::confessioni di una maschera:: Neuropa – Gennaio MMXXV
Abbiamo sbagliato tutto. O quasi. Quello in cui credevamo, è da tempo andato scemando, un pezzo alla volta. E con esso, le poche, ma granitiche
Confessioni di una maschera – nel momento in cui siamo costretti a crearci una falsa personalità per rispondere ad esigenze di inclusione sociale e nascondiamo quelli che sono i nostri reali sentimenti non possiamo che dirci complici e partecipi di una mascherata. questa rubrica è per chi sente la necessità di togliersi la maschera e mostrarsi per quello che è realmente.
Abbiamo sbagliato tutto. O quasi. Quello in cui credevamo, è da tempo andato scemando, un pezzo alla volta. E con esso, le poche, ma granitiche
::confessioni di una maschera:: novembre duemilaventiquattro “la sottile linea rossa”.
Ho scoperto, solo di recente e non senza disgusto, che l’emblema del patriottismo dei giorni nostri e il sottoscritto, sono stati vicini di casa.
::confessioni di una maschera:: “il mediterraneo è un lago, e io voglio vivere sull’altra sponda, quella meno nobile” maggio MMXXIV Penso di essere giunto a
Gli anni del consenso: si tratta di un fascismo strisciante, ripulito dei suoi eccessi comici e cabarettistici del ventennio.
Recentemente ho scelto di portare sulle pagine di Libroguerriero “La vita di chi resta”, il romanzo di Matteo B. Bianchi dedicato a chi si ritrova
Recentemente gli amici di Riserva Indie hanno condiviso sui loro spazi parte di un nostro intervento tratto proprio da questo spazio (Confessioni di una maschera
L’estate si sta dissolvendo, portandosi via quel poco di empatia che mi è rimasta. L’ho sempre voluta nascondere, per paura di mostrarmi, nudo, agli occhi
La connessione neuronale che ci vede come dipendenti dai Social Network sarà ancora a lungo la dinamica intorno a cui si muoveranno le nostre esistenze, ormai quasi totalmente prive di quell’indipendenza intellettuale a cui abbiamo sempre aspirato.
L’italia, scritto volutamente minuscolo, è un territorio in cui per anni si è andati avanti celebrando i fasti di una delle più grandi culle della cultura mondiale. Sono però almeno tre decadi che tutto questo è andato a morire.
È proprio “ignoranza” il termine intorno a cui tutto ruota, e che più ci piace usare per definire e associare tutti coloro che “scelgono” di non leggere.
Continuo a pensare che il male assoluto sia da far coincidere con la sovraesposizione da social network. La rete ci ha reso ancor più schiavi di quanto non fossimo già. E lo ha fatto facendoci credere che stessimo conquistando quella “libertà” che da sempre cerchiamo.
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