REVEREND SHIT-MAN’S BEST OF 2022
Ecco una lista di dieci album, recensiti nel 2022, che hanno maggiormente incontrato i favori e i gusti di Reverend Shit-Man, in ordine sparso e non gerarchico:
Dalla letteratura all’attualità, dalla filosofia all’arte: a noi interessa tutto. Purché non ci si annoi.
Ecco una lista di dieci album, recensiti nel 2022, che hanno maggiormente incontrato i favori e i gusti di Reverend Shit-Man, in ordine sparso e non gerarchico:
Inauguriamo la rubrica “Seguili”, nella quale andremo a segnalare progetti riguardanti la sfera musica/cinema/libri secondo noi validi, che siano blog, canali Youtube, Twitch od altro. SISTAVAMETAL, TONY FACE, SISTAVAMETAL.
Secondo lavoro sulla lunga distanza per i garage rockers losangelini Wolfmanhattan Project, vero e proprio supergruppo formato da tre leggende del rock ‘n’ roll mondiale: Kid Congo Powers (Gun Club, Cramps, Nick Cave and the Bad Seeds, Knoxville Girls, Kid Congo & the Pink Monkey Birds) fresco di promozione della sua autobiografia, e poi Mick Collins (Gories, Dirtbombs, Blacktop) alle chitarre e voce, coadiuvati dall’immarcescibile Bob Bert (Sonic Youth, Chrome Cranks, Pussy Galore, Lydia Lunch, Jon Spencer and the HITmakers) alla batteria e voce. Tutti musicisti con un pedigree invidiabile, che si trovano bene insieme e hanno unito le forze in una band che si propone di voler essere qualcosa in più dell’insieme della somma delle parti. A sette anni di distanza dall’esordio assoluto (col singolo “Smells like you”/”You are my glue“) e a tre dal debut album “Blue Gene Stew“, tutti usciti su In The Red Records, i nostri supereroi danno un seguito all’avventura (pubblicata sempre su In The Red) sfornando “Summer forever and ever“, composto da dieci nuove tracce, per una mezz’ora abbondante di R’N’R scassato, accattivante, ma anche eclettico, dove il trio ha suonato anche altri strumenti, oltre quelli consueti, come il piano e il sintetizzatore. Registrato da Mark C., il disco si apre con “Like Andrea True“, sorta di tributo alla soul/disco band newyorchese Andrea True Connection, per poi entrare nel vivo con lo sgangherato garage punk di “Countdown Love” (la traccia preferita da chi vi scrive) che puzza amorevolmente di Cramps, Saints e Radio Birdman, e prosegue con la title track “Summer Forever“, già lanciata come singolo ben due anni fa, in cui Mick Collins, sotto un agile tappeto di chitarre velenose, canta del sogno di tutti gli skaters e i surfisti (e, in generale, di tutti coloro che odiano il freddo e l’inverno) quello di un’estate soleggiata che duri 365 giorni l’anno, e visto il caldo anomalo di questi mesi autunnali, sembra quasi che il suo desiderio possa avverarsi. “Respectable Pigs” cita nel testo “Psychotic Reaction” dei Count Five, ma musicalmente siamo sui lidi rumoristi più affini al duo Velvet Underground-Stooges, mentre la strumentale “Hypnotize too” rimande a certe bizzarrie alla Captain Beefheart. In “H Hour“, brano breve e sgusciante, si ritorna su sentieri più vicini al garage rock, e nello sghembo post-punk di “Silky Narcotic” Bob Bert ricorda il compianto Charlie Watts degli Stones. Lo sgarrupato twistabilly di “Very next song“, memore del passato di Brian Tristan nei Gun Club, apre la volata finale dell’Lp, che si chiude con le lunghe “New in the world” (uno straniante esperimento con piano, voce e altri inserti inusuali) e “Raised/Razed” (sorretta da un riff chitarristico ripetitivo e un ritmo in crescendo, incalzato dai synth, con un cantato recitato, quasi ai limiti dello spoken word) della durata di cinque minuti per pezzo. La classe non è acqua, gallina vecchia fa buon brodo. Ok, ho finito coi proverbi e i luoghi comuni, ma nel caso dei Wolfmanhattan Project sono azzeccati, perché Kid, Bob e Mick si divertono ancora a suonare insieme e incidere ottimi album come questo “Summer forever and ever”, che non sembra essere un’operazione nostalgia per ricordare i bei vecchi tempi passati e andati ma, al contrario, dopo diversi decenni sulle scene, questi musicisti (e incredibili personaggi) non si accontentano di aver già dato (tantissimo) alla causa del rock ‘n’ roll più lercio e pericoloso, ma sanno ancora stupire ed essere magnetici e influenti, pur deviando a volte dai percorsi originari, non scegliendo mai la strada più facile. Avercene di collaborazioni così, oggi. Anzi, ne vorremmo di più. TRACKLIST 1. Like Andrea True 2. Countdown Love 3. Summer Forever 4. Respectable Pigs 5. Hypnotize Too 6. H Hour 7. Silky Narcotic 8. Very Next Song 9. New In The World 10. Raised/Razed
Ormai si è perso il conto della sterminata produzione discografica dei Melvins, tra studio album ufficiali (venticinque) dischi dal vivo, Ep, singoli e collaborazioni varie. Nel corso dei decenni, Buzz Osborne e soci si sono sbizzarriti a pubblicare il loro materiale in edizioni speciali e nelle versioni più disparate da regalare come chicche ai propri fan ed estimatori: dalla doppia raccolta acustica (e cioè il precedente “Five Legged Dog“, uscito nel 2021) ai doppi album (“A walk with love and death“) alle edizioni dove suonano tutti i bassisti insieme, o con la doppia batteria, dalla versione 1983 al remix noise di tutti gli Lp. Questa volta, “King Buzzo” e sodali si sono concentrati unicamente su pochi brani, i sei che compongono la loro nuova fatica, “Bad Mood Rising” (un titolo che gioca con le parole, rievocando sia il quasi omonimo classico dei Creedence Clearwter Revival, sia l’album dei Sonic Youth, pur non avendo tuttativa nessun punto in comune con entrambi i riferimenti del calembour) prodotto da Toshi Kasai e uscito su Amphetamine Reptile Records (che ha descritto il full lenght come “un incubo rock ‘n’ roll, grandi riff e performance vocali terrificanti“) nel quale il gruppo conferma il loro stile pesante sludge/heavy rock che, quasi quaranta anni fa, ha contribuito a forgiare la scena di Seattle e quell’ultimo sussulto rock ‘n’ roll che poi sarebbe stato ribattezzato “grunge”, risultando tra i principali mentori di Kurt Cobain. Il long playing si apre con la lunghissima “Mister Dog is Totally Right“, che vede la partecipazione del chitarrista degli Earth, Dylan Carlson, già proposta dalla band di Aberdeen a più riprese in alcuni concerti, e si tratta della composizione più lunga mai scritta da Buzz Osborne, coi suoi quattordici minuti di straziante sludge rock/metal a base di riffoni sabbathiani poderosi come macigni e vocals declamate con tono spettrale/apocalittico. Alla batteria siede, come di consueto, il fido Dale Crover, sempre pronto a cesellare i tempi, pestare o lasciar colare il ritmo con maestria, mentre al basso ritroviamo Steven McDonald. Le successive due tracce, “Never say you’re sorry” e la breve “The receiver and the empire state” (con quest’ultima a chiudere il disco) erano già apparse sull’Ep “Lord of the Flies” (che ha visto la luce a inizio 2022) che proseguono nelle coordinate di comfort zone melvinsiana: riff di chitarrozza doom devoti al Sabba Nero e cantato allucinato, così come nella successive “My discomfort is radiant” (anche se in quest’ultima il guitar sound richiama anche i Soundgarden periodo “Badmotorfinger”) e “Hammering“, ma logicamente è sempre un bel sentire. La vera chicca dell’Lp è rappresentata dagli otto minuti della dinamica “It Won’t or It Might“, che inizia nel classico stile Melvins, per poi proseguire su un riff portante desert rock, ma dopo qualche minuto il ritmo rallenta inaspettatamente, con Osborne e company che si cimentano in un mantra di canti e cori calmi e quasi sommessi, per poi riprendere slancio, e sul finale si dissolve col drumming del leggendario Crover in primo piano. I Melvins, in definitiva, da un lato puntano sull’usato sicuro, dall’altro si divertono ancora a giocare coi suoni, modellare a loro piacimento il loro ibrido tra punk, hardcore, stoner, doom, sludge e noise, e sperimentare nuove soluzioni, dimostrando di avere ancora qualcosa da dire, dopo tutti questi anni di militanza underground (e overground) e una prolifica discografia, e di questo “Bad Mood Rising”, pur non essendo un album indimenticabile, ne è comunque consigliato l’ascolto (e i nostri non hanno certo bisogno di tante presentazioni e introduzioni) l’acquisto per i die-hard fans del trio originario del glorioso – musicalmente parlando – Nordovest statunitense. TRACKLIST 1. Mister Dog is Totally Right 2. Never Say You’re Sorry 3. My Discomfort is Radiant 4. It Won’t Or It Might 5. Hammering 6. The Receiver and The Empire State
Come ci accade costantemente negli ultimi trent’anni, da quando cioè la politica è diventata una dicotomica scelta, quasi plebiscitaria, tra chi stava con il magnate brianzolo, e chi stava contro, tagliando sistematicamente fuori ogni altra visione sociale del paese, abbiamo disertato le urne.
Il rapper alessandrino torna con una nuova release dal tredici ottobre su tutte le piattaforme digitali. NYKO ASCIA torna dal 13 ottobre 2022 con il nuovo singolo WARHOL CON MARILYN.
Ci sono voluti trenta anni di percorso artistico, ma alla fine i Built To Spill ce l’hanno fatta a realizzare il proprio obiettivo di far uscire un proprio album per la Sub Pop.
Torna in Italia, per un mini-tour di tre concerti, l’icona garage/blues/trash/punk statunitense Jon Spencer con la sua nuova incarnazione, gli HITmakers, in occasione della promozione internazionale del nuovo album, “Spencer Gets It Lit“, uscito nel mese di aprile, che lo porterà a suonare anche in Europa. Ecco le date in programma: 13 novembre @ LaClaque, Genova 14 novembre @ Lumière, Pisa 15 novembre @ Covo Club, Bologna
John Dwyer è stato di parola. Il chitarrista, membro fondatore e frontman degli OSEES aveva promesso che il nuovo album della band sarebbe stato all’insegna di un ritorno alle radici garage/psych punk tipiche dell’ensemble,
Con una copertina che richiama, per colori e lettering, quella del seminale album “Boom” dei Sonics, la raccolta “Electrified” è la nuova uscita (via Because Music) con cui, nel 2022, timbrano il cartellino discografico i Limiñanas, duo francese formato dai coniugi Lionel (chitarra, voce, basso, organo, synth) e Marie (voce e batteria) Limiñana, attivo dal 2009 e fautore di un garage rock neo-Sixties imbevuto di psichedelia e fuzz, e pop della migliore scuola francese (Serge Gainsbourg, Francoise Hardy) combinato con atmosfere cinematiche ed esperimenti con la musica elettronica, il tutto cantato, prevalentemente, in lingua madre e in inglese. Ma “Electrified“, che arriva a un anno da “De Pelicula” (album collaborativo realizzato insieme al noto disc jockey techno e produttore Laurent Garnier) e dalla colonna sonora composta per il film “The world we knew“, non si propone di essere un semplice “best of” che raccoglie il meglio del materiale pubblicato dai nostri dal 2009 a oggi: oltre a proporre una generosa tracklist di (28) canzoni pescate dalla variegata produzione dei transalpini (Lp, singoli, raccolte di rarità) la chicca di questa corposa compilation (che nel booklet presenta liner notes scritte da Iggy Pop, Peter Hook e Keith Streng) risiede nella scelta di assemblare, nella parte finale, sette brani provenienti dal materiale dei Les Bellas, vale a dire l’incarnazione garage-psych di Lionel e Marie prima di formare i Limiñanas (e che tra l’altro pubblicarono un singolo intitolato “Electrified“). Ci sono prestigiosi featuring, tra cui quelli del produttore e polistrumentista Areski Belkacem, decano della chanson francese (nel nuovo brano “La Musique“, singolo scelto per il lancio della compila) il produttore e musicista Pascal Comelade (in “Carnival of Souls“) il cantante pop francese Etienne Daho (“One Blood Circle“) Peter Hook (“Garden of Love” e “The Gift“) Bertrand Belin (“La Dimanche“) il compositore musicale/cinematografico e ingegnere del suono David Menke (“USA Motorbike” e nel rumorismo di “Pulsing“) il produttore electro Golden Bug (nell’inedita “Domino“) Anton Newcombe e l’attrice/chanteuse Emmanuelle Seigner (insieme a Lionel e Marie nel progetto L’épée, e qui presenti nei pezzi “Istanbul is Sleepy” e “Shadow People“) emblemi di un tentativo di far dialogare il rock ‘n’ roll con altri generi musicali e altre forme d’arte, ma soprattutto c’è la voce sensuale di Marie che, quando vuole ammaliare ed essere sognante (come in “Je m’en vais“, “Cold Was the Ground“, “My Black Sabbath” e “Garden of Love“) fa andare i maschietti in brodo di giuggiole. Se durante l’ascolto, a un certo punto, vi sale su un’improvvisa voglia di “ballare” come l’attore Foulques de Boixo, “the dancer“, protagonista di diversi loro videoclip, non preoccupatevi, è un buon segno: significa che i Limiñanas si saranno impossessati della vostra anima. TRACKLIST 1. Migas 2000 2. I’m Dead 3. Je ne suis pas très drogue 4. Down Underground 5. Je suis une gogo girl 6. La fille de la ligne 15 7. Je m’en vais 8. Salvation 9. Votre côté yéyé m’emmerde (feat. Francesca Cusimano) 10. Cold Was the Ground 11. My Black Sabbath 12. Carnival of Souls (feat. Pascal Comelade) 13. El Beach 14. Prisunic 15. Dahlia Rouge 16. Garden of Love (feat. Peter Hook) 17. Istanbul Is Sleepy (feat. Anton Newcombe) 18. The Gift (feat. Peter Hook) 19. Shadow People (feat. Emmanuelle Seigner) 20. Dimanche (feat. Bertrand Belin) 21. One Blood Circle (feat. Etienne Daho) 22. Calentita (feat. Nuria) 23. Saul (feat. Laurent Garnier) 24. USA Motorbike (feat. David Menke) 25. La Musique (feat. Areski Belkacem) 26. Les hommes et les ombres 27. Domino (feat. Golden Bug) 28. Pulsing (feat. David Menke) 29. Les Bellas – Hey I’m Going Down 30. Les Bellas – She’s on My Track 31. Les Bellas – A Dream that Sleeps 32. Les Bellas – Electrified 33. Les Bellas – You Got My Soul 34. Les Bellas – Drown 35. Les Bellas – Belladelic