora l’Operatore gli dava una piccola spinta et voilà: risucchiati dal celestiale gorgo. Toccava a lui. L’Operatore gli fece cenno con la mano destra di entrare mentre con la sinistra lo accompagnava nel movimento. Lui chiuse gli occhi e pùm. La pressione e il cambio di velocità e altitudine lo fecero sentire come fatto, ubriaco. Poi la corsa che poteva essere durata un secondo come tre giorni si fermò e lui fu afferrato da due braccia che lo depositarono a terra. L’Operatore del Primo Cielo lo tirò fuori dal tubo. Aprì gli occhi: molto bianco. Molto rosso. Molto oro. Troppa luce. Il primo Cielo del Vicariato di Bot. – Ippurrà – disse il Detective Newton, e si avviò verso la piazza principale. Aveva un nodo da sciogliere.

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Haiku N. 32

Sera d’autunno curvo con una penna tra odore di caffè Archivio Haiku

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Haiku

violenza umiliazione vorrei essere orfano

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Haiku N.31

Di domenica passaggio di anatre bianche sopra il pontile Archivio Haiku

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Haiku

Linguaggi incomprensibili banalitá irrisolte un ora inutile

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Haiku N.30

Haiku N.30: Tersa fissità
dal fondo della stanza
Neve d’inverno…

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Dell’opera Della Demenza Del Rosso

Iniziammo con le migliori intenzioni mettendo da parte tutti i nostri rancori.Sul tavolo c’erano tutti gli ori di famiglia,cosparsi di preziose spezie.A volte mi chiedo come possa essere successo tutto così all’improvviso. Sembravi giovane con tutti i 35 denti cariati ma al loro posto.Cariatide esoterica mi fissavi per incantarmi l’ennesima volta.Avevo avuto dei sentori,come gelidi tremori al ginocchio sinistro prima che mi amputassero la gamba.Quella volta al centro commerciale….ricordi…?Dio quanto eri mortifera,splendore soffuso di nebbia….angoscia soporosa…..ombre velate di pagliuzze colorate. Inoltre ,tutte le cellule-con i rispettivi organi che svolgono specifiche funzioni-seguono lo stesso programma di base,subordinato ad una memoria arcana,ad un’intelligenza complessa che coordina l’azione di tutte le diverse intelligenze che lo compongono. L’orsetto multicolore infatti si struttura e si de-struttura nei suoi ingredienti,ma non si modifica nel suo complesso,altrimenti non sarebbe che un globale campo energetico,dove gli oggetti solidi e visibili si muovono seguendo le leggi della meccanica e della geometria.Certo avevi ragione ad aumentare il tempo di cottura del micro-onde,perché attentavi di fatto all’annichilimento di fatto della mia liquida quanto fluida identità se non fosse che e sempre che,hai il coraggio di affrontare e affondare nel mio sguardo che mi spoglia delle nostre vergogne più remote.Se solo l’odio potesse parlare ti rivestiresti di pelle di cobra verde,ma la tua soddisfazione sarebbe in questo caso la tua ultima infima risorsa a cui non vuoi attingere ,chiaramente perché è il tuo input vitale cioè non avresti altri argomenti che quelli del volgare parrucchiere sotto casa in fondo alla via e del suo livore verso i parrucchieri cinesi a 5 euro. Il panda verde che divora la stella è di rancido fatto,è il nostro nume tutelare.Lui solo agisce in profondità in ogni corpo e lo abbassa e lo eleva.Egli ella lo ravviva e illumina oscurandolo con le tapparelle di zia la sostanza imbesciamellata cioè.Hai considerato tutto come un passaggio necessario si ma obbligatoriamente intermedio lungo la via magica.Non mi ritengo no particolarmente impegnato neppure in opere di proselitismo,a differenza dei santi o dei profeti delle religioni,ma hai esercitato sempre in un ambito ristretto e riservato,cercando di non apparire,di non suscitare intorno a sé e nella collettività agitazione e turbolenze psichiche,al fine di non essere deviati dal loro lavoro interiore. Sono sei rossa di rabbia perché hanno scoperto il tuo segreto che gelosamente ti turbava ma di cui eri perplessamente timida.Ora che il dado è tratto non ti resta che chiedere scusa al multi-universo per le tue inenarrabili colpe.   Le emozioni acquistano una nettezza sconosciuta e la valenza degli archetipi,mentre l’io rinnovato tenta di sovvertire le passioni in de-azioni.Contemporaneamente una parte della flotta sfiorava il nostro campo,condensandosi e scendendo con inaudita violenza come una pioggia sulla terra laida,a contatto con la semplicità del tuo sesso mozzato,semplifica lo schema del suo pensiero tremolante,non più condizionato da preconcetti.

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Haiku N.29

Ancora Freddo la brina che suggella Stati d’ animo Archivio Haiku

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