iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Interviste

Le nostre interviste spesso sono più delle chiacchierate per conoscere meglio chi ci sta davanti.

Melancholia

Melancholia Da Foligno il Gruppo che fa parlare di se` prima e dopo l`Emergenza Festival ! Benedetta, Fabio e Filippo si raccontano , in un escalation di successi che li porta ad essere riconosciuti come band superfiga del 2018. Tanti piu` progetti ora che gli astri sono in sestile, a partire dal recente Taubertal, andata e ritorno . Pronti, partenza, via ! Chi sono I Melancholia e in cosa l`acronimo UMJ abbrevia ( Umbria Jazz?) ciao a tutti, chi sono i melancholia? siamo noi, siete voi, siamo un po’ tutti sentimentalmente parlando.per quanto riguarda la formazione siamo tre ragazzini (forse non più tali) con un po’ di merda sulle spalle e tanta voglia di scrollarla via.c’è un tastierista, 23 anni, un tipo pelato e alto, un tipo un po’ oscuro.poi c’è un chitarrista, 22 anni, barbuto e basso con gli occhiali troppo grandi e le gambe troppo corte, un tipo molto religioso.e poi c’è quella con i capelli colorati, la cantante, ha 21 anni.quella sta fuori sul serio.siamo tre, ma siamo uno e anche tantissimi altri.(non utilizzeremo più UMJ, l’era astrale è finita.ne sta iniziando un’altra, più terrena). 2 Come I Vostri seguaci definiscono la Vostra Musica ? Voi date ovviamente delle indicazioni e attitudini, quindi come il pubblico risponde impersonificandosi nelle atmosfere ? – la gente di solito reagisce sorprendendosi alla nostra musica, di certo nessuno darebbe fiducia a tre tipi come noi (compresi noi stessi).forse è l’impatto visivo che colpisce, insieme al fatto che emozionalmente abbiamo tante cose da dire, tanta roba da vomitare fuori, così tanta che potremmo riempirci tutti i sacchetti di tutti gli aerei di tutto il mondo.il pubblico entra a far parte del noi, diventa spettacolo e artista, diventa protagonista della propria esperienza insieme al compagno di destra e a quello di sinistra. 3 Complimenti per l`Emergenza Festival.. rileggendo il vostro diario di bordo, quali erano le Vostre aspettative prima di identificarvi come Vincitori ? E quanto * e in cosa ) e` in grado di cambiare il successo? – siamo arrivati in germania senza alcuna aspettativa, come sempre.ci siamo arrivati dopo giornate intere di sudore, imprecazioni e birre sempre troppo calde, pieni di insicurezze e dubbi.chi aveva mai suonato in palchi così grandi e davanti a tutta quella gente?di certo non noi tre, veniamo da una cittadina che è il centro (il buco del culo) del mondo e al Taubertal ci sono tante persone quanti gli abitanti della nostra città (quasi).il posto è stupendo, la gente è stupenda e tutti sono lì per te (artista) e per aiutarti e supportarti.siamo arrivati in Germania e abbiamo vinto, ma a prescindere da questo abbiamo visto il mondo, abbiamo fatto l’esperienza più bella della nostra vita (fino ad ora) e poi siamo tornati nello stesso posto da cui eravamo venuti.non è cambiato nulla, siamo solamente cresciuti. 4 I video sono moooolto accurati e ben fatti ! da dove nasce il concept e in qua modo lavorate sui testi che diventano immagini sonore? – siamo molto legati ai nostri video, sono come piccole storie e piccole esperienze audiovisive.ci lavoriamo spesso con un nostro coetaneo, “Il Creatore”, “Il Maestro” e abbiamo tutti un’immagine ben definita del come rendere immagine la nostra musica.è questo forse che rende il tutto molto accurato.per quanto riguarda i testi questi vengono partoriti e vomitati fuori dalla tipa con i capelli colorati, quella sta fuori sul serio.una volta scritto il testo l’immagine viene un po’ assimilata da tutti e ne esce fuori, nel pratico, il compromesso da trasformare in video. 5 Vi ho scoperto per caso un giorno tramite un post di andrea Tocci, rivelando che siete realmente la miglior Band attuale a livello mondiale ! Onore al merito ( e condivido ) . Secondo il vostro punto di vista dove I social smettono di funzionare per fare staffetta al passaparola? E in qual modo preferite essere (ri) conosciuti ? – i social sono tanto belli quanto pericolosi.affidarsi solo ad essi è rischioso, sono solo apparenza, tutta apparenza.noi vogliamo che le persone vivano l’esperienza vera della nostra musica e che il giorno dopo la riferissero all’amico fidato, a prescindere dell’esito positivo o negativo.il passa parola e vivo, respira e merita più di un’inserzione a pagamento sui social 6 Foligno , come la vivete ? Immagino una Seattle in miniatura ma a tutto tondo. Musica, cultura e natura , di certo vino buono. Come promuovereste la vostra Citta` natale e quanto vi ha saputo dare ? – foligno è il centro del buco del culo del mondo, ma è una bella città.sicuramente cerca di offrirti al massimo delle sue possibilità un sacco di modi per diventare ciò che vuoi diventare.è una realtà di certo molto piccola, ma ci sono un sacco di ragazzi bravissimi che fanno musica e che ci credono fino in fondo.non ci sono molti posti dove suonare, ma quei pochi che ci sono funzionano alla perfezione e sono gestiti da persone che ci credono quanto gli artisti. 7 Domanda individuale ad ognuno : Influenze personali , chi vi stimola tuttora , a differenza della prima icona ( musicale ) che vi ha dato scintilla alla vostra carriera musicale. E come vi siete incontrati? – siamo tre tipacci che hanno preferenze musicali completamente divergenti, col tempo abbiamo imparato a fonderle e a creare forse il “genere” che ci rappresenta.al contempo però tutti ascoltiamo di tutto e le icone che abbiamo sono delle più disparate, ma certamente troviamo la massima ispirazione in gruppi come i twenty one pilots, gli altJ e i gorillaz. anzi, dicci tu anche un parere riguardante le nostre sonorità.ci siamo incontrati un po’ per caso, all’inizio eravamo solo una tastiera e una voce, così senza alcun senso, in un corridoio minuscolo, senza amplificazione.un giorno, quel pazzo del chitarrista, si è trovato avanti ad una casa gialla con le persiane verdi e ha deciso di entrare perché sentiva suonare un pianoforte a muro e cantare una voce sofferente, ha preso la chitarra e si è messo a suonare. 8 domanda personale che posso inserire. Avete mai ascoltato gli Ustmamo`? – mai ascoltati in vita nostra, ma lo faremo certamente.grazie     https://www.youtube.com/watch?v=jMSbr8faF0s

LEGGI »

Gay C Dc

Da quattro anni circa, i tacchi dei Gayc Dc battono il tempo dei vari palchi. Onore al merito, dunque, ed ecco quanto accade oggigiorno.

LEGGI »

A Fora De Arrastu

A Fora De Arrastu/Affluente 12″ vinile – 2019 Uno split nato dopo una serie di concerti in Sardegna dei “veterani” Affluente che avevano proprio come gruppo spalla gli A Fora De Arrastu. Due modi di intere l’universo HC/Punk che sta tutto nell’energia sprigionata da questo bel disco. Ne parliamo con gli A Fora De Arrastu in questa mini-intervista composta da tre domande… 1. Come nasce lo split con gli Affluente? Daddi: L’idea di questo split nasce durante un mini-tour di due date che gli Affluente fecero in Sardegna nel 2016. In quei due giorni e mezzo, in cui facemmo loro da spalla, conoscemmo personalmente i componenti di quel gruppo di cui sapevamo a memoria tutte le canzoni. Nonostante il poco tempo trascorso insieme trovammo un’intesa quasi istantanea, per cui la loro proposta fu accolta da subito con entusiasmo. Claudio: In effetti per noi, dato che la maggior parte dei concerti li facciamo sull’isola, la scelta di condividere un disco con un gruppo “del continente” rappresenta una doppia occasione. Innanzitutto ci consente di far girare in Sardegna il disco di un gruppo che ci piace e a noi affine, e in più abbiamo maggiori possibilità di far viaggiare fuori le nostre canzoni. Ovviamente la scelta del gruppo a cui chiedere di “splittare” non è mai casuale ma motivata da affinità di pensiero e preferenze a livello di contenuti … quindi appena Juri e Frankie (alla fine di un pranzo di tre ore a Cagliari) hanno lanciato la proposta abbiamo accettato subito, in realtà forse ci hanno anticipato di poco! 2. Oltre al lavoro menzionato, avete altre incisioni all’attivo? Claudio: Abbiamo registrato nel 2004 il primo demo cd-r “Istorias”, con la formazione a quattro: Bebbo e Bruno alle chitarre e voce, io al basso e voce e Daddi alla batteria. Con la stessa formazione sono usciti i cd “Aici ti onint su punk” nel 2005, lo split con i Feccia Tricolore nel 2008 e “Atzitza su fogu” nel 2012 (quest’ultimo era la ristampa dei primi due con l’aggiunta di 7 inediti). Nel 2016 con la formazione a cinque (Federico alla chitarra e Leo alla voce) abbiamo stampato lo split 12″ con gli Ieri di Torino. A questo elenco aggiungerei, per il valore affettivo, il “Tabedda album” (2006 0 2007…?), che fu un esperimento di mini cd registrato dal vivo con la copertina fatta a mano in iuta, più varie compilation su cd e cassetta. 3.Trovi differenze tra chi ascolta gli Affluente e voi? Daddi: Diciamo che tra i vantaggi di uno split c’è¨ proprio quello di unire diversi fruitori musicali. Sinceramente non riesco a dirti se esistono differenze sostanziali tra chi ascolta gli AFDA e chi ascolta gli Affluente: sicuramente esprimiamo due tipi di HC-Punk molto diversi, oltre al fatto che utilizziamo due lingue diverse per i testi, quindi se analizziamo questi due fattori probabilmente le differenze esistono, anche se obiettivamente non me la sento di dare grande importanza a questo aspetto. Leo: Chini ascurtat los Affluente est zente ca fachet sa saltitza chenza ponere sa matafalùa, e a nois non prachet; poita nois cherimos pnere sa matafalù a e si prachet sa saltitza gosi. A poi nois fachimos fintzas su binu: lu fachimos Monica, lu fachimos Cannonau, e fachimos Bovale, poita cherìmos fachere su Mandrolisai, ma non lo fachimos bene cumente lo fachene imberes sor che ascurtant los Affluente. *Claudio: Credo che non ci siano sostanziali differenze, bene o male si viene dalle stesse esperienze pur se da diverse parti del territorio italiano. Forse in generale qui in Sardegna il pubblico dei concerti è più eterogeneo, ma per quanto ho visto di persona potrei dire lo stesso anche delle terre natali degli Affluente… Più che altro, pensando ai punti in comune, direi che chi ascolta e apprezza gli Affluente o noi, condivida un certo approccio critico verso dogmi e verità imposte, e sicuramente un sentimento anti-autoritario come approccio alla vita. *sproloquio enogastronomico sull’utilizzo del finocchio selvatico nella preparazione della salsiccia sarda, e sulle differenze tra i vini sardi e abruzzesi-marchigiani… per la corretta traduzione e tanti altri consigli contattate pure Leo!  

LEGGI »

Intervista Ai Julian Ross

Al primo piano di un locale di Genova in piena ora aperitivi, mi incontro con Andrea Comotto, che assieme ad Ettore di Roberto (se il nome vi suona qualche campanello è giustissimo, perchè è uno dei fondatori dei port-royal) per parlare del loro primo album, “Retrospective” pubblicato dalla Silent Flow Netlabel. Iye: Beh prima domanda di rito piuttosto ovvia forse: come mai avete scelto il nome Julian Ross? Andrea: Innanzitutto perchè è un bel personaggio ed è il giocatore più forte della serie “Hollie e Benji”(o “Capitan Tsubasa” – NdA), ma può giocare solo dieci minuti, quindi un po’ come la nostra disponibilità di tempo visto che ci vediamo nei pochi ritagli di tempo libero, tipo la domenica sera; cosa che ci porta a dover massimizzare i tempi. Inoltre seguiamo tutti e due il calcio, quindi ha origine proprio da un insieme di cose. Iye: Come mai in un momento in cui tutto è Indie, voi avete scelto un genere come il postrock/ambient? E’ venuto da se, per caso. Conosco Ettore da vent’anni, lui fa parte dei port-royal e ha già pubblicato diversi dischi in modo importante, mentre io vengo da esperienze di cover band blues ma volevo fare qualcosa di mio. Un giorno gli ho buttato lì di provare a fare qualcosa insieme, e abbiamo iniziato a fare esperimenti. La svolta è arrivata quando lui ha tirato fuori un Ableton 4.0 ed è stato il momento in cui è scoppiata la scintilla. Quindi la scelta dell’Ambient non è stata qualcosa di programmato: fosse venuto fuori un qualcosa alla Joy Division sarebbe andata bene uguale. L’unica cosa su cui eravamo sicuri, era il fatto di evitare qualsiasi sonorità anche minimamente commerciale. E’ stato il risultato dell’incontro tra le mie radici più rock, al massimo Dark Ambient mentre le sue più Ambient e Post Rock. Iye: I titoli delle canzoni messi insieme compongono la frase:”Mnemonic induction of lucid dreams”. Che origine e che significato ha? Sono tecniche che permettono di interrompere un sogno e riprenderlo quando si vuole, e di agire lucidamente all’interno del proprio sogno. Inoltre casualmente avevamo fatto cinque pezzi, quindi la frase calzava perfettamente e ci sembrava rispecchiasse bene l’atmosfera del disco. Iye: Mi ha colpito molto la frase usata sulla homepage del disco che recita:”A concept album on misleading shades of time” (Un concept album sui fantasmi ingannevoli del tempo)… Le tracce sono delle storie: dall’Argentina, alla Guerra del Golfo (la prima, negli anni ’90 NdA), la contrapposizione tra Fidel Castro e Ronald Reagan che se ascoltati nel brano ti portano a chiedere quale dei due sia alla fine il vero dittatore. Sono storie che raccontano la Storia. In “Dreams” invece c’è un frammento di un discorso di Kennedy. In pratica ho preso dei frammenti di Storia per creare le mie storie. Ci tengo a specificare anche che è un album politico, ma non politicizzato. Non vuole trasmettere un messaggio particolare in tale senso, ma vuole raccontare. Iye: Una cosa che ho notato è che si tratta di un lavoro molto “artigianale”, nel senso che è evidente la cura nel dettaglio e la profonda attenzione sia alla parte tecnica ma anche concettuale. Anche il fatto che sia venuto fuori un concept è stato qualcosa che abbiamo deciso in corso d’opera: ci siamo accorti dopo tre canzoni di cosa stava venendo fuori e abbiamo deciso di continuare su quella scia. Abbiamo lavorato molto su ogni singolo pezzi ed in effetti il lavoro di cesellatura è stato notevole. Diciamo che Ettore è l’uomo dei colpi di genio, con una cultura musicale spaziale capace di tirarti fuori degli assist da paura, mentre io sono il pignolo che arriva con:”Questo un po’ più cosi. Questo giro che ne dici se lo facciamo cosà, e via dicendo. Si è creata una sinergia, un equilibrio che ci permette di creare ciò che ci piace e che ha un’anima, qualcosa da raccontare più che da vendere. Iye: Quindi possiamo dire che uno dei punti di forza in “Retrospective” sia la sua spontaneità? Si senz’altro, e mi fa piacere sia qualcosa di distinguibile. Io come ho già detto vengo da radici più rock, e praticamente non ascolto il genere di musica che faccio assieme ad Ettore. Quando ci siamo accorti che stava nascendo un concept Post Rock/Ambient, non mi sono messo ad ascoltare tutto l’Ambient in circolazione. Più che cercare contaminazioni – che comunque ritengo siano sempre cosa buona e giusta – in questo caso ho preferito fosse qualcosa di spontaneo: senza influenze, senza inquadramenti. Preferisco che si determini da solo mentre lo facciamo, piuttosto che partire già con una definizione, o qualcosa che lo etichetti e lo limiti. Ringraziando i Julian Ross per la loro disponibilità, voglio anche citare la collaborazione di Emilio Pozzolini dei port-royal che si è divertito nel creare il remix di “Lucid”, con cui si chiude il lavoro della band genovese. L’album è possibile ascoltarlo anche su Spotify e Soundcloud. Homepage: https://silentflow.org/release/julian-ross-retrospective/  

LEGGI »

Intervista Pornoise

Intervista Pornoise: Tempo fa mi arriva una mail da Mr. Pornoise. Lo ricordo, ero al lavoro. Mi esce una risatina sexy-malefica e pen…

LEGGI »

Intervista A La Tosse Grassa

Intervista A La Tosse Grassa: Scoperti per caso, come le migliori cose che capitano, tra un video e l`altro su You tube.

Credo di ricordare 2 mesi …

LEGGI »

Intervista Ai Niet

Un disco di straordinaria follia! Una produzione musicale che mi ha letteralmente sbattuto contro il muro con una violenza incredibile

LEGGI »