E’ Morto King Louie Bankston
Domenica 13 febbraio, all’età di 49 anni, ci ha lasciati anche Louis Paul Bankston, cantante e polistrumentista americano.
Dalla letteratura all’attualità, dalla filosofia all’arte: a noi interessa tutto. Purché non ci si annoi.
Domenica 13 febbraio, all’età di 49 anni, ci ha lasciati anche Louis Paul Bankston, cantante e polistrumentista americano.
Yeule, Glitch Princess (Bayonet Records, 2022): La spontaneità dell’atto creativo si apre con una sorta di autoconfessione/presentazione: “my name is Nat Cmiel, i am 22 years old, i like music, dancing ballet… “ recita una voce spezzata, ansimante, distorta.
Graham Day, figura di spicco della scena garage rock revival germogliata in Inghilterra negli anni Ottanta, ha annunciato la pubblicazione del suo primo album in assoluto da artista solista.
Secondo alcuni eloquenti post pubblicati dalla label In The Red Recordings, la scorsa settimana ci ha lasciati, a 54 anni, anche Steve George Pallow, polistrumentista e cantante statunitense. La notizia della morte, avvenuta a causa di infarti multipli e anossia cerebrale, è stata confermata dalla sua famiglia e dal suo amico Sean Law in un messaggio rilasciato sui suoi profili social. Originario di Orange e cresciuto a Santa Ana (California) Pallow è stato chitarrista, bassista e frontman in diverse formazioni garage punk/lo-fi, a cominciare dai Beguiled, coi quali ha inciso due incendiari album, “Gone Away” e “Blue Dirge“, più l’Ep “Black Gloves“, a cavallo tra fine anni Ottanta e la prima metà degli anni Novanta, per poi formare i Necessary Evils, garage/noise/fuzz/psych band con la quale ha registrato, nella seconda metà dei Nineties, diversi album altrettanto importanti ed energici come “Spider Fingers” e “The Sicko Inside Me“. In seguito, dopo aver collaborato coi Satan’s Cheerleaders, Steve si era ritirato a vita privata, nel deserto del Mojave, a fare podcast e a registrazioni casalinghe di musica oscura (nenie inquietanti e sinistre sul folklore americano, i temi soprannaturali/extraterrestri e l’omicidio) che Pallow utilizzò, col sopraggiungere del nuovo millennio, reinventandosi artista solista e one-man band sotto il monicker Haunted George, progetto garage/blues/country/rockabilly in cui cantava e suonava diversi strumenti (chitarra, batteria, sintetizzatori ed effetti) e ha pubblicato quattro Lp tra il 2005 e il 2010, quattro Ep e tre singoli, prendendo anche parte ad alcune compilation, tra cui spicca la sua ultima apparizione nel tribute album a Bo Diddley, “He’s Bad!“, uscito nel 2021, nel quale è presente la sua cover del brano “Mummy Walk”. Durante il suo percorso musicale ha usato anche altri alias (“Weird George”, “Skullface George”, “Graverobber Steven” e “Uncle Ya Ya”). Steve è morto a pochi giorni dal suo cinquantacinquesimo compleanno, che avrebbe dovuto essere il 12 febbraio.
Mi è capitato di scoprire, recentemente, queste Los Bitchos, quattro ragazze originarie dell’Uruguay, Australia e Svezia (ma trapiantate nella Londra underground) attraverso la visione di una live session registrata, a fine 2019…
gli Hellacopters, paladini high energy rock ‘n’ roll della scena scandinava, guardano avanti e hanno finalmente annunciato la realizzazione di un nuovo Lp, che si intitola “Eyes of Oblivion”…
Le Soursob sono un trio di stanza a Glasgow, ma composto da una sola musicista del posto (Chloe Duenas al basso) a cui si è unita a una lituana (Goda Ilgauskaite alla batteria) e una australiana (Lisa Rashleigh alla chitarra e voce)
Strange Colours – Future’s Almost Over: “In un eterno presente che capire non sai, l’ultima volta non arriva mai“. Citando un famoso v…
Questi Poison Boys, quartetto di Chicago (Matt Dudzik voce/chitarra e polistrumentista, Steve Elfinger alla chitarra e backing vocals, Nico Bones al basso e backing vocals e Matt Chaney alla batteria) rientrano decisamente tra le proposte in ambito rock ‘n’ roll degli ultimi anni che, decisamente.
Ci ha lasciati, a 88 anni e per cause naturali, anche Don Wilson, chitarrista e membro fondatore della leggendaria surf band strumentale americana The Ventures. Sia il figlio del musicista, Tim Wilson, sia i profili social del complesso hanno dato l’annuncio della scomparsa. Originari di Tacoma (Washington) i Ventures sono stati un gruppo precursore che ha apportato un contributo fondamentale, dalla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, alla forgiatura dello stile e della forma-canzone rock standard, incidendo brani diventati classici di ogni tempo, come “Pipeline“, “Wipe out“, il celeberrimo tema della serie televisiva “Hawaii Five-O” e la cover di Johnny Smith “Walk, Don’t Run“. Wilson e i Ventures hanno influenzato il sound di mostri sacri come Beatles (in particolare George Harrison) Beach Boys (Carl Wilson) Jimmy Page e i Kinks (fratelli Davies) tra gli altri. Della line up classica dei Ventures, Don Wilson era l’ultimo a essere rimasto in vita fino a qualche giorno fa, mentre i suoi compagni di avventura dell’epoca erano già deceduti in anni diversi (il bassista/cofondatore Bob Bogle nel 2009, il chitarrista Nokie Edwards nel 2018 e il batterista Mel Taylor nel 1996). Wilson ha suonato con i Ventures fino al 2015, anno in cui si era definitivamente ritirato dalle scene, mentre il monicker , pur senza membri della formazione originaria, continua a essere usato e portato in tour per live shows oggi dai musicisti superstiti. https://www.youtube.com/watch?v=7eQWp8DFFrs
Questa seconda puntata è dedicata ad alcuni ottimi podcast di pallacanestro.
La cara vecchia palla a spicchi è un’ottimo soggetto con la quale giocare sia su gomma, parquet che asfalto e anche un grandissimo argomento di conversazione.
I fratelli William Reid e Jim Reid, membri fondatori dei Jesus and Mary Chain, formazione scozzese tra le più influenti della storia del rock ‘n’ roll (e precursora della scena shoegaze mondiale) hanno annunciato di avere firmato un contratto discografico con la label indipendente londinese Fuzz Club Records, dopo la disputa giudiziaria milionaria avuta contro il colosso Warner Music Group per violazione intenzionale del copyright (in particolare della legge che consente agli artisti di riappropriarsi di un’opera, da essi registrata e prodotta, che è stata pubblicata da almeno 35 anni e che, quindi, ha cessato di essere proprietà della casa discografica) perché la potente etichetta americana non voleva lasciare che i diritti d’autore sui primi cinque Lp della band, in passato detenuti dalla multinazionale (tra cui spicca il seminale album di debutto “Psychocandy“, uscito nel 1985, e poi “Darklands” del 1987, la compilation “Barbed Wire Kisses” del 1988, e infine “Automatic” del 1989 e “Honey’s dead” del 1992, oltre a vari singoli ed Ep) tornassero in mano al gruppo. La “scadenza” del copyright sui singoli ed Ep e quella su “Psychocandy” era stata stimata, dalle carte della documentazione della causa, per il gennaio 2021, mentre i restanti album dal 2022 in poi. I JAMC, tra i più illustri paladini dell’indie rock mondiale, hanno riconosciuto l’errore, commesso agli inizi di carriera (e per il quale si sono battuti di recente, pagando le spese legali) di cedere i diritti a una major, ma hanno espresso, nello stesso tempo, entusiasmo per la nuova avventura che va a iniziare. I fratelli Reid si sono detti felici di aver firmato per la Fuzz Club, che ha investito tanta pazienza ed energia per far entrare i JAMC nel proprio roster. E dall’altra parte, anche il fondatore di Fuzz Club, Casper Dee, si è dichiarato orgoglioso per aver fatto firmare una band fondamentale come i Jesus and Mary Chain, è stata la realizzazione di un sogno, perché ha influenzato il panorama musicale odierno, rappresenta un patrimonio musicale e culturale da tramandare, ha ispirato tutti i gruppi che hanno lavorato con Fuzz Club e ovviamente si spera che questo sia solo l’inizio di una lunga e proficua collaborazione reciproca. I prossimi progetti che vedranno protagonisti i Jesus and Mary Chain sulla nuova label (in una partnership che coinvolgerà anche un’altra etichetta indie di Londra, la Cooking Vinyl) prevedono una serie di ristampe del loro catalogo, a cominciare dal loro ultimo disco in studio, “Damage and Joy“, uscito nel 2017 (dopo una pausa di 19 anni) con aggiunta di tre bonus tracks, e il long playing dal vivo “Live at Barrowland” (in cui la band, nel novembre 2014, ha suonato per intero l’esordio “Psychocandy”, durante il tour celebrativo dei trent’anni dall’uscita di quest’ultimo) che saranno oggetto di reissue, e la cui realizzazione è prevista per il 22 aprile. Qui il link per il pre-order e i dettagli sulle due release. Ma le novità non sono finite, perché oltre alle ristampe dei due succitati dischi, l’accordo con Fuzz Club prevederà altre ristampe, nuovi live album e un nuovo Lp ufficiale, che dovrebbe vedere la luce a cinque anni di distanza da “Damage and Joy”. I JAMC, infatti, da quanto hanno fatto sapere, avevano iniziato a registrare nuovo materiale poco tempo prima che esplodesse la pandemia da covid-19, che logicamente ha ritardato il processo di creazione delle canzoni, ma nel mese di ottobre dello scorso anno i fratelli Reid sono tornati a lavorare in uno studio di registrazione, dopo due anni di assenza forzata, intenzionati a completare le incisioni.