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Columns

Il nostro modo di dire la nostra: pensieri spesso sconclusionati, ma veri che emozionano.

D’ambra Sono I Tuoi Baci Scassati

Erano 3-6 ore che aspettavo di morire di senti e d’eroina quando all’improvviso ho sentito un rumore lì in fondo all’armadio. Mi sveglio da morto crepato e capisco che era un ratto famelico… Mi sono avvicinato e me lo sono mangiato ovviamente,perché non mi fa schifo nulla neanche me medesimo. Il richiamo del selvatico che è in te o meglio della bestia stramazzata di scopate in testa si faceva sentire sempre più spesso del solito è vero che l’eroina gioca con me ma anche con te che non ti sei mai fatto e strizzi l’occhio come una suora smaliziata e pervertita anzi e di più,ma mi ascolti scusami? Non è affatto piacevole sedermi qui e tu che mi fissi inebetito,si lo so neanche per te è un piacere ma sai a volte ci si illude o meglio non si ha nessuno con cui spettegolare e allora eccoci qui con le nostre banalità tritate da mille volgarità pessime come il tuo puzzo;oggi la macchina non mi partiva è ovvio che ci ha pisciato qualcuno come al solito,forse quella del palazzo accanto che proprio ci odia e ci segherebbe a pezzi ,eh però è una seccatura ogni volta che poi mi tocca chiamare il meccanico e sono soldi. Certa gente dovrebbe morire si eh se solo funzionassero le mie maledizioni,l’umanità tranne me e te escluso sarebbe estinta,sai che bello….nessuna rottura di balle ,vederti estinto,non il caro estinto in questo caso cioè te,nessun caro affatto,perché non sei stato caro mai per me. Vabbè la sincerità non è mai stato il tuo forte,ma farmele in faccia così senza nessun ritegno,sei un poveretto,questo sei,perciò si che auguro pure a te oltre che alla vicina che mi piscia la benzina adulterandola col suo ph acidissimo.Il mese prossimo è il mio compleanno e perciò quel cazzo di giorno mi prendo il permesso,ora ti dico quello che mi mangio ,allora non lo so ancora e mi stufo anche a farti morire d’invidia e di diabete che ce l’hai grazie al cielo,intanto non so neanche che faccio,l’ideale è starmene al letto davanti alla tv ad abbuffarmi,bere e drogarmi,questo è il programma,sul menù che cazzo ne so,voglio dolci,parmigiana,salami vari,e pecorino,patate,pasta alla carbonara.No musica non ne voglio no,solo bere e abbuffarmi. Se resta qualcosa te la lascio in frigo ok? Erano ragni rossi e grossi come patate quelli che avevo trovato sotto le lenzuola,li avevo uccisi quasi tutti a calci e tallonate,c’erano le lenzuola ridotte da vomitare ma ho dormito ,ci ho dormito dentro lo stesso ,sono troppo pigro e poi chi se ne frega domani le metto in lavatrice .E’ strano accorgermi solo ora di tutte le cose splendide che non ho vissuto con te.

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The Best Gigs Cost Five Bucks, Institute Live

Institute live at EKH, Vienna, Austria/31 Maggio 2019 È una calda serata di fine primavera quella in cui vengo accolto nella capitale austriaca; Vanja, mia storica compare di marachelle in provincia, stabilitasi da due anni al nord, viene a raccattarmi in stazione con l’indispensabile bicicletta rosa. Dopo il gossip di rito, le fresche notizie da portineria che porto in grembo dalla riviera, giungiamo in Rüdengasse (letteralmente “la strada delle cagne”), nel palazzo dove la “sister” condivide casa con una manciata di ragazzi e ragazze prevalentemente altoatesini. Giusto il tempo di sorseggiare un par de birrette (rigorosamente viennesi e in maxi-latta)di accomodamento che si fa ora di mondanità; non volendo sprecare nemmeno un istante di questa mia rara comparsata lontano dal focolare domestico, mi lascio trascinare in uno storico edificio occupato di Keplerplatz, l’E.K.H.. Entrati, preso d’assedio il giardinetto interno, apprendiamo di un fatto singolare: quella stessa sera suona uno dei gruppi più interessanti del nuovo punk a stelle e strisce, gli Institute from Austin, TX. I miei commensali non si sorprendono del mio malcelato entusiasmo, dicono: “You’re a fuckin music nerd, Puglia” e mi trascinano al piano di sopra dove si trovano due luoghi di grande interesse sociale, il bar e la minuscola ed oscura sala concerti. Attaccano gli americani. Dopo dieci secondi di rullate marziali siamo travolti da una miscela sonora unica e travolgente. Scampanellii chitarristici degni del Metal Box, varie attestazioni di stima verso Rikk Agnew e altro punk americano vedi i Flipper (il cui adesivo campeggia sul thunderbird del bassista), debito verso la nuova scuola wavepunk nordeuropea, vedi IceAge e Lower, la cui foga hardcore è però rimpiazzata dallo stilealbionico ’77 del cantante (frangetta, movenze epilettiche e rantolo irresistibili). Gruppo EXTRAORDINAIRE, per dirla con Arrigo. Notare che nonostante la violenza del sound gli uditori fossero molto focalizzati sulla musica e poco sull’attitudine, certamente travolgente, della band, ovvero, delle volte ho come l’impressione che basti sconfinare dal bel paese per trovare, a parità di contesto e ambiente, chi esca di casa per ascoltare della buona musica e non per scaricare le frustrazioni della working week in atti di violenza e virilità non dissimili dalle pratiche di chi si diverte a far cinghiamattanza. Comunque… mi ritrovo a fine live ancora ebbro di suoni mirabili e birre bianche a gridare che “(Post) Punk’s still alive!!!” tra l’imbarazzo e l’ilarità dei presenti. Compro una cassetta live (The Beat Session – Shout recordings, 2018) contenente una versione dilaniata di Pictures of Matchstick Men originally by Status Quo e torno a casa senza pive nel sacco. Il più bel live a cui mi sia capitato di assistere negli ultimi tempi mi è costato cinque euri e l’affluenza non superava i trenta cristiani, tutto questo nei giorni del Firenze Rocks e dei grandi festival. Rimango inamovibile nel pensare che quel tipo di format consti di una dimensione dispersiva e disumanizzante dell’esperienza live, che sia raro incontrare gruppi che non siano dinosauri semoventi del rock sui palchi grossi, quindi in ultima analisi, sparatevi voi e i fottutissimi Cure.   Readjusting the Locks by Institute

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Primavera Sound – Report

A più di una settimana dal mesto ritorno a casa dopo quattro giorni intensi passati a Barcellona per il Primavera Sound rieccoci pronti a buttar giù delle memorie che sappiano raccontare in maniera esaustiva ciò che è stata questa edizione appena conclusa. Preciso che questo report, se di report si tratta, arriva così tardi perché nel frattempo il mio portatile ha smesso di esistere e quindi nel frattempo mi sarà capitato di veder scorrere nel mio feed decine di articoli riassunto sul tema, perciò mi sarebbe piaciuto dare a questo articolo un tono più catchy-paraculo come la roba che saltuariamente continua a uscire su Vice, ma purtroppo non ho superato i controlli di sicurezza con degli ovuli nel culo e anzi la droga che ho trovato lì è stata piuttosto deludente. Perciò andiamo con ordine: I concerti Sì, perché al netto di tutto il chiacchiericcio e le polemiche (cui talvolta prendo parte molto volentieri perché sono latentemente biscardiano) che puntualmente accompagnano il Festival, il Primavera Sound resta ancora oggi un evento mondiale in cui a essere assoluta protagonista è la musica, che con artisti e artiste di tutto il mondo occupa letteralmente la città per una settimana di concerti, concertini, produzioni mastodontiche e minimali, set attesissimi che si alternano a sorprese e delusioni, scelte dolorose e dj set fiume in attesa dell’alba. Passeggiando per il parco del Forum a inizio giugno nel primo pomeriggio si avverte davvero la sensazione che ci si trovi dinanzi a una realtà che sappia far coesistere mondi lontanissimi, senza mai scadere in un fastidioso sovrapporsi di voci e suoni: ogni realtà musicale ha il suo spazio in cui manifestarsi, davanti a una nutrita commistione di volti devoti, curiosi, attenti, talvolta troppo chiassosi che prendono parte alla cerimonia, in un flusso continuo di gente che da tutto il mondo pare essere lì per prendere parte a un rituale, in parte sfacciatamente pop ma senza strizzare troppo l’occhio alla pomposità del Coachella. Stiamo parlando di un festival in cui non è inusuale godersi in religioso silenzio una suite dei Necks (spesso presenti in Italia ma mai al Sud almeno negli ultimi anni), tra le più grandi band experimental jazz del mondo, che performano un unico brano di 45 minuti, per poi ritrovarsi in spiaggia a godersi un momento post aesthetic sulla spiaggia al Lotus Stage tra ragazzi fluttuanti tra glitter e bottigliette di acqua. Un momento si è in pace a godersi il sole con i Big Thief sullo sfondo e poco dopo si ondeggia in un Ray Ban gremito per una leggenda come Nas, che prende fiato, temporeggia, ma alla fine porta a casa il cuore di tutti i presenti. Una classifica finale a sto punto non credo abbia poi troppo senso, sia perchè appunto nel frattempo ne sono uscite decine e poi anche perchè essendomi perso parecchi show molto attesi, alcuni inspiegabilmente, Erykah Badu e Rosalìa su tutti, la mia versione sarebbe troppo parziale al pari dei commenti degli arab ex/b/erts sotto le fanpage delle squadre di calcio. Perciò mi limiterò ad elencare 5 momenti che per me hanno reso indimenticabile questa edizione: 1 – Janelle Monae Chi ha seguito le mie storie instagram non sarà sorpreso: Janelle è una vera regina del pop, insieme alle ragazze ha messo su un show davveRo totalizzante, trasversale, memorabile: ha fatto ballare tutti prendendosi la scena in modo sublime, tra Prince e Janet Jackson senza mai dare l’impressione di none Essere in fondo sè stessa, una delle più grandi performer contemporanee, in uno show che tra un cambio d’abito e l’altro ha saputo essere smaccatamente pop senza dimenticare tematiche politiche e sociali.   2 – FKA Twigs Nell’anno del New Normal e della parità di genere i primi due show che mi vengono in mente sono tutti al femminile e non credo sia un caso: se Janelle ci ha fatti divertire, Twigs ci ha fatti vibrare. Al Primavera Sound non è certo una novità quella di imbattersi in set mesmerizzanti alle 3 del mattino (Flying Lotus due edizioni fa coi i visual in 3d ne è un esempio calzante). Tra danze, abiti svolazzanti, copricapi piumati, impalcature e pure un momento per farci vedere quanto è brava con la spada (lo show che porta in tour è questo) l’artista formerly known as ha saputo catturare tutti gli occhi a sè con un live memorabile per sonorità, movimento e intensità, in un perfetto mix di trip hop (reminiscenze dei migliori Portishead) e sferzate di “archiana memoria”, ed io che l’avevo approcciata con un po’ di scetticismo perché al netto di nuovo materiale annunciato in uscita LP1 è datato 2014 e sappiamo come in questi anni dell’internet una settimana abbia ormai il valore di un decennio.   3 – Low Ciò che è passato in secondo piano durante le polemiche che hanno alimentato l’annuncio della Line Up e dell’abbattimento del gender gap per bocca del chiacchieratissimo claim New Normal è stata la cospicua presenza di artisti e band che negli anni hanno contribuito ad alimentare la fama del Primavera come festival alternativo tra i migliori al mondo, capofila in Europa almeno per una manifestazione di quella portata (solitamente 55k persone a sera, 12 palchi ecc). Anche quest’anno questa essenza non è venuta meno e così oltre ai riuniti Stereolab, Guided by Voices, i soliti (ma pare al solito impeccabili) Shellac e i forse un po’ spenti Built to Spill su tutti questa resterà l’edizione in cui i Low hanno saputo dominare con classe assoluta il Primavera Sound, ereditando il ruolo che fu degli Slowdive lo scorso anno, quando mi parve che una Golden Hair suonata a volumi impressionanti avesse spazzato letteralmente via tutto quanto c’era attorno. Visual minimale, set intenso, penetrante, con tutto il garbo che ci può essere nelle loro divagazioni noise, la storica band slowcore americana ha saputo ripercorrere tutta la carriera mettendo a nudo ancora una volta la nostra sensibilità.   4 – Sons of Kemet XL XL sta per quattro batterie ma a dominare al solito è stato il sax di Shabaka Hutchings, perso il giorno prima con i Comet is Coming e per questo imperdibile anche alle 4 del pomeriggio sotto un sole che avrebbe stuzzicato le fantasie di uno qualsiasi degli artisti itpop senza talento che ci tocca sorbirci in Italia in ogni discount. C’è stato quindi tempo per un’ora no stop di balli, preghiere e danze del terzo millennio, senza pause, senza timori, il corpo si è sciolto e si è completamente abbandonato sulle note di quelle che per me rimangono tra le canzoni più significative di questi anni infami in cui ci tocca aver timore di merdate come suprematismo e xenofobia.   5 – Suede Il Primavera Sound in definitiva è il festival del mio cuore anche perché passeggiando ci si ritrova per caso a imbattersi in pezzi di vite passate: così quando mi sono imbattuto in Brett Anderson che si issava sul pubblico sulle note di Life is Golden ho capito ancora una volta quanto un festival musicale è capace di farti sentire a casa anche tra migliaia di sconosciuti che vivono situazioni anni luce diverse dalle tue. Mai sottovalutare le conseguenze dell’amore, specie se gli Suede ti regalano un set così potente, graffiante, carico, chiuso ovviamente con una Beautiful Ones cantata in coro per completare la festa Quindi come è andata questa prima edizione New Normal? Per quanto mi riguarda il Primavera non ha fatto altro che proseguire egregiamente con un lavoro che porta avanti da anni, mettendo sempre la musica e chi la produce al centro di tutto, non sono mancate scelte che hanno creato qualche malumore ma al tempo stesso alla fine della festa scambiandoci i feedback e i saluti prima di metterci in fila in aeroporto siamo parsi tutti contenti. Se poi in un festival di questa portata si riesce per un attimo a mettere da parte l’eteronormatività si ha davvero l’impressione che per almeno una settimana all’anno (anche se in direzione hanno grandi progetti, durante le varie giornate sono stati annunciati altri due appuntamenti in Spagna e addirittura in California), il Primavera Sound Festival sia ancora il migliore dei mondi musicali possibili.

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Dei Benefici Dei Raggi Uv

Il senso del tempo si dilata a dismisura quando sono riverso con gli occhi cupi di sale e sabbia. Se protratte nel tempo,servono di solito momenti in cui osserviamo con lucidità e franchezza in grado di mettervi.’’No,non sono d’accordo’’,quell’ esperienza drammatica mi ha insegnato a trasmettervi una sensazione profonda e lentamente sono tornato alla inciviltà. Alimentato da processi pre-verbali o visualizzare oppure nuvole gialle nel corso di una giornata noto l’automatismo della vostra agenzia pubblicitaria prestando un’attenzione particolare che può variare da una vaga sensazione di contrazione e nausea ‘’Non lo saprà nessuno’’;come mai continuo a provare un vuoto dentro,per esempio non si tratta di vedere tutto in carminio velato di rosa,a quasi tutti capitano come se il senso della vita risiedesse in secondo luogo creandone di nuove. Dipendere dagli altri può sembrare ovvio e scontato come tutti i successi della specie umana,i benefici adattativi hanno reso necessari i topi nei deserti più aridi in breve,hanno sviluppato un seno più grosso. Questo vale soprattutto durante l’infanzia come l’empatia il disprezzo le risate pazze da legare,nei casi in cui assumi un atteggiamento vomitevole cosa accadeva quando eravate soli? Esigi qualcosa dallo zio come l’autonomia la certezza di poterti tirare indietro paradossalmente….cosa deglutire e così sputare,ciascuno reagisce alle situazioni d’invadenza o ingerenza,è più facile aprirsi ,non so se stesse rincasando,e così facendo apri il cuore a costo di diventare freddo dispotico,il mio impegno aumenterà a dismisura come la pazienza che coloratissima e noiosa vi provoca tensione ,per questo la definirei tonalità bluastra. Il suo obiettivo soddisfa la fase retti liana due anni fa e quindi è come se avessimo l’intera famiglia a cena e a pranzo ,quando a scuola cominciai ad assimilare l’eroina con gli omogeneizzati è un fatto molto comune cio’ significa la distinzione tra circostanze esterne e un pappagallo moribondo,un miglioramento certo,è sempre meglio di niente ma se ti preoccupi di quale canzone suonavi quando eri trapassato ovviamente considerarli come mezzi per un fine,poniamo il caso di una persona che si svegli all’ improvviso nana e allora non intendo con ciò sminuire la centrifuga che mi hai regalato a malincuore a Natale.

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MUSICI, CASINARI, SMANETTATORI… E FOTTUTI FUN

Musici, Casinari, Smanettatori… E Fottuti Fun

MUSICI, CASINARI, SMANETTATORI… E FOTTUTI FUN Inizio contest: 25 giugno 2019 Termine Contest: 30 luglio 2019   Ed eccoci a presentarvi il primo di una lunga serie di contest che troveranno spazio sulle pagine elettriche di In Your Eyes. Come avrete già capito dal titolo, il tema di questo contest sarà la musica dal vivo: vi chiediamo infatti di andare a rovistare nei vostri polverosi archivi e di inviarci due foto, o meglio le due foto piú incredibili che avete mai scattato a un concerto, a un rave party oppure in strada. Due foto, in grado di trasmettere a chi le osserva l’attitudine della band, del dj o del musicista di strada, senza dimenticare i “fottuti fun”, elemento essenziale di ogni evento musicale. Regole 01 Accetteremo foto di qualsiasi genere, quindi anche istantanee (polaroid o simili) o foto scattate con il cellulare. 02 Non accetteremo foto scattate a centinaia di metri dal palco: l’artista dovrà essere ben visibile. 03 Tutte le foto dovranno essere scattate durante un esibizione musicale. Quindi niente foto di musicisti in sala prove o simili. 04 Non accetteremo foto con loghi di qualsiasi genere (anche di etichette musicali), a parte l’eventuale firma dell’autore. 05 Non accetteremo selfie. 06 Tutte le foto, prima di essere postate dovranno essere ridimensionate in modo tale che il lato più lungo sia di dimensione uguale a 1000 pixel 07 Non accetteremo foto di nazi band o simili. 08 Tutte le foto dovranno essere postate dallo stesso autore dello scatto. Non inviate foto trovate su internet o anonime. 09 Nello spazio predisposto del form di invio, dovrete inserire i seguenti dati: Nome dell’autore dello scatto (obbligatorio) Eventuale copyright, copyleft o creative commons license (facoltativo) Eventuali siti, blog o social dell’autore (facoltativo) Nome della band (obbligatorio) Dati riguardo l’evento (facoltativo se non si ricordano) Se vorrete scrivere due parole sull’evento che avete vissuto non ci dispiacerà affatto. Come si svolgerà il contest Tutte le foto verranno visionate e successivamente postate su: https://iyephotocontest.tumblr.com/ utilizzando il seguente form: https://iyephotocontest.tumblr.com/submit Una volta pubblicate, verranno postate anche sui seguenti siti e social: https://www.iyezine.com/ https://www.instagram.com/in_your_eyes_ezine/ https://www.facebook.com/groups/695776794171790/ Al termine del contest verranno scelte 10 foto che saranno pubblicate sull’home page di iyezine.com fino al termine del successivo contest Per trovare le foto di questo contest o dei successivi digitate su facebook, instagram e tumblr, il seguente #hashtag: #iyephotocontest Un grazie a tutti coloro che parteciperanno Artwork di Claudio Parentela    

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Primavera Sound, Unici Da 19 Anni

La nuova edizione del festival di Barcellona inizia oggi, in un anno in cui la giornata di sabato Primo Giugno supererà tutti i record di presenze In parallelo, a partire da Mercoledì il Primavera Pro festeggerà dieci anni di incontri tra professionisti della musica, presso il CCCB (Centre de Cultura Contemporània de Barcelona) Se dovete battere ciglio, fatelo ora. Perché la diciannovesima edizione del Primavera Sound inizia ufficialmente oggi, con il concerto del quintetto di Barcellona Kelly Kapøwsky al Teatro Apolo e non si concluderà fino alle ore piccole di Lunedì 3 giugno, quando DJ Coco darà il tocco finale al festival in quella stessa location. Quello sarà anche l’inizio del viaggio che ci porterà verso il ventesimo anniversario del festival. Ma prima succederanno tante, tante cose. Cose che non succedono in nessun altro festival al mondo e che dovrete vivere per poter capire perché il Primavera Sound è una tale rarità. Un’anomalia. Un’eccezione. Se dovete battere ciglio fatelo ora, perché quest’anno c’è più Primavera Sound che mai. Sono 295 gli artisti che si esibiranno in 331 concerti nel corso della settimana. Stanno arrivando da 40 paesi diversi, ognuno col suo personalissimo modo di intendere la musica. Può essere l’esuberanza teatrale di Janelle Monáe o il minimalismo di Terry Riley e Gyan Riley. La trap senza compromessi di Rico Nasty o il folk omnicomprensivo di Big Thief. Lo spudorato spettacolo degli artisti giapponesi Chai o la precisione scientifica di Apparat. Le quattro batterie di Sons of Kemet XL. J Balvin, icona internazionale della Latin music. I Messthetics, che al loro interno hanno due membri dei Fugazi. Il ritorno sulle scene degli Stereolab. Solange. Shellac, sempre Shellac. Nina Kraviz. DJ Playero. Miley Cyrus. Él Mató a un Policía Motorizado con J dei Los Planetas, Amaia e Manu Ferrón. Rosalía che ritorna alla sua città natia dopo aver conquistato il mondo partendo proprio da Barcellona. Jarvis Cocker con un suo nuovo progetto e anche come DJ. Tame Impala. DJ Rosario & Sama Yax, le nostre due DJ di casa, che chiuderanno il Ray-Ban stage alla fine del sabato sera. E potremmo andare avanti per ore, ma ogni membro del pubblico troverà senza dubbio uno di quei momenti speciali che non si possono quantificare. Al Primavera Sound ci sono sempre tante cose che prendono le distanze dalla norma. Ci sarà un numero di presenze da record. Avendo aumentato la capienza giornaliera del Parc del Fòrum a 64.500 persone al giorno, possiamo ora confermare che sabato primo giugno sarà la giornata con maggior affluenza di pubblico nella storia del Primavera Sound. Anche se le cifre degli ultimi giorni sono ancora da scoprire, la previsione è che le presenze aumenteranno anche in termini assoluti e che l’attrattiva che il festival esercita su un nuovo pubblico sarà confermata, senza lasciare indietro la generazione che è cresciuta col Primavera Sound. Quel giorno, senza dubbio, avremo tanto da festeggiare… per cui tenete gli occhi (e orecchie) aperti. Ci sono 22 palchi. 17 al Parc del Fòrum e altri 5 sparsi per il Primavera a la Ciutat. Nell’area principale presentiamo per la prima volta El Punto by adidas Originals, uno spazio dalla forma di un campo da calcio di quartiere, curato da Yung Beef, insieme al Your Heineken Stage con il suo omaggio ai fan più autentici, il Seat Village Stage con la sua inequivocabile dedizione all’hip hop e le OCB Paper Sessions con concerti intimi circondati dal mare. Senza dimenticare Abaixadors10 nel centro città, che oltre a essere la sede di Radio Primavera Sound ospiterà quest’anno tre concerti gratuiti di Cuco, Hatchie e Tirzah, grazie a Living Primavera by IKEA. Uguaglianza di genere e molto di più. Con tutte queste cifre, i numeri smettono di avere senso… però eccoli: The New Normal è, tra le altre cose, il fatto che il 50,77% del cartellone del Primavera Sound è composto da donne. Il 41,92% è al maschile, il 6,53% è composto da progetti misti, e lo 0,76% si definisce come non binario. Speriamo che da ora in poi non sia più necessario sottolineare dati come questi. Sono coinvolte oltre 6000 persone. Produzione, bar, informazioni, pulizie, artisti, tecnici, logistica, sicurezza, trasporti… migliaia di persone sono al lavoro per far sì che il festival sia facile da vivere, sicuro e più divertente possibile. Senza tutti loro, il Primavera Sound non potrebbe esistere. C’è l’impegno. Con i 17 Traguardi delle Nazioni Unite per uno Sviluppo Sostenibile, a cui il Primavera Sound ha aderito con un accordo che mira a battersi per un festival migliore e per un mondo migliore. Con Nobody is Normal, il nuovo progetto per segnalare e indagare su ogni possibilità di violenze di genere o molestie di genere a cui sono esposti individui che non si conformano a modelli normativi di genere. Con le azioni di Responsabilità Sociale d’Impresa attuate dal Primavera Sound, che quest’anno includono per la prima volta i bicchieri riutilizzabili (un altro aspetto da tenere d’occhio da vicino) e che consolida le sue collaborazioni con Formació i Treball, the Food Bank e Save The Children, tra le altre organizzazioni. C’è molto più che solo musica. Ci sono tante cose che succederanno a contorno della musica nel corso della settimana, come la nuova edizione di Primavera, il cartellone gastronomico del festival, che come novità di quest’anno presenterà un bar gourmet con la collaborazione di Josper e il Go Beach Restaurant, insieme alla proposta culinaria internazionale portata sia dai ristoranti della città, sia da food truck di tutti i tipi. Verrete sorpresi dalla nuova rambla all’ingresso del festival, presentata da Pull&Bear, oltre che dall’area dei due palchi principali, ora coperta di verde e dal fatto che pochi fortunati potranno vivere il festival dall’interno, nella Casa Ikea installata nell’area Primavera Bits. Primavera Sound è anche un’esperienza. Ci saranno ore e ore di streaming. Grazie a Radio Primavera Sound, Primavera Sound si potrà vedere e ascoltare in tutto il mondo in due modi: una trasmissione audiovisiva in cui sarà possibile vedere concerti completi, interviste agli artisti,e altri contenuti esclusivi, e in formato radio digitale, raccontando in tempo reale tutto ciò che avviene al Parc del Fòrum insieme ai suoi protagonisti. Presto nuovi dettagli! In breve, Primavera Sound 2019 va ben oltre The New Normal. Il concetto del festival su cui più si è chiacchierato negli ultimi mesi. La parità di genere, la musica urban, l’impegno sociale. Ma cosa importa il significato di The New Normal? Il dado ormai è tratto, per cui finiamola con le parole, gli slogan e i dibattiti. Adesso è il momento di mettersi in gioco, dare realtà ai proclami, farsi una opinione e, soprattutto, godersi il semplice e fantastico splendore che è il Primavera Sound.   PRIMAVERA PRO: UN DECENNIO DI INCONTRI MUSICALI Al Primavera Sound c’è anche il dibattito culturale. Nel 2010, il Primavera Pro ha organizzato per la prima volta una manciata di discussioni in riva al mare, ambientazione poco convenzionale per lanciare un incontro professionale. Dopo nove anni e diversi cambi di location, il punto d’incontro del settore musicale raggiunge la sua decima edizione, avendo moltiplicato il suo numero di attività e di partecipanti pur mantenendo la sua personalità eterodossa, personificata da una programmazione che va oltre l’industria e anche oltre lo strettamente musicale, abbracciando il dibattito culturale nel senso più ampio del termine. È da questo stesso spirito che sorge Insumisas, una sezione organizzata in collaborazione con l’associazione Mujeres de la Industria de la Música, che si aggiunge alla programmazione centrale dell’incontro offrendo dibattiti sulla dimensione politica del femminismo a cui parteciperanno rapper, DJ, attiviste, scrittrici e giornaliste che includono Rebeca Lane, Brigitte Vasallo, Remedios Zafra e Lucía Lijtmaer. Nelle tre giornate del Primavera Pro al CCCB, dal 29 al 31 maggio, ci saranno anche altre attività che vanno oltre gli schemi della normalità. Per esempio la conversazione tenuta da Stephen Malkmus, che ha preparato una selezione dei suoi momenti musicali preferiti della storia del cinema (e oltre), consentendoci di scoprire la sorprendente cinefilia di un’icona dell’indie rock. Ugualmente rivelatrice sarà l’intervista a Neneh Cherry, che parlerà della sua imprevedibile carriera artistica e a cui sarà assegnato il Primavera Award, premio attraverso il quale il festival le riconosce lo status di pioniera nell’apertura di spazi per una nuova normalità nel mondo della musica. Da parte loro, Fermín Muguruza e il sociologo Iki Yos Nárvaez parteciperanno a una tavola rotonda su una delle questioni più preoccupanti a essere emerse negli ultimi tempi nell’ambiente musicale: l’identità culturale in musica, e quali strade deve prendere un artista quando fa ricorso a suoni provenienti dal folclore di popolazioni distanti. “Tradizione”, “fusione” e “modernità” sono parole che molto probabilmente sentiremo in questa discussione aperta al pubblico, e che sarà trasformata in ritmo grazie al workshop sul Candombe fornito dalla band F5, dall’Uruguay, che suonerà anche negli showcase internazionali organizzati al Pati de les Dones del CCCB e nel Parc del Fòrum. www.primaverasound.es UFFICIO STAMPA IN ITALIA A Buzz Supreme è l’ufficio stampa che rappresenta il Primavera Sound, il Primavera PRO e il NOS Primavera Sound in Italia. Per informazioni contattate A Buzz Supreme alle seguenti email: andrea@abuzzsupreme.it leonardo@abuzzsupreme.it  

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The Cure Disintegration: Viaggio al centro della notte

The Cure Disintegration: Viaggio al centro della notte

The Cure Disintegration: il motivo principale che mi ha portato a immergermi a mio rischio e pericolo ancora una volta tra le tracce di questo disco per provare a tirarne fuori una mezza esegesi credibile è sicuramente l’anagrafica.

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Procrastinazione: Se Non Ora, Quando?

Quando parliamo di procrastinazione, in psicologia, ci riferiamo a quel comportamento che ci porta a rimandare consapevolmente un’azione nonostante sarebbe nell’interesse della persona svolgerla nell’immediato. Dalla consegna di un lavoro importante, alla ricerca dei regali di Natale, allo svolgimento delle faccende domestiche… chi più chi meno ci siamo passati tutti: l’idea è quella d’impegnarsi anima e corpo in un’attività di estrema importanza e urgenza e prima ancora di accorgercene ci troviamo a mandare un messaggio a un amico che non sentiamo da tempo, a cercare di battere il nostro ultimo record a Tetris oppure avvertiamo un impercettibile languorino che ci catapulta nella dimensione parallela del nostro frigorifero. È chiaro che quando ciò avviene occasionalmente non comporta particolari ripercussioni. Ma allora quand’è che il procrastinare diventa un problema? Nel momento in cui l’individuo posticipa azioni o decisioni in modo inadeguato alla situazione con il rischio di pagarne le conseguenze, probabilmente, siamo difronte a una condotta patologica. Nella procrastinazione vi è una percezione negativa di ciò che è nel proprio interesse fare, accompagnata dalla necessità di sostituirla con qualcosa di meno rilevante, ma che comporta meno rischi nell’immediato. Non tutti i procrastinatori sono uguali però, né mossi dalle stesse motivazioni: esiste il procrastinatore da arousal, che rimanda un’azione per ricercare sensazioni nuove e forti, c’è quello evitante, che lo rimanda per evitare un eventuale fallimento e infine c’è quello decisionale, che posticipa intenzionalmente le decisioni da prendere in un determinato lasso di tempo. Ma quali sono i motivi più frequenti per i quali procrastiniamo? Molti studi indicano come la procrastinazione cronica possa dipendere da alcune variabili personali qui di seguito elencate. 1) Sensation-seeking: chi presenta questo tratto sperimenta facilmente stati di noia e ricerca emozioni forti per poterne uscire. In questo caso, la scelta di rimandare il compito rappresenterebbe un tentativo di sperimentare una maggiore tensione, derivante dall’avvicinarsi della scadenza. 2) Perfezionismo: in questo caso la procrastinazione scaturisce da un’eccessiva preoccupazione rispetto alla propria prestazione e al possibile giudizio negativo da parte degli altri, che impedisce di impegnarsi realmente nello svolgimento del compito. 3) Impulsività: le persone impulsive perdono più facilmente il controllo in vista di una gratificazione immediata, pur sacrificando un progetto importante, e tendono a evitare il più a lungo possibile l’ansia suscitata dalle scadenze o dai compiti. 4) Autoefficacia e autostima: tali variabili correlano negativamente con la procrastinazione, ovvero più si crede nelle proprie capacità e più si tenderà a impegnarsi in un compito; analogamente, meno fiducia si avrà in sé stessi e più si tenderà a evitare il compito. 5) Aspetti relazionali: la procrastinazione potrebbe essere un modo per esprimere la propria autonomia, attraverso una modalità passivo-aggressiva (“mi ribello a ciò che dovrei fare per poter controllare gli altri!”) o la propria rabbia (“non lo faccio perché me l’hai chiesto tu!”) o ancora per difendersi dalla solitudine (“se ho sempre tante cose da fare non resterò mai senza far nulla e non mi sentirò solo!”) 6) Credenze disfunzionali, biases ed euristiche: avere delle credenze negative su di sé può portare a dubitare delle proprie abilità e incidere in maniera negativa sulla motivazione, alimentando quindi la tendenza alla procrastinazione e il circolo vizioso che viene a crearsi. 7) Cattiva gestione del tempo: responsabile della procrastinazione sarebbero anche la visione irrealistica del tempo, che tende a essere sottostimato, e la valutazione erronea delle risorse a disposizione, che vengono invece sovrastimate. 8) Aspetti neurobiologici e genetica: un’altra fondamentale variabile risiede nel nostro cervello, infatti, quando il sistema limbico ha la meglio sulla corteccia prefrontale la procrastinazione sconfigge clamorosamente i progetti per il futuro. Cosa fare quindi se ci rendiamo conto di procrastinare in maniera sistematica e di ostacolarci nel raggiungimento dei nostri progetti? Evitiamo i rimedi fai da te perché, come abbiamo visto, le motivazioni che stanno alla base della procrastinazione sono diverse e, di conseguenza, diverse sono anche le modalità di intervento. Certo è che la procrastinazione assume una rilevanza clinica perché spesso rappresenta una conseguenza di diverse difficoltà psicologiche, ma soprattutto perché altrettanto spesso le alimenta costruendo un pericoloso circolo vizioso accompagnato da rimpianti e sensi di colpa. In questi casi, rivolgersi a uno specialista rappresenta una possibilità concreta per approfondire la questione e intraprendere un percorso che conduce a un miglioramento della qualità della propria vita: la terapia cognitivo-comportamentale, ad oggi, è quella maggiormente utilizzata per trattare questo tipo di comportamento poiché promuove misure comportamentali volte all’esposizione del compito e alla prevenzione della distrazione e allo stesso tempo espone l’individuo a quelle emozioni che generalmente preludono la procrastinazione.

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Countdown Iniziato: Fra Poco è Tempo Di “new Normal”

Tutto pronto per il Primavera Sound Festival 2019 e la sua “nuovo normalità”, che prevede un numero uguale di act maschili e femminili tra cui Robyn, Miley Cyrus, Solange e Charlie XCX e tant_ altr_. Manca ormai pochissimo a questa nuova edizione del Primavera Sound di Barcellona, che nel 2019 si presenta con l’ambizioso e prorompente slogan “The New Normal”, sottolineando l’importanza della scelta che li vede come unico festival musicale al mondo a proporre una totale parità tra artisti di genere maschile e femminile. A fronte di una maggioranza di band maschili bianche, il claim “New Normal” – si tratta appunto di una suddivisione di genere in egual numero tra artisti e interpreti – spera di portare un cambio di direzione nella scelta dei nomi che compongono i cartelloni dei festival musicali e si spera non solo quelli. Il Primavera è il primo festival a far parlare di sé per la sua line-up equilibrata quanto a genere e l’iniziativa è stata lodata da molte personalità del settore musicale, tra cui Emily Eavis, co-organizzatrice del Glastonbury Festival, che ha parlato alla BBC nel marzo 2019 a proposito della mancanza di act femminili in cartellone. Eavis ha detto: “Non siamo neanche lontanamente dove vorremmo essere. Stiamo facendo progressi lenti, ma c’è ancora molta strada da fare”. Nonostante questo tipo di difficoltà nell’inserimento di artiste tra i tantissimi concerti che popoleranno Barcellona e il Parc del Forum a fine mese il Primavera Sound è riuscito nel suo intento, e Marta Pallarès, responsabile della stampa internazionale e portavoce per l’iniziativa “The New Normal”, è incredibilmente orgogliosa del risultato ottenuto. Mentre lo scorso anno il cartellone era composto per il 35% da donne, con Björk, Lorde, Lykke Li, Fever Ray, HAIM protagoniste sui vari stage del festival con sede a Barcellona – per questo nuovo appuntamento sono riusciti a raggiungere l’obiettivo del 50%. Pallarès sostiene che si tratta di qualcosa di più dell’intrattenimento, che “se viviamo in un mondo che afferma che uomini e donne hanno gli stessi diritti, che siamo uguali su ogni aspetto – o così almeno dovrebbe essere – come è possibile che ciò non riuscisse a tradursi anche sul palcoscenico?” Pallarès ha inoltre aggiunto che il concetto di “New Normal” è solo un primo passo nella giusta direzione e che hanno cercato di garantire una linea più diversificata in generale. Pallarès afferma: “Abbiamo inserito in line up molti artisti che affrontano con decisione e positività temi legati alla corporeità e al genere, e ovviamente perché crediamo che sia un cartellone straordinario”. “C’è così tanta buona musica fatta dalle donne come quella fatta dagli uomini al giorno d’oggi, e quando capisci che il concetto di headliner non è lo stesso oggi come lo era nel 2008, è più facile essere convinti di quello che stai facendo. Una donna che fa R&B nera merita tanto quanto una band di chitarre maschile bianca per essere un headliner – se la sua musica è valida, e crediamo che questo sia il nostro caso”. “Abbiamo iniziato questa campagna con il municipio di Barcellona intitolato” No Callem “(We Will Not Keep Quiet) contro le molestie sessuali nelle notti e nei luoghi musicali, quindi le questioni di genere fanno parte del nostro credo da molto tempo ormai”. E ancora: “Non avevamo in mente alternative, e questo dimostra che se vuoi farlo nel 2019, puoi farlo. Non ci sono scuse.”.  I festival musicali più importanti potrebbero ancora avere una lunga strada da percorrere – lo scorso anno il Wireless Festival di Londra aveva solo tre donne in line up e rimanendo all’interno dei confini nazionali anche peggio è riuscito a fare il concertone del Primo Maggio di Roma – ma il Primavera Sound ha dato con questa scelta un segnale forte, dimostrando che seppur tra molte difficoltà la parità di genere in un festival così importante e dalle dimensioni così imponenti sia fattibile.  

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